Biasca

Frana di Biborgo sotto osservazione per almeno altri 10 anni

Il Municipio chiede un credito (250mila fr.) per proseguire con il monitoraggio dei circa 2,5 milioni di metri cubi di materiale trattenuti dalla montagna

Il vallo a protezione della strada
3 aprile 2025
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È definito un “investimento inderogabile” il proseguimento del monitoraggio della frana di Biborgo in Val Pontirone, il cui termine tecnico è una deformazione gravitativa profonda di versante (un importante scivolamento all’interno del terreno che tende a spostare il pendio). Nel messaggio al Consiglio comunale licenziato nelle scorse settimane, il Municipio di Biasca chiede un credito di circa 250mila franchi per finanziare la continuazione, fino al 2034, del rilevamento dei movimenti geologici della montagna, tramite estensimetri in grado di preallertare in caso di processi rapidi di crollo e caduta massi. In caso di approvazione, il credito chiesto dal Municipio sarà coperto da sussidi cantonali e federali nella misura del 70%. Si aggiunge anche il sostegno del Patriziato di Biasca pari al 40% della spesa residua a carico del Comune.

Descrivendo il fenomeno di scoscendimento finito sotto i riflettori delle autorità comunali e cantonali già nel 1951 in seguito a un primo rilevante franamento, l’Esecutivo indica che “si tratta di un dissesto attivo del volume di circa 2,5 milioni di metri cubi, caratterizzato da spostamenti annuali di ordine centimetrico fino a decimetrico, alternati a fasi di importante accelerazione che possono comportare spostamenti di diversi metri in pochi mesi”. Dopo la riattivazione dei movimenti riscontrata nel 2006, gli ultimi eventi importanti si sono verificati nel periodo fra l’autunno 2020 e la primavera 2022, con spostamenti che localmente hanno superato i quattro metri. La fine del 2022 ha poi visto una diminuzione dei movimenti, ma a causa delle importanti precipitazioni, a partire dall’agosto 2023 si è osservata una nuova accelerazione. Il punto della frana situato sotto la strada tra Fontana e Biborgo – negli ultimi anni più volte chiusa a causa dei movimenti – ha cumulato in 30 anni uno spostamento di quasi 12 metri, la maggior parte dalla fine del 2006, quindi in soli 18 anni.

Fenomeno di interesse cantonale

La frana in questione è considerata un fenomeno di scivolamento profondo di interesse cantonale, e i lavori di posa della strumentazione, la misurazione e le valutazioni tecniche sono dunque stati portati avanti dalla Sezione forestale (che parallelamente al monitoraggio d’emergenza del Comune porta avanti le proprie analisi geologiche cercando di individuare possibili nuovi scenari di pericolo).

I rilevamenti avviati nel 1994 sono serviti, oltre che per seguire l’evoluzione del dissesto, anche come base dello specifico Piano di emergenza comunale, elaborato nel 2016 e finalizzato alla gestione del rischio per il nucleo di Biborgo e per gli utenti della strada forestale, in relazione agli scenari di pericolo generati dai processi di crollo. Nel corso del tempo, spiega l’Esecutivo, a causa della forte dinamica della frana, “il sistema di monitoraggio è stato continuamente adattato in modo da risultare funzionale al Piano di emergenza”, un documento aggiornato nel 2023. Negli anni gli spostamenti hanno causato danni alle strutture (fessurazioni nelle case, cedimento della strada, danni alle condotte dell’acqua potabile), visto che a ogni fase di attività corrispondono importanti deformazioni e l’attivazione di processi secondari di scivolamento e crollo. Gli episodi più importanti sono risultati crolli di roccia e blocchi dalla scarpata di frana verso il nucleo e la strada; danni da deformazione alla strada e ad altre strutture lineari all’intersezione con la scarpata principale; scivolamenti secondari sotto la strada, fino al letto della Legiuna; crolli di roccia nella zona frontale. In particolare, l’evoluzione dei processi di crollo della scarpata di frana presso Biborgo ha richiesto l’adozione di un vallo a protezione della strada.