Finisce in governo il progetto di centrale a legna con teleriscaldamento promossa dall’azienda Afor Castor. Sempre bloccata quella prevista a Lumino
Bene accette in molte località ticinesi, frenate nelle zone industriali di Lumino e Castione. Destino opposto per le centrali a legna che producono calore e corrente elettrica da distribuire alla collettività. Sul loro percorso due progetti previsti a nord di Bellinzona stanno trovando alcuni ostacoli. L’ultima novità in ordine di tempo è doppia, ossia il recente ricorso al Consiglio di Stato (CdS) interposto dall’Azienda elettrica ticinese (Aet) contro la licenza edilizia rilasciata in giugno dal Municipio di Arbedo-Castione all’impianto promosso dall’azienda forestale Afor Castor Sagl nella zona industriale di Castione, iniziativa presentata alla popolazione nel luglio 2024 senza suscitare in quel momento pubbliche contrarietà o timori particolari. Sempre fermo al palo l’analogo progetto – diretto concorrente – previsto dalla società Teris Sa nella zona artigianale di Lumino, la cui popolazione e parte della politica locale si sono mobilitate l’anno scorso per impedirne la realizzazione temendo conseguenze sull’ambiente. Sempre pendente davanti al Tribunale amministrativo cantonale il ricorso interposto da Teris medesima a fine 2024, contro la Zona di protezione istituita dal Municipio di Lumino nell’area artigianale fintanto che non sarà elaborata e messa in vigore una variante di Piano regolatore che escluda la possibilità d’insediare lì attività moleste. Strada spianta invece per la centrale a legna prevista dalle Ffs all’interno della nuova officina di manutenzione dei treni in fase di costruzione a nord di Castione. In questo caso il calore servirebbe a soddisfare i bisogni interni dello stabilimento.
Teris Sa è la società che dal 2012 distribuisce il calore, prodotto dal termovalorizzatore cantonale dei rifiuti di Giubiasco, sia alle aziende del Piano sia a svariate decine di utenti privati e pubblici di Bellinzona. Operazione virtuosa dal profilo ambientale. Teris è controllata per il 60% da Aet e il 40% dall’Azienda cantonale dei rifiuti (Acr) e perciò appartiene tutta al Cantone. Osservando la questione con un’altra lente che non sia quella puramente tecnica, pianificatoria e legislativa, una domanda si è fatta strada anche fra le istituzioni locali: di fronte a un progetto concorrente privato, quello di Afor Castor appunto, il Cantone tramite Aet potrebbe avere l’interesse a far sì che sia invece quello di Teris a prevalere, mirando così ad aggiudicarsi le non trascurabile fetta di mercato a nord di Bellinzona? In caso affermativo si spiegherebbe il ricorso di Aet, preceduto da un’analoga opposizione presentata nel 2023 contro la domanda di costruzione. Aet che ha il diritto di mettersi di traverso avendo un’infrastruttura – linea di alta tensione che attraversa la zona ed è condivisa con Ffs – confinante col terreno scelto da Afor Castor per la centrale a legna.
Anzitutto la tempistica: la licenza comunale è stata rilasciata il 25 giugno dopo tre anni caratterizzati da una domanda preliminare nel 2022 e da una prima domanda ordinaria nel 2023 respinta l’anno scorso dal Municipio di Arbedo-Castione, per un errore contenuto nei piani comunali relativi alla presenza di un riale sotterraneo che ha comportato la ripresentazione della domanda, questo marzo, spostando l’impianto di mezzo metro. Nel suo ricorso Aet sostiene che la nuova domanda contenga ancora la tecnologia indicata nella prima, tecnologia nel frattempo modificata da Afor Castor passando dalla pirogassificazione (priva, stando al Dt, delle garanzie in materia di emissioni e rendimento) al metodo classico di produzione di calore ed elettricità. Secondo Aet (che se la prende anche col Cantone) essendo cambiato il metodo, tutta la documentazione tecnica dev’essere ripresentata integralmente e non tramite un completamento atti. Questo per far sì che Aet e altri terzi potenziali interessati possano verificare, attualizzati, i dettagli ambientali, fonici, atmosferici e di sicurezza antincendio. Da qui la richiesta di ripresentare una nuova domanda di costruzione completa.
Proprio in tema di sicurezza antincendio Aet indica che l’attestato di conformità presentato da Afor Castor si riferisce ancora alla prima versione dell’impianto. Attestato, aggiunge l’azienda cantonale, che non tratta inoltre l’aspetto della vicinanza dell’elettrodotto Aet/Ffs. Questo nonostante una specifica direttiva emanata dall’Ispettorato federale degli impianti a corrente forte (Esti). E qui Aet rincara la dose con una frase che tuttavia, a ben vedere, potrebbe estendere il problema a tutti gli impianti simili previsti e già realizzati non solo in Ticino ma nel mondo: “In presenza di una centrale termica a cippato e di un deposito di legname il rischio di incendio è elevato”. Ciò che induce Aet a ribadire la richiesta di una simulazione termica in caso di incendi. Altro punto criticato, il fatto che la licenza edilizia sarebbe stata rilasciata senza disporre dell’approvazione dei piani da parte dell’Esti medesimo, in violazione della Legge sul coordinamento delle procedure.
Altro punto criticato da Aet, il fatto che si voglia inserire la centrale in un comparto industriale sul quale il Comune ha istituito una zona di pianificazione di alcuni anni che impedisce di realizzare nuovi manufatti fintanto che non sarà ultimato il processo in atto mirante a riorganizzare la vasta area. In tal senso Aet, evidenziando che il piano d’indirizzo ammette l’insediamento unicamente di attività produttive ad alto valore aggiunto e a carattere innovativo, ritiene che la centrale a legna non adempia a tali requisiti e sia perciò incompatibile. Non è di questa opinione il Municipio, che nel rilasciare tre mesi fa la licenza, e basandosi sul parere della Sezione cantonale dello sviluppo territoriale, aveva respinto l’opposizione di Aet sottolineando che “l’innovazione di una centrale a legna non sta tanto nel caricare cippato nelle caldaie, ma semmai nel fornire calore a diverse attività lavorative che sorgeranno nel comparto e che in maniera ecologica e sostenibile garantiranno un servizio alla cittadinanza”. Il valore aggiunto “è intrinseco nel servizio che eroga, piuttosto che come viene svolto”.
Discorso diverso per la centrale a legna di Ffs. La domanda è d’obbligo: vista l’esperienza accumulata nei suoi primi 13 anni di attività, Teris sarà in qualche modo coinvolta, specialmente nella gestione della centrale e nella distribuzione nella zona di eventuale calore residuo? Il portavoce delle Ferrovie federali, Patrick Walser, rispondendo alla redazione spiega anzitutto che “il calore prodotto servirà al funzionamento dell’edificio (in particolare riscaldamento) ma soprattutto al calore industriale, ad esempio per il funzionamento delle cabine di verniciatura, che contrariamente al riscaldamento sono attive tutti i mesi dell’anno”. La realizzazione della centrale “fa parte del contratto del consorzio Officine Ticinesi aggiudicatosi l’appalto dell’edificio”. Per l’altro aspetto, “è prassi che le Ffs gestiscano personalmente l’impianto. Per Castione una decisione in tal senso è prematura”. Sulla voce secondo cui sarebbe Teris a occuparsene, Walser risponde che “stiamo valutando tutte le possibilità, ma una decisione in tal senso non è ancora stata presa”. Ad ogni modo, conclude, “le Ffs non hanno la necessità di produrre calore in esubero, poiché la centrale potrà adattarsi alle reali necessità dello stabilimento”. E comunque “ad oggi il progetto non prevede un allacciamento verso l’esterno”.