Oltre 300 persone hanno manifestato, rivendicando una gestione del predatore efficace a beneficio dell'attività alpestre in Ticino
Aumento dei capi predati, sempre più alpeggi scaricati anticipatamente, la cui maggior parte non è proteggibile, e autorità che agiscono in modo troppo blando. Sabato 18 ottobre più di 300 persone – ha riferito la Rsi – sono scese in piazza a Bellinzona per “rivendicare una gestione del lupo davvero efficace e adeguata a un predatore prima che l’attività alpestre in Ticino sia irrimediabilmente compromessa”. La manifestazione, svoltasi nel centro storico della Capitale, è stata indetta dal Gruppo territorio e alpeggi che è composto, fra gli altri, dalla Società ticinese di economia alpestre (Stea), dall’Alleanza patriziale ticinese (Alpa), dall’Unione contadini ticinesi (Uct) e dall’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori (APTdaiGP). Gruppo che ha recentemente anche lanciato una petizione con la quale si chiede alle autorità federali e cantonali di trovare, fra l’altro, soluzioni concrete e specifiche per il territorio ticinese, di ridurre drasticamente il numero di lupi, di permettere ai pastori di difendersi e difendere le loro greggi, così come di sostenere finanziariamente l'allevamento di animali da reddito. Petizione che nel frattempo ha raccolto circa 2’000 firme. Firme che dimostrano “la profondità dell’insoddisfazione” e che “occorre agire davvero prima che il danno all’agricoltura alpestre sia irreparabile”. La manifestazione è quindi stata l’occasione – come avevano indicato i promotori – “per dare un volto alle persone che subiscono le conseguenze del lupo, a chi simpatizza con loro e a chi ritiene che si sta sacrificando troppo in nome di concetti astratti e in modo controproducente”.
Una situazione definita “drammatica”, tanto che recentemente anche Patriziati e Comuni delle valli di Blenio, Leventina e Riviera, unitamente all’Ente regionale per lo sviluppo bellinzonese e valli e all’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino, hanno scritto al Consiglio di Stato evidenziando la grande preoccupazione relativa a questa tematica. A destare particolare apprensione è il fatto che il lupo “è stato recentemente e più volte avvistato sul fondovalle, in luoghi frequentati da cittadini, turisti, ma soprattutto scolari e bambini”. I Patriziati sono inoltre confrontati con l'abbandono degli alpeggi che riduce gli introiti legati agli affitti di pascoli e strutture di montagna. La richiesta al governo è quindi quella di assumere un ruolo più incisivo e di adottare misure concrete e tempestive per garantire sicurezza, tutela del settore primario e salvaguardia del territorio.