A oltre 10 anni dalla fatidica mozione Usi, si muovono passi decisivi verso l'entrata in funzione di due servizi sempre più richiesti dalle famiglie
Minusio allarga il ventaglio di aiuti alle famiglie con figli. Lo fa patrocinando, accompagnando e anche cofinanziando l’entrata in funzione di un nido per l’infanzia e di un servizio extrascolastico. Il primo troverà posto nella sede dell’Associazione Infanzia e Vita, mentre il secondo occuperà gli spazi lasciati liberi all’Oratorio San Giovanni Bosco dalla sezione di Scuola dell’infanzia nel frattempo traslocata nella sede ampliata in via Mezzaro. Entrambi i servizi sono stati affidati, a concorso pubblico, alla Fondazione Zerosedici, creata 26 anni fa (prima come associazione) dalla minusiense Jacqueline Ribi Favero. Zerosedici la cui presenza sul territorio è diventata nel tempo viepiù significativa, gestendo oggi nel Sopraceneri già cinque nidi per l’infanzia e due centri extrascolastici fra Muralto, Locarno, Gordevio e Bellinzona e occupando una settantina di impiegati. Con l’avvio delle due offerte comunali di Minusio è prevista l’assunzione di un’ulteriore ventina di persone.
«La necessità di dotare Minusio di un nido per l’infanzia era stata sottolineata da una mozione presentata nel 2014 dall’Unione socialisti e Indipendenti (Usi) – ricorda alla ‘Regione’ la capadicastero Socialità e Cultura di Minusio, Veronica Provenzale Uriati –. Per affrontare il tema era stata istituita una commissione speciale, che per vari mesi aveva approfondito la mozione, infine approvata all’unanimità, nell’ottobre del ’17, dal Consiglio comunale. Uno strumento importante per orientarsi era stato il sondaggio commissionato dal Comune alla Supsi nel 2015; sondaggio da cui era scaturito che la popolazione chiedeva non solo un nido, ma anche un centro extrascolastico».
Per la precisione, l’analisi dei questionari aveva permesso di stabilire che a Minusio “sono sempre meno i nuclei familiari tradizionali, ovverosia dove il padre è impiegato al 100% e la madre è casalinga o al massimo impiegata in percentuale inferiore o uguale al 30%”. Emergeva che più dell’80% degli uomini attivi professionalmente era impiegato tra l’80 e il 100%, mentre tre donne su quattro lavoravano a una percentuale superiore al 50%. Questo quadro prefigurava un utilizzo importante del nido dell’infanzia (e l’offerta di Minusio era considerata insufficiente), ma anche un maggior interesse verso un centro extrascolastico.
«Si tratta di due servizi che vanno di pari passo, ma si distinguono uno dall’altro – spiega Provenzale Uriati –: il nido si rivolge a bambini dagli 0 ai 4 anni – quindi da pochi mesi d’età fino all’inizio della Scuola dell’infanzia –, mentre l’extrascolastico è pensato per bambini e ragazzi dai 4 ai 15 anni e copre gli orari appunto extrascolastici, fino alle 19, ma anche le vacanze scolastiche, comprese quelle estive». Insomma una doppia risposta ai bisogni di un numero sempre crescente di famiglie in cui entrambi i genitori devono o vogliono lavorare: «In una società in evoluzione parliamo di situazioni sempre più diffuse – considera la municipale socialista –. Da un lato il doppio stipendio è un’esigenza economica per molte famiglie, anche appartenenti al ceto medio, che sempre più spesso non ci stanno più dentro con le spese. E poi ci sono molte donne che si sono impegnate in una formazione e hanno magari posizioni di rilievo; ci sono donne che considerano il proprio lavoro una fonte di indipendenza e di riconoscimento sociale, come anche una garanzia per il loro futuro. Per tutte queste ragioni queste donne non intendono lasciare la professione, dedicandosi almeno a un “part time”. Strutture come quelle in preparazione a Minusio sono per loro servizi essenziali, senza per questo dimenticare il valore di simili realtà di accoglienza sul piano educativo e sociale, a tutti i livelli, dalla primissima infanzia alle scuole superiori».
Il nido per l’infanzia di Minusio – la cui inaugurazione è prevista nel corso del 2026 – verrà dunque ubicato nella sede di Infanzia e Vita, conferma la municipale, «il cui pianterreno permette di ospitare fino a 9 bambini, mentre il primo piano fino a 17-19 bambini. Il bando di concorso prevede che l’ente gestore (Zerosedici, ndr) provvederà autonomamente all’assunzione del personale idoneo ai sensi della Legge sulle famiglie e del rispettivo Regolamento».
Quanto all’extrascolastico, all’Oratorio, da fine 2025/inizio 2026, vi sarà posto per un massimo di 20 unità. Il Comune parteciperà ai costi di locazione nella misura del 50% e con gli incentivi previsti dall’articolo 30 della Legge sulle famiglie. Per il nido, precisa la capadicastero Socialità, «il Comune è disposto ad assumersi per i primi anni anche l’altra metà del canone di locazione, previa presentazione dei conti dell’ente gestore, così da sostenere l’avvio di questo importante servizio. Essendo una struttura sussidiata dal Comune, sarà poi importante creare una commissione con all’interno una figura in rappresentanza del Municipio. Concludo dicendo che queste due strutture, insieme alla Scuola dell’infanzia neoristrutturata (tutte a pochi metri di distanza una dall’altra sul territorio comunale) creano una sorta di “triangolazione” dedicata a bambine e bambini e alle loro famiglie e offrono loro un concreto sostegno per una migliore conciliabilità famiglia-lavoro».