Lettera del Municipio al Dipartimento del territorio per chiedere un implemento della sicurezza su questo asse viario. Le rassicurazioni del Cantone
Le frane indotte da precipitazioni intense e dai cicli gelo/disgelo sono un fenomeno difficilmente arginabile. Discorso che vale anche per le tortuose strade di valle del nostro cantone. Seppur limitate nelle dimensioni, risultano non di rado molto pericolose poiché, oltre a ostruire i collegamenti viari, causano vittime, danni a persone, abitazioni, ai veicoli. È successo in occasione del tragico incidente verificatosi lo scorso 7 gennaio, quando un 44enne svizzero domiciliato nel Luganese ha perso la vita dopo che delle rocce franate avevano investito la sua vettura mentre transitava sulla strada della Val Colla. Inoltre, l’occorrenza delle frane superficiali è spesso improvvisa e priva di segnali premonitori, il che ne rende molto difficile la previsione. La necessità di proteggere le infrastrutture di comunicazione e i centri abitati ha portato, negli anni, a realizzare un notevole patrimonio di opere di difesa: barriere paramassi, rilevati, rafforzamenti corticali. Sull’argomento si è chinato, con una riflessione, il Municipio di Centovalli, che negli scorsi giorni ha trasmesso al Dipartimento del territorio uno scritto relativo alla gestione dei rischi legati ai pericoli naturali in generale. Il suo comprensorio è infatti attraversato dalla strada cantonale che da Golino/Intragna porta a Camedo (una quindicina di chilometri) e dalla ferrovia della Centovallina, particolarmente esposte (vista la conformazione geologica e geomorfologica del suo paesaggio) a smottamenti o cadute di materiale. “Nelle Centovalli negli ultimi decenni è stata migliorata di molto la fluidità stradale e di questo ne siamo grati, ma temiamo si siano investiti meno mezzi per la messa in sicurezza delle pareti rocciose o si siano adottate misure meno performanti rispetto ad esempio alla vicina Vigezzo (Ribellasca-Re)”, rilevava l’esecutivo nel preambolo.
La risposta (e le rassicurazioni) all’autorità centovallina è stata affidata alla Divisione delle costruzioni del Cantone, che ricorda, innanzitutto, a mo’ di introduzione, come “contro i pericoli naturali non esiste una protezione assoluta. L’obiettivo delle misure di premunizione è quindi quello di ridurre a un livello accettabile il rischio che un evento di rischio possa accadere attraverso la definizione di principi di protezione”. Sia la ferrovia della Centovallina/Vigezzina, sia la cantonale per buona parte attraversano, come noto, “zone soggette a fenomeni di caduta sassi e, per questo motivo, negli ultimi decenni, sono state realizzate oltre 150 opere di protezione. Queste opere sono principalmente costituite da reti paramassi, di aderenza, da sottomurazioni, da muri di protezione e ancoraggio che assicurano un livello di sicurezza conforme ai principi di protezione federali e cantonali”. Accanto a questi interventi mirati, vi è poi tutto il discorso legato alla selvicoltura dei boschi, che il Dipartimento del territorio promuove e che viene svolto anche in collaborazione con gli enti locali. Se i boschi di protezione sono mantenuti in buono stato, possono infatti svolgere il loro ruolo fondamentale di protezione contro i pericoli naturali, impedendo ad esempio il distacco di materiale assorbendo gli impatti di grossi blocchi e massi, caduti o rotolati giù dalle scarpate e trattenendo, attraverso le radici, il terreno.
Resta comunque il fatto che prevedere quando e come un masso si staccherà dal pendio è impossibile. Gli interventi mirati di bonifica e disgaggio di rocce instabili servono proprio a ridurre l’eventualità di un franamento. L’autorità centovallina chiedeva lumi anche sull’eventuale posa di sensori di movimento, che possano far scattare per tempo dei segnali di pericolo. Dei sistemi tra l’altro già impiegati con successo in altre parti del Ticino (come sul Lucomagno). Secondo la Divisione delle costruzioni, tuttavia, “questi sistemi non sono applicabili alla realtà locale, in quanto l’area interessata dalla problematica è troppo vasta e non può essere monitorata come avviene su superficii limitate. Ad ogni buon conto, con l’aiuto dell’Ufficio della geomatica il pendio viene monitorato in maniera periodica, in particolare tra Camedo e Borgnone (zona frana dei Ruinacci); in caso di segnali di movimenti di materiale sospetti, è comunque possibile installare, rapidamente, un monitoraggio continuo.
All’ultima richiesta contenuta nella lettera del Municipio centovallino, relativa alla predisposizione di un piano d’intervento per la messa in sicurezza della rete stradale cantonale, i responsabili della Divisione costruzioni fanno presente che oltre alla realizzazione, puntuale, di nuove opere di protezione, riveste un ruolo fondamentale la manutenzione e il controllo delle esistenti. Discorso che vale, da vicino, anche per la ferrovia. A oggi lungo la strada delle Centovalli sono disseminate 50 opere di premunizione tutte verificate e testate negli ultimi due anni. Ulteriori 125 opere di premunizione sono invece gestite direttamente dalla Fart e assicurano sia i binari del treno, sia la carreggiata stradale. A titolo informativo, il Cantone per la tutela dai pericoli naturali delle strade di sua competenza, dal 2011 e fino a fine 2027 ha già investito o prevede di investire 45,5 milioni di franchi.