Il ricordo della giubiaschese morta nella discoteca di Santo Domingo. Intanto nel Paese monta la polemica su statica e disparità di trattamento con i Vip
È morta facendo quello che amava fare di più nel tempo libero: ascoltare musica e ballare in buona compagnia. Dalla cerchia di familiari, conoscenti e dal vicinato giungono parole di dolore, commozione e riconoscenza nei confronti della giubiaschese di 65 anni (compiuti in marzo) deceduta nel crollo della discoteca Jet Set di Santo Domingo verificatosi martedì a mezzanotte e 45 durante un concerto di Rubby Perez, star della musica merengue. Una tragedia consumatasi in pochi istanti, quando nell’edificio era presente un folto pubblico composto da un numero imprecisato di persone, fra 500 e mille. Originaria della Repubblica Dominicana, la vittima era giunta in Ticino una quarantina d’anni fa e qui aveva formato la sua famiglia sposando uno svizzero. Prodigatasi nel curare il marito, infine mancato prematuramente nel 2006, aveva poi continuato a crescere i due figli facendo capo alle proprie risorse ed energie. A Giubiasco era molto ben voluta e svolgeva diverse attività socializzando a ritmo di zumba, facendo yoga e partecipando a lunghe camminate.
«Sempre sorridente, capelli colorati e scarpe giovanili ai piedi, contagiava gli amici con la sua gioia di vivere», ci racconta chi la conosceva bene, sottolineando anche il suo ruolo di mamma diurna di molti bambini giubiaschesi. Recentemente si era recata nel suo Paese d’origine in visita ai familiari; ogni anno vi trascorreva un paio di mesi. Era andata in discoteca con un nipote e la moglie. Quest’ultima, che l’aveva invitata, si è salvata ma è ancora ricoverata in ospedale in condizioni discrete. Morto invece il marito, la cui salma è stata recuperata durante le prime fasi dei soccorsi. Per contro quella della vittima giubiaschese è stata individuata solo giovedì.
Il bilancio del crollo si è aggravato di ora in ora raggiungendo quota 225 mortiAttualmente sono 153 le salme identificate, 72 quelle ancora da identificare, 189 le persone tratte in salvo e 23 quelle ricoverate in modo più o meno grave. Il ministro della salute dominicano, Victor Atallah, ha precisato che la fase di salvataggio è completata e che ora si sta lavorando per restituire i corpi alle loro famiglie: «Abbiamo rastrellato e controllato l'intera area e tutti i corpi senza vita sono stati recuperati, insieme a tutti i sopravvissuti», ha aggiunto alla Cnn. L'incidente ha sconvolto il Paese, le cui autorità hanno dichiarato tre giorni di lutto nazionale.
Purtroppo però il trattamento riservato ai familiari non è stato dei migliori. Si lamentano forti disparità di trattamento. La gente comune a giorni di distanza dai ritrovamenti attende ancora il rilascio delle salme; mentre i Vip – e quella sera ce n'erano parecchi nella discoteca – hanno potuto celebrare subito i funerali. C'è chi ha trascorso in coda 60 ore per riconoscere un figlio, una sorella. Questo è motivo di rabbia nel paese. Ma è ‘solo’ una parte del problema. La polemica infuria infatti sullo stato in cui versava la discoteca: danneggiata tre anni fa da un incendio, era stata ripristinata unicamente dal profilo estetico. E infatti l'opinione pubblica ha scoperto solo adesso che la statica era carente. Le immagini pubblicate indicano che il tetto è crollato nella parte centrale, dove i pilastri di sostegno o non c’erano del tutto, o erano sottodimensionati. Lo stesso architetto che aveva curato i lavori, ha firmato una dichiarazione nella quale non si assume alcuna responsabilità di quanto non era poi stato realizzato. Il cui costo stimato ammontava a 4 milioni di pesos dominicani, pari a 50mila franchi svizzeri. Un tema che va ad aggravare il dolore per la morte di oltre duecento persone.
Interpellato dalla redazione, il Dipartimento federale degli affari esteri spiega che la rappresentanza svizzera nella Repubblica Dominicana è in contatto con le autorità competenti e che il Dfae sostiene i familiari nell'ambito della protezione consolare. A loro e ai molti amici della vittima giubiaschese ‘laRegione’ rivolge il proprio sentimento di cordoglio.