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‘Un agire da egoista che ha portato solo alla morte’

Condannato un tossicomane che non aveva allertato i soccorsi per la sua compagna messa male dopo aver ingerito metadone, sonniferi e consumato coca

25 luglio 2025
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«Questa è l’ultima spiaggia, l’ultimissimo atto di fiducia che la Corte ha deciso di concederle. Lei in quella circostanza ha sicuramente agito in modo egoistico: se avesse chiesto il tempestivo intervento dei soccorsi, anziché temporeggiare per diverse ore, ci sono buone probabilità che la sua giovane amica non sarebbe morta». La giudice Monica Sartori-Lombardi, confermando in larghissima parte l’atto d’accusa stilato dalla procuratrice pubblica Anna Fumagalli, ha condannato a 17 mesi di detenzione, sospesi per cinque anni di prova, un 45enne svizzero del Bellinzonese colpevole di omissione di soccorso. Un (non) agire, quello descritto durante il processo celebrato oggi davanti alle Assise correzionali, sfociato nel decesso della sua compagna che aveva ingerito un mix di metadone (destinato a lui), sonniferi e consumato cocaina.

Era il marzo 2021, i due si erano da poco messi insieme e lei si era accasata da lui a Giubiasco. Una vita sregolata, quella dell’imputato, colpevole anche di parecchi altri reati fra cui decine di furti nei negozi per svariate migliaia di franchi. L’episodio più clamoroso, nel luglio 2023, la complicità nel furto d’uso di una Porsche in un garage di Bellinzona, con successivo fermo di polizia sul lungolago di Lugano a seguito di un incidente: in manette lui e l’autore della bravata, un trentenne che viene giudicato separatamente. Tornando all’episodio più grave, la sospensione condizionale «s’inserisce in una prognosi non ancora del tutto negativa, visto che la situazione è seguita da Antenna Icaro».

La giudice ha riconosciuto che l’imputato aveva correttamente nascosto il metadone, da lui usato quale cura sostitutiva all’eroina, in un armadio a muro. Il divieto di metterlo a disposizione di terzi «appare dunque essere stato ossequiato». La vittima lo ha ingerito a sua insaputa. Accolte peraltro le pretese risarcitorie, pari a 35mila franchi per torto morale a ciascuno dei genitori della ragazza.

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