Le trenta opposizioni iniziali sono state respinte dal Municipio. Ora l’iter procede davanti al Consiglio di Stato
Bellinzona e i suoi molti progetti che avanzano, ma col freno a mano tirato. Se n’era parlato lo scorso 13 novembre durante l’assemblea della sezione cittadina del Partito socialista, quando il municipale Henrik Bang, capodicastero Opere pubbliche, aveva evidenziato la trentina di opposizioni giunte da confinanti contro il tanto atteso percorso ciclopedonale, attorniato da orti pubblici, previsto nel quartiere della Gerretta e Pratocarasso tra via Monte Gaggio e via Vallone. Un numero significativo di critiche, dunque. Nel frattempo un’evoluzione c’è stata: la maggior parte delle opposizioni non ha superato il primo scoglio, mentre sono sfociate in cinque ricorsi al Consiglio di Stato alcune di quelle evase negativamente dal Municipio al momento di rilasciare l'autorizzazione a realizzare il progetto da 4 milioni di franchi votato lo scorso maggio dal Consiglio comunale. Continua dunque a non fare l’unanimità il tragitto di 560 metri con ai suoi lati 36 orti comunali, aree relax e ludiche nonché tre posteggi dotati di 27 stalli per vetture destinati ai visitatori dei residenti, il cui numero in quella parte di città è da anni in forte crescita a seguito degli importanti progetti edilizi concretizzati.
Di vario genere le critiche contenute nei ricorsi sui quali è chiamato a esprimersi il governo cantonale. Riassumendo all’osso le varie contestazioni, c’è chi sostiene che si sarebbe dovuto procedere con una variante di Piano regolatore ad esempio per poter allargare via Filanda che attualmente è troppo stretta; inoltre le aree relax andrebbero iscritte in un’apposita zona per attrezzature pubbliche (Ap), due dei posteggi sarebbero troppo piccoli rispetto alle norme di Pr, una piazza di giro sarebbe troppo grande, e dove il Pr prevede un posteggio verrebbe realizzata anche una piazza di giro. Fra i ricorrenti c’è poi chi evidenzia che non sono stati modinati gli arredi urbani. E qualcuno mette in discussione la pubblica utilità dei posteggi e della chiusura di via Gesero. Altri sollecitano un indennizzo per occupazione temporanea e indennizzi più sostanziosi laddove vi saranno degli espropri. C’è anche chi chiede l’acquisto di fasce di terreno. Infine un ricorrente propone l’annullamento della pubblicazione sia per un presunto mancato rispetto della procedura prescritta dalla Legge sullo sviluppo territoriale, sia per la mancata pubblicazione del progetto completo. In definitiva emergono varie questioni di forma e aspetti di dettaglio, senza che però nessuno metta in dubbio la bontà del progetto nel suo insieme.