laR+ Locarnese

La colomba spicca il volo. Peccato che non ritroverà il nido

Unico grande assente nel poderoso programma di eventi per il 100° del Patto della pace di Locarno, il Pretorio, sempre in attesa di ristrutturazione

(Ti-Press/Golay)
27 febbraio 2025
|

«Locarno ha una responsabilità storica e culturale come luogo di dialogo e costruzione della pace. Questo centenario non è solo una celebrazione, ma un momento di riflessione attiva sul presente e il futuro delle relazioni internazionali». Parole del sindaco di Locarno Nicola Pini nel giorno della prima, vera presa di contatto pubblica in merito all’affollato cartellone di eventi in programma per il 100° dal Patto di Locarno, circostanza definita «un’opportunità unica per rafforzare il ruolo della Città come punto di riferimento nella promozione del dialogo e della diplomazia per la pace».

E affollata era anche la sala del Consiglio comunale, stamattina, a testimonianza dell’assoluta eccezionalità di un evento che si vuole rivolto non solo al passato, ma anche, e forse soprattutto, al futuro. In questo solco si inseriscono le molte proposte didattiche rivolte alle Scuole elementari (con il progetto “facciamo un patto?”, proposto dall'Associazione Scintille: teatro e spazio creativo) e alle Medie, contraddistinte da un impegno che oggi più che mai appare fondamentale: educare alla pace e alla solidarietà per rafforzare la relazione con l’alterità e l’inclusione.

Conferenze, musica, teatro e pubblicazioni

A proposito di inclusione, è significativa quella operata per dar vita alle celebrazioni. L’elenco dei partner culturali, accademici e istituzionali che, con competenze e talenti, hanno contribuito a costruire l’evento, è lungo: da Armando Dadò Editore ad Armando Good orafo-scultore; dalle associazioni Campi d’Arte, Centro Pax e Gastro e commercio Locarno, fino alla già citata Associazione Scintille: teatro e spazio creativo; dal Coro Calicantus al Calliope, passando per il Dizionario storico della Svizzera (che realizzerà una nuova voce multimediale ad hoc) a EspoVerbano; e, ancora, la Fondazione Federica Spitzer, il Locarno Film Festival, la Palacinema Locarno Sa, la Pro Orselina, la Società Dante Alighieri, naturalmente la Società Storica Locarnese, la Stiftung Reichspräsident Friedrich-Ebert-Gedänkstätte, la Supsi e il Teatro Paravento.

In ordine sparso, nel corso dell’anno vi saranno convegni, conferenze ed esposizioni, sarà aggiornata la pubblicazione di Dadò “Ottobre 2025: l’Europa a Locarno” e vi saranno cospicui sprazzi d’arte, sia musicale, sia teatrale, ad esempio proprio con il Paravento, il cui pezzo “Lo spirito di Locarno” è stato appositamente scritto per l’occasione dall’ottimo Miguel Cienfuegos.

Un sito web dedicato

Il Municipio ha presentato anche il logo ufficiale del giubileo (sviluppato dall’agenzia grafica locarnese Spotheroz di Maria Mazzucchelli, secondo il concetto “Fili del Dialogo”, che simboleggia le connessioni invisibili tra popoli, nazioni e generazioni) e la “landing page” del sito web dedicato (locarnocittadellapace.ch, fruibile da subito) che fungerà da piattaforma informativa per tutti gli eventi in programma. Il progetto è sostenuto da importanti istituzioni ed enti pubblici e privati, tra i quali il Cantone tramite i Fondi Swisslos, Graziano Papa, il Comune di Muralto, BancaStato e la Fondazione per la cultura nel Locarnese.

«Ancora oggi – ha sottolineato il sindaco – gli Accordi di Locarno vengono considerati un modello di diplomazia e mediazione, dimostrando l’importanza del dialogo e del rispetto reciproco nella costruzione della pace. Questo avvenimento di straordinaria eccezionalità fu senz’altro possibile grazie allo spirito di apertura dell’allora Sindaco Giovan Battista Rusca, grande promotore dei valori dell’illuminismo, di libertà, uguaglianza, solidarietà e tolleranza. Valori che ancora oggi caratterizzano la nostra Città e che con questo importante giubileo vogliamo fortemente sottolineare, al fine di trasmettere l’Esprit de Locarno anche alle future generazioni».

Il Premio ‘Locarno Città della Pace’

Tra i momenti salienti del programma, come ricordato dalla capadicastero Cultura Nancy Lunghi, dal direttore dei Servizi culturali Sébastien Peter e dall’archivista comunale Rodolfo Huber, vi sarà il conferimento del Premio (che poi sarà biennale) “Locarno Città della Pace”, realizzato in collaborazione con il Locarno Film Festival, assegnato a personalità attive in ambito culturale e sociale per il loro impegno nella promozione della pace. Premio che verrà attribuito per la prima volta nell’ambito della Giornata della Diplomazia, prevista l’11 agosto 2025. Un mese e mezzo dopo, il 4 ottobre, è prevista al Palacinema la giornata ufficiale di commemorazione, che vedrà la partecipazione di rappresentanti istituzionali e diplomatici di assoluto rilievo e sarà arricchita da un’esibizione musicale dell’Orchestra della Svizzera italiana.

«Il punto di forza del programma è senz’altro l’ampio coinvolgimento del territorio – ha evidenziato Lunghi –. La Città vuole lanciare un forte messaggio di pace e di riflessione attorno all’importanza del dialogo nella risoluzione dei conflitti, rendendolo accessibile a tutti. Come? Con l’istituzione di un gruppo di esperte ed esperti in diversi ambiti per l’elaborazione di un concetto celebrativo, con il coinvolgimento di diversi enti e associazioni con i quali si collaborerà per proporre un’offerta culturale e didattica pensata per un pubblico il più ampio e variegato possibile, e con la realizzazione di nuovi supporti divulgativi e progetti che dureranno negli anni».

Lo smacco più grande

Forse unico assente (ma con un peso simbolico notevole) sarà il Palazzo del Pretorio, nido del Patto di Locarno. Pretorio che, ha spiegato Pini rispondendo a nostra precisa domanda, «è di proprietà cantonale. Abbiamo un credito di progettazione definitiva già votato dal Gran Consiglio per riqualificare l’edificio, è stato bandito un concorso d’architettura che ha decretato un vincitore e ora, per quanto ne sappiamo noi come Città, siamo a un livello di affinamento del progetto. Locarno sta cercando di dare il giusto supporto anche a livello pianificatorio e di necessità logistiche per gli importanti servizi cantonali. Siamo sempre stati molto con il fiato sul collo dell’autorità cantonale, che, va ricordato, ha comunque intenzione di investire molto a Locarno e nel Locarnese a livello logistico e infrastrutturale, ad esempio con il Museo di storia naturale, o nel comparto Fevi-Peschiera con le nuove palestre. Ma, per rispondere alla domanda: il Pretorio non avrà un ruolo attivo nelle celebrazioni». Ed è questo, oggettivamente, uno smacco clamoroso.