Una parte dei collaboratori critica la presidente/direttrice. Il Laboratorio di psicopatologia del lavoro conferma l’esistenza di problemi
Il Laboratorio di psicopatologia del lavoro, attivo in seno al Dss, ha recentemente svolto un’indagine su comportamenti e clima interno ai Servizi sociali comunali e all’Arp di Bellinzona, l’Autorità regionale di protezione con sede a Giubiasco e che sotto l’egida del Cantone, ma con assunzione del personale di competenza comunale, si occupa del diritto di protezione di adulti e minori nel Bellinzonese. La verifica si è resa necessaria a seguito di una segnalazione fatta sei mesi fa da una parte della quarantina di collaboratori delle due entità (fra cui uno dei due membri permanenti dell’Arp) a carico della presidente che da quel momento è assente in malattia. In cinque pagine venivano esposte diverse fattispecie fra cui “situazioni di disagio” e “gravi disfunzionalità nella conduzione del personale”, a tal punto di ipotizzare l’esistenza di mobbing; pure citati “aggressività e commenti inaccettabili”, “seduzione e minaccia vissuti dai collaboratori come abusi di potere”, “cultura dell’errore inesistente”, “disorganizzazione e mancanza di coordinamento”. Il laboratorio, di cui l’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale si è dotata nel 2006, è rivolto a chi manifesta un disagio o presenta problemi sociali, famigliari, economici o legali a causa di una situazione lavorativa difficile quale disoccupazione, precarietà, conflitti sul posto di lavoro, mobbing, molestie, stress, burnout, licenziamento. Perciò i collaboratori hanno intravisto nel laboratorio l’istanza di verifica adatta, che fosse cioè in grado di approfondire ascoltando le varie versioni e ricostruendo nel dettaglio il quadro della situazione. Il rapporto è stato consegnato recentemente al Municipio ma non è dato sapere quali sarebbero le conclusioni settore per settore, in particolare se sia stato accertato o no il mobbing; provata invece l’esistenza di una serie di problemi che andranno risolti.
L’operatività di Arp e Servizi sociali in questi mesi è sempre stata garantita, sebbene in un clima di incertezza. Al Municipio ora il compito di stabilire se la presidente, patrocinata da un legale, e i collaboratori che l’hanno segnalata potranno ancora lavorare insieme, o se qualcuno dovrà essere ricollocato o allontanato. Non è escluso che una o più persone facciano un passo indietro volontariamente, cercando altrove nuove opportunità professionali. Come non è escluso che alla presidente venga affidata la conduzione dei soli Servizi sociali a tempo pieno (ma nemmeno si sa se accetterebbe l’incarico e a quali condizioni): da alcuni anni se ne occupa sempre lei a tempo parziale (per decisione municipale), ciò che ha rappresentato una delle criticità segnalate al laboratorio per una presunta incompatibilità delle cariche. Interpellati dalla redazione, il municipale e capodicastero Renato Bison e il sindaco Mario Branda non hanno fornito spiegazioni.