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Produzione record per l’Ofima, ma a quale prezzo

Terzo miglior risultato di sempre grazie alle eccezionali precipitazioni, compreso il nubifragio in Vallemaggia, a cui l’azienda dona 750mila franchi

1 aprile 2025
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Da una parte il terzo miglior risultato di sempre a livello di produzione di energia, dall’altra la devastazione del territorio (e della gente) che da sempre la ospita e che vuole ora aiutare a rialzarsi, attraverso un contributo di 750mila franchi. Sono i principali elementi emersi dall’annuale assemblea generale ordinaria degli azionisti delle Officine Idroelettriche di Maggia Sa (Ofima), relativa al 2023/2024 e che è stata anche l’occasione per celebrare il 75° anniversario nella suggestiva cornice della centrale idroelettrica di Verbano a Brissago, alla presenza di numerosi rappresentanti di autorità cantonali, comunali e patriziali nonché degli azionisti di Ofima e dei suoi partner commerciali.

Cda confermato a eccezione di Marco Passalìa, non ripresentatosi

Durante l’assemblea, svoltasi sotto la direzione del presidente del Consiglio di amministrazione Jörg Huwyler, sono in particolare stati approvati i conti annuali 2023/24 (utile d’esercizio di 1 milione e 580mila franchi) ed è stato rinnovato lo stesso Cda. A eccezione di Marco Passalìa, che non si è ripresentato per un ulteriore mandato ed è stato sostituito da Massimo Ramelli di Moghegno (in rappresentanza del Cantone), tutti i membri uscenti sono stati riconfermati per un ulteriore mandato triennale.

Prodotto il 26% di energia in più

Per quel che riguarda la produzione, tra l’inverno a cavallo tra il 2023 e il 2024 e la scorsa, le centrali Ofima hanno generato 1’708 milioni di chilowattora (kWh), il 26% in più della media pluriennale. Si tratta come detto del terzo miglior valore dall’inizio dell’esercizio commerciale degli impianti nel 1955, reso possibile principalmente dall’abbondante innevamento e da precipitazioni piovose nettamente superiori alla media, sfruttate anche – si evince dal rendiconto per il periodo in questione – grazie all’alta disponibilità degli impianti, superiore al 93%.

I bacini idroelettrici hanno ‘contenuto’ l’alluvione

Abbondanti precipitazioni che hanno avuto un loro apice drammatico nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2024, quando piogge di una rara intensità si sono abbattute sull’alta Vallemaggia causando distruzione e vittime, in particolare in Val Bavona e Val Lavizzara. Se le centrali idroelettriche non hanno subito danni significativi, continuando a funzionare senza interruzioni, numerose prese d’acqua sono state completamente intasate dai detriti. Il rapido intervento dei collaboratori ha permesso di ripristinare nel giro di pochi giorni la captazione delle prese, così da togliere acqua dai fiumi e facilitare le operazioni delle squadre di pronto intervento lungo gli alvei. A Piano di Peccia i danni lungo la sponda sinistra del bacino di compensazione sono stati particolarmente gravi e hanno richiesto un intervento immediato di messa in sicurezza, senza parlare delle vie di comunicazione, con la strada consortile della Val Bavona interrotta in più punti, incluso un tratto di 600 metri a Fontana, travolto da un'enorme frana. Da notare come nella notte del disastro è stato possibile trattenere oltre 9 milioni di metri cubi d’acqua nei bacini idroelettrici Sambuco, Naret, Cavagnoli e Robiei, contribuendo in maniera determinante a ridurre il flusso della piena e a prevenire danni ancora maggiori.

Contributi per il Centro turistico ricreativo di Bignasco e per la caserma dei pompieri di Peccia

Una ferita aperta che probabilmente non si rimarginerà mai, ma il territorio e la sua gente stanno provando a rialzarsi e anche Ofima ha deciso di fornire un contributo tangibile. Ad annunciarlo proprio durante l’assemblea, il presidente Huwyler, il quale dopo aver ribadito che l’azienda è da sempre molto vicina alla regione in cui si trova a operare e alla sua popolazione, in particolare nei momenti di difficoltà, ha comunicato che il Consiglio d’amministrazione ha deciso di donare per il 75° giubileo di Ofima 750mila franchi. Nello specifico, al Comune di Cevio ne andranno 250mila per la realizzazione del nuovo Centro turistico ricreativo di Bignasco, mentre la stessa somma servirà al Comune di Lavizzara per la nuova caserma dei pompieri a Peccia. Sempre 250mila franchi andranno infine a beneficio delle future generazioni e delle scuole elementari della Vallemaggia, dell’Onsernone e delle Centovalli.

Una vicinanza alla regione sottolineata anche dal direttore – subentrato il primo aprile 2024 all'uscente (dopo 25 anni) Marold Hofstetter – Marco Regolatti, il quale ha ricordato come Ofima oggi dà lavoro a 130 collaboratrici e collaboratori, «tutte persone con un forte legame con il territorio e con l’azienda, di cui diversi attivi da più di 30 o persino 40 anni per l’azienda».

Parole che hanno fatto eco agli elogi del presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta, il quale ha evidenziato come «i grandi impianti idroelettrici (che da oltre 70 anni danno al Ticino e a tutta la Svizzera una fonte di energia elettrica sicura, economica ed ecologica) non sono solo un segno tangibile e importante della nostra storia», ma continuano a essere un importante datore di lavoro «contribuendo a mantenere sul nostro territorio delle rinomate competenze».

A proposito del Cantone (uno dei principali azionisti di Ofima), è utile ricordare come il 23 giugno 2021 il Gran Consiglio ha votato la decisione di procedere alla riversione degli impianti idroelettrici, a cominciare da quelli della cosiddetta “Maggia 1”, la cui concessione scadrà il 31 dicembre 2035. Ne fanno parte le centrali di Peccia, Cavergno, Borgnone e Verbano e i bacini del Sambuco, di Peccia e di Palagnedra. Una strategia che permetterà al Cantone «di riappropriarsi delle sue acque, e di riflesso dell’energia da esse prodotta, e di gestirle a beneficio di tutta la popolazione», ha concluso Vitta.

Conclusa la progettazione di massima per l’innalzamento della diga del Sambuco

Tra i lavori che Ofima ha portato avanti nel biennio 2023/2024, spicca evidentemente l’innalzamento della diga del Sambuco, uno dei quindici principali progetti di interesse nazionale per incrementare la produzione idroelettrica nazionale. Il progetto, che include anche la modernizzazione della centrale di Peccia e l’ampliamento dell’omonimo bacino e che viene portato avanti in coordinazione con Cantone e Aet, ha visto concludere la progettazione di massima.

Infine, per il rinnovo degli impianti e per ampliamenti sono stati investiti complessivamente 10,7 milioni di franchi, mentre alla manutenzione corrente sono stati destinati altri 15 milioni. Tra i cantieri principali svolti nell’anno in esame figurano il rinnovo della tecnica secondaria delle centrali di Verbano e di Cavergno, il rinnovo del sistema di telecomunicazione tra gli impianti e la sede centrale, nonché la conclusione della ristrutturazione del palazzo amministrativo di Locarno (bene culturale di interesse cantonale), alla quale il Cantone ha contribuito con mezzo milione (un terzo di quanto previsto inizialmente dal Consiglio di Stato).