Il libro si concentra sulla presenza femminile nella lotta armata degli anni Settanta in Italia, ricostruisce il retroterra sociale e la formazione culturale di alcune donne che sono state militanti nelle Brigate Rosse e in Prima Linea, il loro ingresso nel gruppo armato e le motivazioni che a esso si sono accompagnate, i ruoli e i compiti che svolgevano nelle organizzazioni di appartenenza, la partecipazione ad azioni armate e l’uscita dall’esperienza di lotta. Il fenomeno della violenza politica di estrema sinistra nella seconda metà del secolo scorso viene dunque affrontato da una prospettiva che pone in primo piano la figura femminile, nel tentativo di indagare in modo più articolato il quindicennio di storia che va dal 1970, anno di nascita delle Brigate Rosse, al 1985, anno in cui venne arrestata una delle militanti più longeve della storia brigatista, Barbara Balzerani. L’obiettivo è mostrare come un periodo non lontano della storia italiana, sovente liquidato con la definizione di “terrorismo politico”, o con la più suggestiva espressione di “anni di piombo”, sia in realtà estremamente complesso e meriti un’indagine approfondita che si spinga anche alle questioni di genere e alle eventuali differenze tra uomini e donne nei gruppi armati, fino ad arrivare ai rapporti delle militanti con il coevo movimento femminista, nel tentativo di fornire nuovi spunti per future indagini.
Daniela Bini, nata nel 1963 in provincia della Spezia, dopo il diploma di maturità classica e la laurea in lettere antiche e dopo anni di docenza nei licei, mette a frutto i suoi poliedrici interessi nell’ambito della storia contemporanea con un Dottorato di ricerca presso l’Università di Pisa, presentando un progetto sulle donne che presero parte alla lotta armata degli anni Settanta in Italia. Tale progetto è poi confluito in un volume, Donne e lotta armata in Italia. 1970-1985, pubblicato per la Casa Editrice DeriveApprodi nel 2017. Attualmente, insegna al Liceo Classico e Musicale Bartolomeo Zucchi di Monza, città nella quale vive.