Bellinzonese

Bellinzona e il suo ambiente urbano: ‘Ora e subito iniziative concrete’

La consigliera Sara Nisi sollecita il Municipio sullo studio mai concluso e indica le città d’Oltralpe, molto virtuose nell’imporre vincoli realizzativi

L’arredo estivo allestito dal Municipio in Piazza del Sole ha riacceso i riflettori sugli aspetti climatici
(Ti-Press)
6 2025
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Bellinzona necessita di un cambio di passo immediato per migliorare la qualità ambientale, e quindi anche di vita, modificando l’approccio agli insediamenti, costruzioni, infrastrutture e spazi pubblici e privati. Ne è convinta la consigliera comunale Sara Nisi che a nome del gruppo Verdi e Forum alternativo interroga il Municipio evidenziando quanto già fatto Oltralpe. “Adottare politiche urbane orientate alla natura non significa solo tutelare l’ambiente, ma anche migliorare concretamente la qualità di vita delle persone che vivono, lavorano e crescono in città”, sottolinea Nisi. La presenza diffusa di spazi verdi accessibili, ombreggiature naturali, superfici permeabili e corridoi ecologici “non contribuisce soltanto alla resilienza climatica, ma riduce in modo significativo lo stress termico, favorisce l’incontro sociale e sostiene la salute fisica e mentale dei cittadini”. Quartieri più freschi, vivibili e silenziosi “stimolano la mobilità lenta, uno stile di vita attivo e la coesione sociale”. Da qui la convinzione che “intervenire oggi con scelte lungimiranti significa costruire un contesto urbano più equo, salutare e attrattivo, dove il benessere collettivo sia un obiettivo centrale e concreto delle politiche pubbliche”. Così facendo Bellinzona “avrebbe l’occasione di accompagnare la transizione ecologica con una vera transizione del benessere”.

Cosa fanno le altre

Una via, si diceva, già imboccata da numerose città svizzere. Ad esempio a Basilea l’introduzione obbligatoria dei tetti piani verdi favorisce la biodiversità e la gestione naturale delle acque meteoriche. A Zurigo col programma ‘Stadtklima’ interi quartieri sono stati rinaturalizzati grazie a corridoi verdi, piantumazioni ombreggianti e superfici permeabili. Ginevra ha sostituito i tradizionali prati ornamentali con prati fioriti e tetti verdi anche su infrastrutture pubbliche, creando habitat continui per insetti e uccelli. Losanna attraverso il progetto ‘Nature en ville’ ha rinaturalizzato cortili scolastici, facciate e spazi pubblici con specie autoctone. Mentre Berna ha introdotto giardini della pioggia e aiuole drenanti per favorire la ritenzione idrica e mitigare i picchi climatici. Anche Winterthur ha puntato sulla biodiversità diffusa, creando microhabitat per impollinatori su edifici pubblici e aree di transito urbano. A Sion il tema del clima è considerato una priorità, in particolare da quando nel 2014 il comune ha scelto di aderire ad ‘Acclimatasion’, programma pilota della Confederazione pensato per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici nelle aree urbane.

Le richieste

E la capitale del Ticino? In una decina di domande Sara Nisi chiede se il Municipio sta valutando l’adozione di esempi già sperimentati Oltralpe come standard progettuali locali; se prevede di definire tempistiche e un piano d’attuazione per l'integrazione sistematica di questi principi in tutte le opere pubbliche e riqualificazioni previste nei prossimi anni; se intende garantire che nei progetti comunali e privati siano privilegiate specie autoctone, resistenti al clima futuro e capaci di garantire funzioni ecosistemiche misurabili; se, considerato che tali misure sono previste anche dal Pab 5, inserirà il concetto di ‘città spugna’ come criterio vincolante nelle prossime pianificazioni comunali e negli interventi di manutenzione straordinaria; se adotterà linee guida tecniche che regolino l’interazione tra lavori su sottostrutture (marciapiedi, canalizzazioni, infrastrutture varie) e radici per evitare di compromettere gli alberi (vedi il caso di viale Stazione parte alta); se nei capitolati dei concorsi e nei mandati di studio futuri integrerà obiettivi relativi a biodiversità, ombreggiamento, qualità del suolo e microclima; se nei futuri concorsi di architettura e riqualifica urbana renderà obbligatoria la presenza o il coinvolgimento di figure tecniche specialistiche, quali ingegneri ambientali o esperti di climatologia urbana, oltre ai soli architetti; se prevede perizie aggiornate sullo stato delle alberature esistenti in città, al fine di pianificare con anticipo eventuali sostituzioni, rinaturalizzazioni o compensazioni; se prevede una revisione del Piano regolatore affinché temi come resilienza climatica, verde urbano funzionale e suoli drenanti siano tradotti in prescrizioni attuative già oggi, senza rinviare di 10-15 anni; se monitorerà l’impatto ambientale di ogni intervento; se ha concluso e renderà disponibile lo studio sulla promozione del verde urbano e della biodiversità annunciato per novembre 2024.