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Una seconda vita per l’Alpe Rossiglion in Val Calanca

Lanciata una raccolta fondi per finanziare la riattazione del rifugio che prevede la creazione di 21 posti letto e il rifacimento di una grande stalla

2 agosto 2025
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Riattare cascina e stalla per preservare l’Alpe Rossiglion, valorizzarlo ed evitare il decadimento. È il progetto dell’Associazione sentieri alpini Calanca (Asac) che con la ristrutturazione interna ed esterna dell’edificio prevede di creare entro alcuni anni una struttura ricettiva con 21 posti letto gestita come rifugio, offrendo allo stesso tempo anche una base d’appoggio per pastori e boscaioli, nonché un rifugio notturno per gli animali minacciati dal lupo. Una volta terminati gli interventi, la cascina sarà aperta a chiunque per tutto l’anno e non sarà custodita. Con i lavori di risanamento l’associazione vuole evitare che anche questo stabile, costruito nell’800, faccia la fine di molte altre costruzioni simili che ora non sono ormai più agibili. Perdite di passato e tradizione: «Intendiamo quindi preservare l’alpe evitando il decadimento, ma anche dare nuova vita alla valle sul versante destro», fa presente Walter Zala, membro di comitato dell’Asac. «Siamo convinti che il nuovo rifugio sarà un valore aggiunto a ciò che offre già la Calanca in termini di escursionismo e vivibilità».

I primi lavori sono iniziati a giugno e il costo totale ammonta a 789mila franchi (464mila per sistemare il rifugio non custodito e 325mila per riattare la stalla). La cifra è finanziata in buona parte con mezzi propri dell’associazione e grazie a un sostegno del Comune di Calanca. Ma per coprire la somma restante Asac ha lanciato una raccolta fondi su www.lokalhelden.ch/it/alpe-rossiglion. Il denaro servirà per la ristrutturazione degli stabili e se l’importo minimo verrà raggiunto (seimila franchi) l’associazione potrà allestire la cascina con una nuova cucina, se verrà invece raggiunto l’importo desiderato (30mila franchi) potrà anche prevedere degli impianti sanitari.

L’Alpe di Rossiglion, che ormai da tempo non viene più gestito dagli alpigiani, si trova all’interno del nuovo parco Calanca a 1’957 metri di altitudine, nel comune di Calanca, in territorio di Arvigo. È raggiungibile a piedi attraverso una fitta rete di sentieri, per esempio dal pizzo di Claro e dalla capanna Cava, ed è una porta d’entrata per la nuova Via Alta Crio. L’Asac gestisce anche il sentiero alpino Calanca lungo 50 chilometri che si snoda dal Passo di San Bernardino fino a Santa Maria in Calanca, nonché i quattro rifugi presenti lungo questo cammino.

L’impegno dell’Associazione sentieri alpini Calanca

Da quarantacinque anni l’Asac è impegnata nella realizzazione e manutenzione dei sentieri escursionistici d’alta quota nella Val Calanca, nonché nella gestione di strutture ricettive con e senza personale. Finora l’associazione era attiva principalmente sulla sponda sinistra con la creazione del sentiero alpino Calanca, tuttavia l’idea originaria dei soci fondatori era di riattivare anche i percorsi escursionistici del versante destro della vallata. È proprio su questo versante che s’inserisce l’Alpe Rossiglion, circondato da una vasta rete di sentieri con possibilità di arrampicata. Si presenta quindi come luogo ideale per una struttura ricettiva portando un po’ di nuova vita alla Calanca anche su questo versante. Nell’ambito della ristrutturazione l’associazione si è occupata anche di ripristinare il sentiero che collega Rossiglion all’Alp de Piöv, che era in disuso e non era più tracciato sulle cartine.

Interventi alla cascina

L’Asac sta ora ristrutturando la cascina – è stato rifatto il sottotetto ed è stato installato il sistema di depurazione delle acque –, dopodiché interverrà sulla grande stalla. «Attualmente ci stiamo occupando degli interni e se tutto procederà secondo i piani la prima baita dovrebbe essere terminata per fine ottobre», spiega Zala. Il progetto prevede la sistemazione delle due camere, per un totale di 21 posti letto, il rinnovo del soggiorno con cucina a gas e a legna, la posa di nuovi servizi con lavabo, due wc e una doccia (acqua fredda). Pure previsti un rinnovato locale adibito a deposito per materiale/magazzino, un ripostiglio chiuso per il custode e un impianto combinato per il trattamento delle acque reflue, il rinnovamento della captazione della sorgente d’acqua potabile e la copertura del tetto in piode. Gli interventi previsti alla stalla prevedono il rifacimento della struttura del tetto analoga all’esistente con posa di piode e, dove necessario, verranno consolidati i muri in sasso. «I lavori dovrebbero iniziare l’anno prossimo, dovremo rifare il tetto perché è parzialmente crollato». La tettoia rimarrà invariata e sopra le lamiere esistenti verrà installato un impianto fotovoltaico per garantire energia elettrica al rifugio. Per una struttura con radici nel passato ma ora al passo coi tempi.