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Un posto al nido, un sogno per troppe famiglie di Bellinzona

I genitori che lavorano faticano a trovare soluzioni dove lasciare i figli in età prescolastica. Il Municipio si è attivato col Cantone

(Depositphotos)
26 agosto 2025
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Bellinzona città a misura di famiglia. In più occasioni lo abbiamo sentito dire dalle autorità: qui non risiederanno miliardari, ma la vita si adatta molto bene a chi ha figli, soprattutto grazie a un’importante densità di servizi e a un sistema che garantisce una buona qualità di vita a prezzi accessibili. E in effetti la demografia dimostra quanto la capitale ticinese sia apprezzata: per il sesto anno di fila la popolazione è aumentata, sono state registrate più nascite che decessi e vi sono stati molti arrivi dal Luganese. In un contesto di crescita generale c’è però anche una nota dolente e riguarda la conciliabilità lavoro-famiglia. Tema non di poco conto per una città che intende puntare sulle famiglie e parallelamente su progetti importanti quali la ricerca biomedica, il quartiere Officine e il nuovo ospedale nel comparto della Saleggina, che porteranno nuovi posti di lavoro e nuovi residenti, tra cui anche bambini.

C’è chi è pieno fino al 2028

Vi sono diverse persone preoccupate poiché non sanno come conciliare la vita lavorativa con quella di genitore, soprattutto con figli in età prescolastica. Abbiamo raccolto la testimonianza di una madre del Bellinzonese che ci ha raccontato le difficoltà incontrate nella ricerca. Quando la raggiungiamo sta facendo dei colloqui con alcune babysitter. «Ho provato a cercare un posto in un asilo nido per mia figlia a inizio 2024, quando ero incinta di cinque mesi. Pensavo di essermi mossa con un buon margine d’anticipo ma nonostante ciò non sono riuscita a trovare un posto disponibile». La mamma specifica di aver preso contatto con tutte le strutture presenti nel Bellinzonese – tranne la Culla San Marco poiché di stampo religioso – ma tutte erano al completo. «Mi è stato detto che erano disponibili soltanto da settembre 2025 e alcune di queste solo in alcuni giorni. Non potevo nemmeno scegliere quando lasciare mia figlia, ero basita». Dopo altre ricerche riesce a trovare un posto libero, ma a Contone: «Ci ho riflettuto ma mi sono resa conto che lavorando a Bellinzona per me era un po’ fuori mano». Per finire, la nostra interlocutrice nei giorni di lavoro aveva trovato la soluzione di affidare la figlia a una familiare, la quale ora non può però più occuparsi della bambina e la madre si trova in serie difficoltà. Adesso che la figlia ha poco più di un anno, sono riprese le ricerche: «Ho di nuovo fatto richiesta alle varie strutture, spiegando l’urgenza, ma alcune non mi hanno ancora risposto, altre mi hanno detto che sono piene, una addirittura fino al 2028! Sono in attesa di risposta da una struttura di Bellinzona, ma mi ha già preannunciato che sarà più no che sì», racconta sconfortata. Ha provato anche a cercare una mamma diurna disponibile, «ma non ho ancora ricevuto riscontro, nonostante avessi indicato che avevo bisogno da subito». Ecco perché in questi giorni sta incontrando delle babysitter: «È una soluzione d’emergenza, ma è chiaro che è molto più costoso e a lungo andare sarà difficilmente sostenibile». Questa è solo una storia, ma ce ne sono altre simili che si ripetono da anni, a dimostrazione di come il tema resti caldo e quindi ancora sul tavolo della politica chiamata a trovare soluzioni.

Il Municipio

Conciliabilità lavoro-famiglia una priorità

«La conciliabilità tra lavoro e famiglia è da anni una priorità per il Municipio», fa presente il municipale Renato Bison, capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità. «Sappiamo che trovare un posto al nido può essere difficile e non vogliamo lasciare sole le famiglie. Stiamo quindi lavorando col Cantone per avere un quadro chiaro dei bisogni e delle possibili soluzioni. In parallelo stiamo ultimando un nuovo modello cittadino per i servizi extrascolastici su tutto il territorio: regole e tariffe uguali per tutti, coordinate dalla Città». Questo modello, aggiunge Bison, una volta avviato potrebbe in futuro includere anche gli asili nido.

«Nel frattempo stiamo valutando alcuni possibili scenari di intervento, tenuto conto della riduzione dell’impegno del Cantone in questo ambito e dell’evoluzione delle finanze comunali». La Città intende infatti creare una nuova struttura per il servizio extrascolastico, interamente gestita a livello comunale, con un tariffario unico e condizioni valide per tutti. Le strutture attualmente esistenti non possono essere obbligate a integrarsi in questa nuova organizzazione, ma in futuro – tramite il Cantone – sarà possibile imporre loro un modello tariffario e organizzativo uniforme. L’obiettivo finale del Municipio è costruire una rete per bambini da 0 a 12 anni che funzioni bene e in modo coordinato, con nidi, mense e doposcuola che possano collaborare. «Vogliamo più posti, meglio distribuiti nei quartieri, e costi accessibili per le famiglie, nel rispetto delle competenze cantonali e dei vincoli del bilancio comunale. Contiamo di condividere a breve i primi orientamenti», conclude Bison.

Una nuova apertura

Uno spiraglio giunge da una nuova apertura in centro città che non risolverà la situazione a lungo termine ma perlomeno porterà una ventina di nuovi posti per bambini dai 3 mesi ai 3 anni. Dal 1° ottobre l’associazione Polo Sud di Bellinzona apre infatti il nuovo nido d’infanzia ‘Drago mago’ in via Dragonato 11 c, negli spazi attualmente occupati dall’asilo nido Castello dei bimbi (gestito dall’Associazione famiglie diurne Sopraceneri) che traslocherà in via Ghiringhelli. Interpellato dalla redazione, il presidente dell’associazione Matteo Cheda indica che la nuova struttura è dotata di 23 posti di cui 10 ancora disponibili. Per i bambini iscritti, dal 4 settembre inizierà il periodo d’inserimento, ossia la fase di conoscenza della maestra con la presenza del genitore.

Presto al voto la mozione per strutture comunali a prezzi accessibili

Sulla carenza di offerta di asili nido, due anni fa l’Unità di sinistra aveva depositato una mozione con cui chiedeva di stanziare un credito per realizzare una o più strutture comunali a prezzi accessibili. Come? Riguardo a ciò ci sono diverse visioni: c’è chi caldeggia un ruolo del Comune (mozionanti e maggioranza Commissione della gestione), chi è possibilista ma preoccupato per gli effetti sulle finanze (Municipio) e chi preferirebbe un approccio coordinato col Cantone e gli attori privati (è il caso della minoranza commissionale). Il mese scorso, la Commissione della gestione ha firmato i due rapporti con quattro commissari contrari (Plr, Centro, Lega/Udc e come correlatori Patrick Rusconi e Pietro Ghisletta, ma c’è anche una firma con riserva) e quattro favorevoli (Sinistra, Verdi/Fa e Più Donne/Noce/Avanti con Ticino & Lavoro e relatrice Lorenza Giorla-Röherenbach). In questo secondo caso il rapporto è considerato di maggioranza contando doppio la firma del presidente Michele Egloff (Sinistra). Sulla mozione il Consiglio comunale dovrebbe pronunciarsi nella seduta di fine settembre.