Al Nazionale acceso dibattito sul modello di tassazione che dovrebbe porre fine alla ‘penalizzazione del matrimonio’. Vincono i ‘progressisti’
Centro e Udc favorevoli; Ps, Verdi, Plr e Verdi liberali contrari: votazione senza sbavature, a ranghi compatti, ieri mattina al Consiglio nazionale, dove si è concluso il lungo e acceso dibattito cominciato lunedì pomeriggio sull’iniziativa del Centro volta a eliminare la cosiddetta discriminazione fiscale delle coppie sposate (vedi box). La proposta di modifica costituzionale – che ora passa al vaglio del Consiglio degli Stati – è stata respinta per 99 voti a 92, senza che le sia stato opposto un controprogetto. Per la maggioranza della Camera del popolo, il modello ‘tradizionalista’ propagato dal partito di Philipp Matthias Bregy è inadeguato: non bisogna sancire nella Costituzione un trattamento fiscale preferenziale per le coppie sposate. La via maestra – indicata dall’iniziativa popolare delle Donne del Plr, approvata in giugno dal Parlamento – è invece quella ‘modernista’ (e meno cara) dell’imposizione individuale. Anche il Consiglio federale la pensa così.
La materia è già di per sè complessa. E il fatto che i due progetti rivali siano sbandierati – e contrapposti l’uno all’altro – da partiti in lotta per difendere (il Plr) o riguadagnare (il Centro) il secondo seggio in Consiglio federale, polarizza, rendendolo ancor più difficile da decifrare, un dibattito contraddistinto da visioni ‘ideologiche’ divergenti della famiglia e della società. La riprova la si è avuta in questi giorni al Nazionale, dove sono riemerse posizioni arcinote. Le due ‘soluzioni’ sono state messe a confronto, i rispettivi vantaggi e svantaggi minuziosamente soppesati. Due visioni inconciliabili si sono scontrate: da un lato, Centro e Udc difendono la famiglia tradizionale e si oppongono all’imposizione individuale; dall’altro la sinistra, il Plr e i Verdi liberali ritengono ormai superato il modello dell’imposizione congiunta, nella misura in cui non tiene conto del ruolo crescente della donna nella società.
È il momento giusto per fare il punto: le risposte alle principali domande.
Cos’è la ‘penalizzazione fiscale del matrimonio’?
Attualmente in Svizzera alle persone sole e alle coppie non sposate viene applicata la tassazione individuale. Le coppie sposate e quelle dello stesso sesso che vivono in un’unione registrata sono invece tassate congiuntamente: i loro redditi vengono dunque sommati. Se entrambe le persone svolgono un’attività lavorativa, a causa della progressione sono tassate più pesantemente rispetto alle coppie conviventi che beneficiano di accertamenti fiscali separati. Secondo dati ufficiali del 2019, la penalizzazione del matrimonio colpisce circa 454mila coppie sposate con due redditi e 250mila coppie di pensionati. Rispetto alle coppie non sposate, su di esse grava un onere fiscale aggiuntivo di oltre il 10% in media.
Il Tribunale federale (Tf) già nel 1984 ha chiesto di mettere fine a questa ‘discriminazione fiscale’. Nel frattempo i cantoni, in un modo o in un altro (aliquota fiscale specifica e più vantaggiosa per le coppie sposate, splitting, deduzioni fiscali, ecc.), l’hanno cancellata o attenuata nelle imposte cantonali e comunali. A livello federale, nel 2016 gli elettori hanno respinto di misura (50,8% di no) l’iniziativa popolare ‘Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposate’ dell’allora Ppd. Poiché il Consiglio federale aveva presentato cifre errate, il Tf in seguito ha annullato la votazione. Il Ppd rinunciò a rilanciare la medesima iniziativa. Attese il settembre del 2022 per lanciarne una nuova, che non contiene più la controversa definizione del matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna. L’iniziativa, depositata nella primavera dello scorso anno, è ora all’esame del Parlamento.
Due possibili rimedi: quali?
Le vie per mettere fine alla penalizzazione fiscale del matrimonio sono essenzialmente due: passare all’imposizione individuale, come propone l’Iniziativa per imposte eque promossa in particolare dalle Donne del Plr e alla quale in giugno il Parlamento ha opposto un controprogetto indiretto; oppure mantenere il sistema attuale dell’imposizione congiunta, apportandovi se del caso dei correttivi, come prevede l’iniziativa del Centro ora al vaglio del Parlamento.
Cosa dicono i ‘tradizionalisti’?
Per Centro e Udc, solo l’iniziativa per la tassazione congiunta permette di risolvere il problema della penalizzazione fiscale delle coppie sposate, senza svantaggiare le altre. La proposta avanza una soluzione semplice ed equa, che crea solo vincitori, ha affermato Benjamin Roduit (Centro/Vs), sostenendo che “le famiglie, grazie al matrimonio, sono il pilastro e il futuro del Paese: solo loro possono colmare il deficit demografico”. Paolo Pamini (Udc) ha deplorato quella che definisce una evidente incoerenza: dopo aver introdotto il matrimonio per tutti, ora si vorrebbe passare all’imposizione individuale, una misura che frammenta artificialmente le famiglie. Il ticinese reputa questa modalità fiscale ingiusta, perché penalizza le coppie con un solo reddito a causa della progressività delle imposte e svantaggia anche le madri sole. Per Lorenzo Quadri (Lega) con la tassazione individuale lo Stato “impone un preciso modello familiare, quello in cui entrambi i coniugi lavorano approssimativamente nella stessa misura”. A suo giudizio “questa non è equità fiscale, ma ideologia”. Il leghista ritiene inoltre “del tutto marginale” l’effetto occupazionale dell’imposizione individuale. I cantoni hanno già adottato misure per eliminare la penalizzazione fiscale del matrimonio, rendendo superfluo un intervento – l’imposizione… dell’imposizione individuale – che inciderebbe sulla loro sovranità, ha sostenuto Leo Müller (Centro/Lu). Del resto, ha aggiunto, l’80% dei Cantoni si oppone a qualsiasi modifica. Non da ultimo per l’enorme aggravio burocratico (e finanziario: occorrerebbe assumere migliaia di funzionari per sbrigare le pratiche) che comporterebbe l’esame di 1,7 milioni di dichiarazioni d’imposta aggiuntive generate dal passaggio alla tassazione individuale.
Cosa dicono i ‘modernisti’?
Emmanuel Amoos (Ps/Vd) teme che l’iniziativa del Centro rovesci l’attuale disequilibrio fiscale a svantaggio delle persone non sposate: “Non è accettabile eliminare una disuguaglianza creandone un’altra”. L’iniziativa ‘tradizionalista’, gli ha fatto eco Raphaël Mahaim (Verdi/Vd), “accrescerà ulteriormente la disparità tra coppie sposate e non sposate”. La proposta comporterebbe inevitabilmente che i contribuenti non sposati paghino più tasse rispetto alle coppie sposate, ha sottolineato la consigliera federale Karin Keller-Sutter (Plr). Plr Pvl, Ps e Verdi affermano che l’iniziativa del Centro è troppo costosa per l’erario (700 milioni-1,4 miliardi di franchi all’anno per Confederazione e Cantoni; l’imposizione individuale causerebbe una perdita di gettito stimata in ‘soli’ 600 milioni l’anno). Inoltre, andrà a beneficio soprattutto di coloro che hanno alti redditi. A pagarne il conto, secondo Alex Farinelli (Plr), sarebbe il ceto medio. Per il campo progressista e liberale, la soluzione – lo avrete capito – passa per l’imposizione individuale. Secondo Farinelli, questa sì che è “una riforma coerente, socialmente giusta, fiscalmente sostenibile e con effetti positivi sull’occupazione”. A proposito di occupazione: Sophie Michaud Gigon (Verdi/Vd) ha insistito sull’incentivo generato dall’imposizione individuale. L’iniziativa del Centro, al contrario, non offre stimoli per una distribuzione più equilibrata del reddito tra i coniugi, né per aumentare la partecipazione delle donne al lavoro retribuito, né per valorizzare la manodopera locale già formata, ma meno motivata nel modello fiscale attuale. Kathrin Bertschy (Pvl/Be) ha affermato che la penalizzazione del matrimonio non è stata eliminata in tutti i Cantoni. L’imposizione individuale, invece, la risolverebbe grazie a un sistema indipendente dallo stato civile. Allo stato attuale, 10 Cantoni sarebbero favorevoli all’imposizione individuale e 16 la rifiuterebbero. Per Beat Walti (Plr/Zh), l’aumento del numero di dichiarazioni fiscali da esaminare non sarà un problema nell’era dell’intelligenza artificiale.
Quale scenario si profila?
L’ultima parola spetterà comunque al popolo, con la possibilità di più votazioni su un tema destinato a far discutere ancora a lungo: il referendum sul controprogetto che sancisce il passaggio all’imposizione individuale, l’iniziativa popolare delle Donne Plr che chiede la stessa cosa, l’iniziativa popolare del Centro per la tassazione congiunta. In caso di approvazione di tutte le proposte (la prima eventualmente già nella prima metà del prossimo anno; l’ultima nel 2026 o 2027), potremmo prima o poi trovarci di fronte a due norme costituzionali incompatibili tra loro. Come verrà sciolto l’eventuale nodo, nessuno al momento è in grado di dirlo.