Il Municipio di Bellinzona è pronto a promuovere un progetto edificatorio che incentivi l'invecchiamento attivo e le relazioni tra diverse fasce d'età
Una nuova casa anziani con appartamenti a essa collegati, altri appartamenti dedicati alle famiglie e un asilo nido. Il Municipio di Bellinzona non intende solo realizzare (come noto) un'ulteriore struttura per la terza età con 100 posti letto, ma un intero quartiere intergenerazionale che incentivi "l’invecchiamento attivo" e che potenzi "le relazioni tra le diverse fasce d’età". È quanto si evince dalla risposta dell'esecutivo a un'interrogazione della consigliera comunale del Centro Giovanna Pedroni che chiedeva proprio di andare in questa direzione. Tempistica e luogo al momento non sono ancora noti, ma "i risultati preliminari della ricerca di terreni idonei a un’eventuale edificazione sostitutiva della Casa anziani Greina, in linea con questa visione, hanno permesso di individuare alcuni sedimi nel territorio comunale che potrebbero ospitare il progetto". Casa Greina che, come noto, sarà dapprima ristrutturata per prolungarne l'operatività fino al 2035, ma che poi sarà demolita visto che non risponderà più alle esigenze operative e agli standard costruttivi indispensabili per una casa per anziani moderna ed efficiente. In seguito si valuterà se ricostruirla, ipotesi tutt'altro che remota.
Ricordiamo infatti che stando alle stime del Municipio entro il 2052 nel Comune dovrebbero risiedere circa 5'800 over 80, quando nel 2023 erano 3'058. Inoltre, secondo il Cantone, nel 2030 nel Bellinzonese dovrebbero mancare 250 posti letto nelle case per anziani. Questo contesto impone di conseguenza "un adeguamento dell’offerta di servizi dedicati agli anziani". Adeguamento che mira da un lato ad accrescere il numero di posti letto e dall'altro "allo sviluppo di soluzioni innovative per rispondere alle nuove esigenze della popolazione senior", afferma l'esecutivo nella sua risposta. "In quest’ottica, il Municipio ritiene necessario adottare un approccio lungimirante, considerando sia la crescita demografica generale sia l’aumento della popolazione anziana". Come? L'intenzione è di "valutare e proporre un progetto edificatorio" con l'obiettivo di realizzare un quartiere intergenerazionale concepito "non solo per offrire servizi ai residenti, ma anche per coinvolgere attivamente la comunità locale".
Concretamente l'idea sarebbe quella di mettere a disposizione "una nuova casa per anziani, moderna e progettata per rispondere ai bisogni futuri della popolazione anziana; appartamenti a misura d’anziano, dotati di servizi integrati e collegati con la casa per anziani, per garantire autonomia agli ospiti, senza rinunciare a un adeguato supporto; appartamenti residenziali per famiglie, al fine di favorire la convivenza intergenerazionale e rafforzare il tessuto sociale del quartiere; un asilo nido, che contribuisca a rafforzare l’integrazione tra generazioni e risponda alle esigenze delle famiglie residenti e garantisca la conciliabilità tra lavoro e famiglia". Una volta individuata l'area adatta, sarà verosimilmente necessario chiedere al Consiglio comunale una modifica del Piano regolatore. "Tale adeguamento risulterebbe essenziale per consentire la concretizzazione di un progetto ambizioso, finalizzato a rispondere alle future esigenze della popolazione anziana e a promuovere un nuovo modello abitativo fondato sulla solidarietà intergenerazionale".
Pedroni chiedeva poi lumi sull'eventuale possibilità di riadattare le case anziani esistenti per favorire l'interazione tra giovani e anziani. A questo proposito il Municipio ricorda che le attuali strutture sono state "progettate secondo modelli abitativi degli anni 80" e stanno "raggiungendo i 35 anni di attività". Di conseguenza nell'ambito dei risanamenti programmati (almeno per quanto riguarda le strutture comunali) non è prevista la creazione di nuovi servizi aperti alla comunità, "in quanto non consentirebbe di soddisfare i criteri costruttivi minimi per una casa anziani medicalizzata". Per quanto riguarda invece i benefici economici e sociali di un quartiere intergenerazionale – la consigliera comunale del Centro, basandosi su alcuni studi, ritiene che una maggiore integrazione tra giovani e anziani permetta a questi ultimi di essere autonomi più a lungo, riducendo così il bisogno di cure e assistenza e di conseguenza i costi per il sistema sanitario – l'esecutivo segnala che al momento non sono previste analisi o valutazioni in tal senso. Tuttavia non esclude che in futuro si possa prendere spunto o collaborare ad esempio con altre città che già hanno già esperienza in tal senso.
Non da ultimo Pedroni chiedeva anche se per progetti di questo genere si possa pensare di coinvolgere il settore privato o fondazioni locali. A questo proposito il Municipio conferma che l'obiettivo del progetto è proprio "di favorire una collaborazione tra settore pubblico e privato sia nella realizzazione degli edifici e degli spazi, sia nella gestione dei servizi". Una sinergia che "permetterà di ottimizzare le risorse e garantire un’offerta sostenibile". Inoltre si potrebbero "sfruttare maggiormente le sinergie con le associazioni con cui collabora la Città o che percepiscono dei sussidi comunali, per sviluppare dei progetti intergenerazionali", favorendo così "l’interazione e l’integrazione tra le generazioni". E questo permetterebbe pure di valorizzare "le preziose conoscenze e competenze delle persone anziane anche dopo il pensionamento".