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Teatro Sociale: la Gestione perde la pazienza e dimezza il mandato

‘Suggestioni ancora una volta inascoltate’. La commissione del Cc di Bellinzona mai così critica sul metodo usato dal Municipio e dall’Ente autonomo

Un gioiello invidiato da molte città
(Ti-Press)
24 settembre 2025
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Suggestioni, richieste e critiche discusse e ribadite anno dopo anno ma che alla fine rimangono lettera quasi morta nonostante siano sempre condivise e votate dal Consiglio comunale. La Commissione della gestione appare stufa (eufemismo, visto quanto propone) della mancata considerazione dimostrata a suo dire dal Municipio di Bellinzona e dall’Ente autonomo Teatro che gestisce il Sociale e la sua programmazione. Perciò li invita a cambiare registro e per cominciare… zac: con un emendamento propone al Legislativo di dimezzare il richiesto mandato di prestazione biennale 2025/27, riducendolo cioè al solo primo anno e stanziando la relativa cifra di 607mila franchi. E rinvia tutto il resto a un concreto cambio di registro, sollecitando il Municipio “a licenziare per il triennio successivo un messaggio rivisto, diversamente strutturato e completo in tutte le sue parti che sappia considerare le diverse criticità emerse in questo documento e nei rapporti commissionali precedenti, favorendo una visione proattiva anche alla luce degli scenari che si prospettano grazie alla candidatura di Bellinzona a capitale culturale svizzera 2030”. Un appello netto quello del relatore Marco Pellegrini (Plr) sostenuto all’unanimità dai colleghi commissari e che giunge dopo alcune sedute dedicate al tema e una recente audizione del municipale Renato Bison (suo compagno di partito), presidente dell’ente e capodicastero Educazione, cultura, giovani e socialità, accompagnato dal sindaco Mario Branda.

‘Passività degli organi direttivi’

Nei documenti licenziati dal Municipio, premette la Gestione, “non si leggono particolari cambiamenti rispetto a quanto proposto nel recente passato: messaggio, preventivo finanziario e mandato di prestazione sono praticamente la fotocopia di quelli precedenti”. Come se nulla fosse mai stato detto e scritto nell’intento di migliorare l’offerta: “Nel corso degli anni la Gestione, con modalità e strategie differenti e senza interferire nelle scelte artistiche di programmazione, ha chiesto all’ente di operare con maggior propositività sia nella gestione al fine di incrementare le entrate, sia nell’ottimizzazione di alcuni costi strutturali. Il perpetuarsi sistematico dei preventivi senza dei cambiamenti significativi condiziona ancora una volta la riflessione della commissione ed evidenzia una certa passività degli organi direttivi”.

Le richieste

Sul piano contabile la Gestione chiede di presentare il preventivo finanziario di entrambi gli anni del mandato di prestazione; esporre esplicitamente nel preventivo finanziario, e non confuso in una voce più generale, l’importo del contributo globale; pubblicare il documento con lo stesso metodo di rappresentazione delle cifre sui due periodi contabili, così da garantire una miglior leggibilità e comparazione; indicare nei costi le cifre relative al coinvolgimento della commissione consultiva di esperti nel frattempo entrata in funzione. Anche per questo motivo la Gestione ritiene “doveroso l’aggiornamento del prossimo mandato di prestazione e il relativo preventivo finanziario”.

‘Impossibile apportare i correttivi’

Anche sul piano politico la misura appare colma: “I tempi tecnici imposti dal calendario politico determinano la sovrapposizione della discussione e la relativa votazione dei messaggi di consuntivo e preventivo dell’ente. Questo procedere impedisce una vera e propria presa di conoscenza sulle criticità esposte nei rapporti consuntivi elaborati dalla Gestione e votati dal Cc e inibisce la possibilità di apportare i correttivi auspicati”. A tal proposito la Gestione riflette sul reale margine di manovra attribuito al legislativo, “al punto da mettere in discussione la sua effettiva sovranità”. Da qui l’invito al Municipio a licenziare i messaggi in tempo utile così da permettere al legislativo di operare coerentemente al proprio mandato.

Quale ruolo nella candidatura a capitale culturale svizzera?

Ultima, ma non per importanza, la candidatura a capitale culturale svizzera 2030: “Nei documenti in nostro possesso non è stabilito il ruolo dell’ente nella definizione di una strategia vincente per promuovere la candidatura. Eppure Bellinzona Teatro dovrebbe essere inteso come un generatore di opportunità e posto al centro del progetto”. Perciò la Gestione invita il Municipio ad adeguare la progettualità espressa nel messaggio e il relativo preventivo finanziario, in funzione delle prospettive date dalla candidatura.