Il sindaco di Bellinzona si esprime a margine dell’assoluzione in appello dei vertici della casa anziani di Sementina
Di fronte all'assoluzione in appello dei vertici della casa anziani di Sementina sul caso Covid, essendo il Comune di Bellinzona proprietario e responsabile di questa e di altre strutture, quale insegnamento può trarre in riferimento a quanto accaduto ormai cinque anni fa e in ottica futura? Lo abbiamo chiesto al sindaco. «È molto difficile per me rispondere a questa domanda, per diverse ragioni», esordisce Mario Branda: «Prima di tutto perché i proprietari e gestori di case per anziani – privati e pubblici – sono, dal punto di vista sanitario, semplici esecutori di decisioni e strategie adottate a livello cantonale. Oggi constatiamo comunque quello che in realtà abbiamo sempre pensato, ovvero che disponiamo di eccellenti collaboratori i quali in un momento di grandissima difficoltà generale e di enorme pressione, lavorando al fronte, sacrificando anche la vita privata e familiare, hanno agito con professionalità, senza mai perdere la propria umanità. Non era facile».
Tornando alla domanda, secondo il sindaco «non possiamo immaginare una spiegazione senza considerare i numeri: durante la prima ondata di Covid (marzo-giugno 2020) in Ticino morirono 151 residenti di case anziani; nella seconda ondata da ottobre 2020 a febbraio 2021, quando cioè tutti erano già pronti e tutte le informazioni e disposizioni erano state date, i morti nelle case anziani ticinesi furono addirittura 232 con un aumento del 50%! Com’è stato possibile? D’altra parte i tassi di mortalità registrati in Svizzera sono risultati in diverse regioni anche superiori a quelli ticinesi».
Un altro aspetto che va considerato, aggiunge Mario Branda, è che «la mortalità degli anziani over 80 malati di Covid nelle case anziani del cantone ha raggiunto il 30%; nei nostri ospedali risultò comunque del 25%, quindi non era neppure evidente che il loro trasferimento in una struttura ospedaliera sarebbe stato di vantaggio, senza considerare il disagio del trasferimento. All’ospedale di Locarno, dedicato ai casi di pandemia, i decessi da Covid durante l’intero periodo furono, se mi è stato riferito correttamente, almeno cento».
Considerati dunque i fatti e lette le cifre, il sindaco ritiene che la risposta ai meccanismi di diffusione e di attacco di un virus come il Covid «la possano dare solo gli esperti che hanno indagato il fenomeno e spetta loro dire che cosa è utile e sensato fare. Dal mio punto di vista possiamo solo tornare a ringraziare chi in quei difficilissimi mesi ha operato al fronte da noi, nel Canton Ticino e ovunque il virus si è diffuso. E personalmente sono anche riconoscente al settore della ricerca e, quindi, agli scienziati che in pochissimo tempo sono stati in grado di individuare vaccini efficaci al cui concreto impiego è corrisposto il drastico ridimensionamento del fenomeno e, quindi, del pericolo di contagio e di morte».
Mario Branda riserva una riflessione finale anche «all’importante ruolo della politica e dei media, che devono aiutare a riflettere e capire davvero, evitando drammatizzazioni che non aiutano chi lavora al fronte e magari è chiamato a difficili decisioni».