I risultati sono in profondo rosso (meno 2,2 milioni di franchi). Il Municipio propone di alzare il moltiplicatore già per quest'anno
Conti in profondo rosso per il Comune di Gambarogno, che chiude il 2024 con un disavanzo di 2,2 milioni di franchi. Un risultato che impone riflessioni e, stando al Municipio, contromisure immediate: prima fra tutte l’aumento del moltiplicatore d’imposta. Il consuntivo e la crescita della pressione fiscale verranno discussi dal Consiglio comunale nella seduta convocata per il prossimo 19 maggio. “Il risultato d’esercizio dell’anno passato – specifica il Municipio nel suo messaggio sui conti – evidenzia e conferma la situazione preoccupante per le nostre finanze. È compito e dovere degli organi politici effettuare, oltre che delle riflessioni, delle valutazioni per cercare le soluzioni atte alla crescita del Comune. Ridurre le spese non è impossibile, ma certamente complicato, soprattutto se si vogliono mantenere servizi e infrastrutture di qualità. Nondimeno molte sono le spese imposte sulle quali l’autorità locale non ha alcun margine di manovra. Impensabile è anche frenare tutti gli investimenti, ma sarà necessario stabilire delle priorità”. Lo stesso esecutivo sottoporrà quindi delle proposte per raggiungere il riequilibrio finanziario sul medio-lungo termine. Una di queste sarà proprio l’aumento delle imposte, sia per le persone fisiche sia per quelle giuridiche (ditte e aziende).
Ricordiamo che il preventivo per il 2024 ipotizzava un disavanzo di 1,3 milioni di franchi; il risultato, tuttavia, si è rivelato ben peggiore delle attese, con cifre rosse che superano i 2,2 milioni (30,8 milioni alle uscite e 28,6 alle entrate). “Il risultato conferma la tendenza negativa degli ultimi anni, interrotta parzialmente nel 2022 e 2023 unicamente grazie a una vendita immobiliare e a sopravvenienze d’imposta – indica il Municipio –. Possiamo affermare che l’importante scostamento tra il risultato di preventivo e di consuntivo è legato prevalentemente alle maggiori uscite per circa 950mila franchi nel settore degli anziani e del contributo alle spese di riduzione dei premi LaMal e delle prestazioni complementari Avs/Ai”.
Per quanto concerne gli investimenti, l’onere netto è stato di quasi 5 milioni di franchi: “Si registra un risultato globale negativo di 3,61 milioni impattando sul debito pubblico il quale, dopo la chiusura contabile, si assesta a 49,65 milioni”. Detto in altre parole, il debito pubblico pro capite al 31 dicembre 2024 ammontava a 9’782. In calo il capitale proprio, che da 13,7 passa a 11,5 milioni. “Alla luce di questi dati possiamo confermare che le nostre finanze non godono purtroppo di buona salute e che servono dei correttivi alfine di garantire la stabilità finanziaria”. E ancora, commentando gli indicatori finanziari: “Il nostro Comune negli ultimi anni attraversa una situazione finanziaria non semplice, ma che è frutto anche di importanti investimenti, specialmente legati alla costruzione del Porto”. Più avanti: “Il debito pubblico è in costante crescita e questo è dovuto alla necessità di ricorrere al capitale di terzi per finanziare gli investimenti, siccome attualmente non siamo nella possibilità di finanziarli tutti, o in buona parte, con mezzi propri. Il debito pubblico netto per abitante è sempre eccessivo, ma non rispecchia la realtà locale. Il nostro comprensorio è molto vasto e bisogna far fronte a importanti spese e investimenti per garantire servizi e infrastrutture. Tuttavia il debito pubblico pro capite è calcolato sulla popolazione residente permanente (5’086 abitanti al 31 dicembre 2023) e non sulla popolazione teorica (oltre il 60 per cento delle residenze sono secondarie). La quota di capitale proprio risulta ancora nella fascia media ma, a causa dell’importante disavanzo d’esercizio, è diminuita. Sarà dunque necessario trovare un equilibrio tra costi e ricavi allo scopo di evitare o mitigare i disavanzi d’esercizio, che in pochi anni andrebbero a erodere il capitale proprio”.
Una delle prime, e più dirette, contromisure, sarà l’aumento delle imposte, che scatterà retroattivamente, dal primo gennaio di quest’anno. La proposta del Municipio dovrà tuttavia superare lo scoglio del Consiglio comunale.
Lo scorso ottobre, nel messaggio sul preventivo 2025 (che per altro annuncia un nuovo disavanzo di due milioni di franchi), il Municipio aveva informato il legislativo del rinvio della discussione sul carico fiscale. La Legge organica comunale consente di procrastinare la decisione, che va però adottata entro il 31 maggio. “Il moltiplicatore – spiega ora l’Esecutivo –deve bilanciare la necessità di mantenere l’equilibrio finanziario nel medio-lungo termine, considerando però anche le necessità dei cittadini (mantenimento dei servizi, sopportabilità economica) e le priorità politiche (ad esempio investimenti in infrastrutture, obiettivi per rilanciare il Comune, eccetera)”.
Da anni il moltiplicatore del Gambarogno è fisso all’85 per cento dell’imposta cantonale. Ora, anche per compensare gli effetti sui Comuni della riforma fiscale sulle persone giuridiche (ditte e aziende) approvata dal Cantone, il Municipio propone di fare un balzo avanti “differenziato”: al 92 per cento per le persone fisiche e al 100 per cento per le persone giuridiche. Mantenendo stabile la pressione fiscale, il Comune esaurirebbe in pochi anni il capitale proprio. Per contro, con il balzo avanti fiscale prospettato, sommato a misure di riequilibrio, i disavanzi si ridurrebbero sensibilmente e i conti dovrebbero tornare al pareggio nel giro di un lustro. “Il dilemma non è solo finanziario, ma anche etico: intervenire ora, con senso di responsabilità, oppure rinviare la decisione alle future amministrazioni, con le incertezze che ciò comporta? La scelta non è semplice – conclude il Municipio –, poiché da un lato c’è la necessità di garantire la sostenibilità dei servizi pubblici e dall’altro il dovere di contenere il carico fiscale per i cittadini. È con questa consapevolezza che abbiamo valutato attentamente le possibili implicazioni di un eventuale aumento del moltiplicatore d’imposta”. Infine: “Da sottolineare che, grazie alla riforma fiscale, nonostante l’aumento del 15 per cento del moltiplicatore politico, le persone giuridiche pagheranno meno imposte di quante ne pagherebbero attualmente all’85 per cento”.