Bellinzonese

‘A Lumino nuovo pozzo di captazione entro fine estate 2026’

Il Municipio fa chiarezza in merito alla procedura in corso in vista della realizzazione dell'opera: ‘Proprietari fondiari coinvolti nei tempi previsti’

Acqua potabile verrà estratta in zona Campagna
(Ti-Press)
24 giugno 2025
|

“La messa in esercizio della nuova captazione è ipotizzabile entro la fine dell’estate 2026”, a meno che non vi siano ostacoli. Il Municipio di Lumino si riferisce al pozzo previsto in zona Campagna, del quale si discute ormai da anni, visto che inizialmente si stimava di inaugurarlo nel 2021. Municipio che ora cerca di fare chiarezza rispondendo a un’interpellanza dei consiglieri comunali del Centro nella quale sottolineavano in particolare un “mancato e tardivo coinvolgimento dei proprietari” dei fondi interessati dal progetto. A questo proposito l'esecutivo precisa che il contatto con i privati è avvenuto nei tempi previsti nell'ambito della procedura per l’approvazione di un Piano di protezione delle acque sotterranee (Ppas), “atto indispensabile per la realizzazione di qualsiasi nuova captazione di acqua potabile”.

Sospensione temporanea della pubblicazione

In questo contesto “ogni contatto anticipato con i privati – prima della validazione tecnica e giuridica del perimetro di protezione – sarebbe risultato prematuro, potenzialmente controproducente e suscettibile di generare aspettative non fondate su basi definitive”. E l’approvazione tecnica del Ppas da parte dell’Ufficio cantonale della protezione delle acque e approvvigionamento idrico è avvenuta solo lo scorso 25 febbraio. Di conseguenza il Ppas è stato pubblicato all’albo comunale il 1° aprile, mentre la notifica scritta ai proprietari interessati è stata trasmessa il 31 marzo. Dopo questo passo, il 14 maggio, “il Municipio ha inoltre sospeso temporaneamente la pubblicazione proprio per favorire un ulteriore momento di dialogo per mantenere un’impostazione proattiva di fronte a potenziali criticità”. Periodo “durante il quale verranno affrontate in modo trasparente e strutturato le principali questioni sollevate dai proprietari fondiari”. Questa sospensione ha tuttavia comportato “il differimento della fase di notifica e raccolta delle osservazioni, indispensabile per procedere con la trasmissione del dossier al Consiglio di Stato per l’approvazione definitiva del piano”.

‘Conseguenze significative in caso di opposizione prolungata’

Per quanto riguarda le tempistiche l'esecutivo auspica di poter completare la fase di pubblicazione del Ppas entro l’autunno 2025 e di ottenere l’approvazione formale definitiva da parte del governo entro il primo trimestre del 2026, così da poter avviare la fase esecutiva. In seguito “la durata stimata dei lavori di realizzazione del pozzo è di circa tre mesi, cui seguiranno le verifiche funzionali e le procedure di collaudo”. Tutto ciò nel caso non vi siano ulteriori lungaggini. A questo proposito “il Municipio è pienamente consapevole del fatto che un’opposizione prolungata o generalizzata da parte dei proprietari interessati potrebbe comportare conseguenze significative, sia sul piano operativo – in termini di ritardi procedurali e tecnici – sia sotto il profilo finanziario, in particolare per quanto riguarda l’eventuale corresponsione di indennizzi o le spese legali connesse a procedure di ricorso”. Ricorsi che possono essere inoltrati al Consiglio di Stato dopo la notifica del piano ai proprietari fondiari interessati.

‘Dialogo aperto, costruttivo e rispettoso con la cittadinanza’

In conclusione l'esecutivo “ribadisce l’importanza di un dialogo aperto, costruttivo e rispettoso con la cittadinanza, in particolare quando si affrontano progetti di rilievo strategico come quello legato alla nuova captazione d’acqua potabile in zona Campagna”. Precisa inoltre che la decisione di sospendere temporaneamente la procedura e di successivamente riproporre l’attuazione della fase che prevede la notifica ai privati interessati del Ppas e delle relative restrizioni d’uso dei fondi all’interno delle zone di protezione “nasce proprio dalla volontà di garantire il massimo equilibrio tra l’interesse pubblico alla tutela e alla disponibilità della risorsa idrica, da un lato, e la salvaguardia dei diritti e delle legittime aspettative dei proprietari fondiari, dall’altro”. In generale l'esecutivo non ritiene dunque “di aver contravvenuto ai principi di trasparenza o di buona amministrazione, avendo garantito informazione costante attraverso i canali ufficiali del Comune e attivato le forme di comunicazione diretta previste nel momento procedurale opportuno”.

Leggi anche: