Bellinzonese

Referendum riuscito: Blenio al voto sull’Infopoint (ma il discorso è più ampio)

Raccolte le firme necessarie a portare nelle urne il credito di 270mila franchi votato in giugno dal Cc: chiesta una pianificazione più attenta di Olivone

La consegna delle 427 firme stamane in Comune
4 agosto 2025
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“No a questa irrazionale e inutile iniziativa, sì invece a un progetto di più ampio respiro”. Hanno raggiunto il primo obiettivo i promotori del referendum contrario al credito di 270mila franchi, stanziato il 2 giugno dal Consiglio comunale di Blenio, per la realizzazione ex novo dell'Infopoint Blenio (gestito dall'Organizzazione turistica regionale) da inserire nella struttura inaugurata lo scorso autunno che nella parte sud di Olivone già accoglie il Centro Poli, la piscina, il glamping e un'area camper. Stamane vi è stata la consegna alla cancelleria comunale delle 427 firme raccolte, un numero significativo che corrisponde a circa un terzo degli aventi diritto di voto. Fatte le verifiche del caso, il Municipio dovrà ora fissare la data della votazione popolare. I referendisti, ricordiamo, contestano l’opportunità di investire risorse pubbliche e ritengono che l’Infopoint vada mantenuto dov’è attualmente, sempre a Olivone, lungo la strada cantonale dove ci sono anche la fermata del bus, l’albergo Posta & Olivone che sarà ristrutturato, e la banca Raiffeisen. Un luogo insomma ritenuto più consono rispetto al Centro Poli discosto rispetto alla via di transito del Lucomagno, sebbene molto ben frequentato in questi primi mesi di esercizio.

‘Meglio integrato nella realtà locale’

L’adesione del Legislativo al credito – proposto dal Municipio sulla base di indicazioni scaturite da un gruppo strategico – non era stata unanime: 19 i sì, 8 i no e due gli astenuti, segno di un marcato scetticismo. Secondo i referendisti il turismo non va isolato e concentrato in un incantevole angolo di Olivone: “Chi frequenta la nostra regione va integrato nella realtà locale, soprattutto col settore primario, con i suoi pregiati prodotti a km zero. Gli ospiti devono coesistere con i residenti, commerci e servizi: questo è quanto andrebbe promosso e incentivato da parte di chi decide le strategie future della nostra piccola comunità di montagna”. La costruzione di un nuovo Infopoint è ritenuta “ingiustificata e insostenibile dal punto di vista ambientale ed economico. Visto che numerosi stabili privati risultano vuoti o sottoutilizzati, urge puntare su una gestione intelligente del patrimonio edilizio esistente, evitando nuovo consumo di suolo e inutili sprechi di risorse”.


foto laRegione
La sede attuale lungo la strada cantonale e accanto all’albergo Posta

‘Inglobare il vero nucleo del paese’

Semmai preferibile, sostengono sempre i referendisti, sarebbe lo sviluppo di un “progetto in grado di inglobare il vero nucleo del villaggio, attraverso la trasformazione della Piazza d’Armi (ndr: dove sono presenti posteggi, Denner, panetteria, edicola e bar/ristorante) in una vera piazza pedonale, con la creazione di nuovi accessi e nuovi stalli per veicoli, il tutto a favore anche dei cittadini residenti”. L’obiettivo dei referendisti e della parte minoritaria in Consiglio comunale è dunque indurre le autorità locali a far sì che il visitatore trovi una regione accogliente, ricca di attività e con armonia urbanistica: valorizzare l'insieme evitando di concentrare i servizi in un unico punto. Ritenuto essenziale sviluppare un concetto coerente e integrato di pianificazione turistica e urbanistica. Parola alla popolazione con diritto di voto. Nel frattempo i promotori del referendum – Anita Guglielmazzi, Antonella Chiapuzzi, Aurora Vanbianchi, Marcello Guglielmazzi, Marcello Monighetti e Santina Beretta Cerboni – ringraziano chi ha sin qui sostenuto la loro opinione volta a impostare, come emerge chiaramente dalle loro considerazioni, un approccio costruttivo.