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Di nuovo sul mercato l’albergo Monte Pettine di Ambrì

Da tre anni ospita il centro diurno Atte e la Fondazione Madonna di Re. L’ex giocatore proprietario: ‘Devono poter rimanere, questa la mia condizione’

Inaugurato nel 1904, nel pieno del turismo leventinese della Belle Époque
(Foto laRegione)
26 maggio 2025
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Considerato una delle prime testimonianze del turismo della Belle Époque nella media e alta Leventina, l’albergo Monte Pettine di Ambrì torna sul mercato immobiliare dopo alcuni tentativi andati a vuoto durante l’ultimo decennio. Dove oggi risuona l’allegria del centro diurno gestito dall’Associazione ticinese per la terza età (Atte), e dove si muovono con discrezione alcuni ospiti della Fondazione Madonna di Re alloggiati al primo piano, un tempo i villeggianti lombardi assaporavano la cucina nostrana e si godevano l’aria fina volgendo lo sguardo verso il Gottardo. «Il cantiere per la costruzione era stato avviato nel 1896 e la struttura poté essere inaugurata qualche anno più tardi, nel 1904», ci racconta il proprietario Reto Stirnimann, grigionese di origini e ticinese d’adozione, oggi allenatore di hockey nel Canton Zurigo e un tempo giocatore anche dell’Hcap dopo aver indossato le maglie di Davos e Lions. Caratterizzato da un’architettura semplice, l’albergo con ristorante aveva preceduto di poco alcune strutture più imponenti e di pregio come il Sanatorio di Piotta, operativo dal 1905 al 1962, e gli hotel Suisse e Milano di Faido, il primo eretto fra il 1905 e il 1912 e caratterizzato da una chiara impronta Liberty. Due strutture di successo, servite dalla linea ferroviaria, ma che con l’avvento della prima Guerra mondiale furono costrette a chiudere per mancanza di clienti italiani, per poi riorientarsi a un uso abitativo e successivamente finire in disuso. Decrepito anche l’ex sanatorio, che da una decina d’anni attende di essere convertito in un college sportivo promosso da una cordata di investitori kazaki.

Il prezzo è di 800mila franchi

Sempre sulla breccia invece il più modesto Monte Pettine, che con fortune alterne ha superato indenne i decenni approfittando peraltro della sua vicinanza con la storica pista della Valascia, ormai data in pasto alle ruspe tre anni fa e che al termine delle partite casalinghe sapeva dirottare nel ristorante frotte di tifosi assetati e affamati. «Quel periodo positivo è finito – rileva ‘Stirni’ – e quando nel 2021 le partite sono state trasferite nella nuova Gottardo Arena, qui si è aperta l’opportunità di accogliere il centro diurno Atte, inaugurato nel 2022, come pure alcuni ospiti della Fondazione Madonna di Re che utilizzano il nuovo appartamento ricavato al primo piano. Queste due belle realtà, molto apprezzate dalla gente del posto, hanno sottoscritto contratti di affitto che vanno assolutamente considerati e confermati da chi intendesse acquistare. Si tratta dell’unica condizione che pongo e che chiedo che sia rispettata al cento per cento». Il prezzo di vendita è di 800mila franchi.

‘La nostra vita a Davos e Dübendorf’

Reto Stirnimann ricorda che una volta appesi pattini e bastone al chiodo nel 2011 vantando qualcosa come oltre 700 partite giocate in serie A come attaccante, aveva lavorato due anni come assistente e team manager della prima squadra biancoblù, dopodiché si era formato per ottenere la licenza di esercente con l’intenzione di comprare e gestire appunto il Monte Pettine con la moglie Emerita, grigionese come lui e già pratica del mestiere. «I nostri figli andavano a scuola qui, volevano restare in Ticino per concludere la formazione in italiano e perciò con mia moglie avevamo deciso di non lasciare la Leventina. In effetti alcune stagioni nella gestione di ristorante e hotel sono state positive e specialmente grazie al turismo estivo la struttura ha funzionato bene». Fino a quando il richiamo dell’hockey ha prevalso: «Ci siamo in effetti trasferiti a Davos, il mio comune d’origine, e da tempo lavoro come allenatore a Dübendorf dove mi occupo di diversi ambiti. Sono allenatore della prima squadra e del settore giovanile e coordino la gestione delle tre piste per allenamenti, partite, eventi sportivi. Ho 51 anni, percorro molti chilometri in auto e ora che i figli sono cresciuti riteniamo che sia giunto il momento di slegarci definitivamente dalla Leventina e riprovare a vendere l’albergo».

La struttura conta il ristorante al pianterreno che può ospitare fino a 90 posti a sedere, mentre ai due piani superiori una parte della decina di vecchie camere è stata nel frattempo convertita in appartamenti, uno dei quali come detto usato dalla Fondazione Madonna di Re. In più c’è la mansarda che conta attualmente otto camere ed è ulteriormente utilizzabile a scopo abitativo. Il tutto completato da cantina e giardino. «Nel corso degli anni abbiamo sistemato diverse cose, eliminato le parti con amianto, posato nuove piastrelle, rinnovato la rubinetteria e nel 2019 sostituito la termopompa».

Hcap interessato per i giovani, operazione mai decollata

Da notare che anche negli ambienti biancoblù non è mancato un certo interesse per la struttura, visto che a più riprese durante gli anni passati il club ha valutato d’inserirvi un centro abitativo per giovani giocatori in età scolastica, sull’esempio di ciò che fanno taluni sodalizi sportivi d’Oltralpe quando accolgono le giovani promesse provenienti dal Ticino o da altre parti della Svizzera geograficamente lontane. Qui e là sono infatti sorte alcune strutture che facilitano l’inserimento dei giocatori (con un’attenzione particolare anche all’insegnamento scolastico) ed evitano ai loro genitori l’incombenza di dover occuparsi di cercare alloggi e istituti per la formazione. Ma ad Ambrì non se n’è mai fatto nulla, mancando di volta in volta la massa critica pur essendoci sempre un certo interesse. E chissà che non sia proprio questa la futura nuova vita dello storico albergo Monte Pettine di Ambrì.