Dopo gli episodi che hanno macchiato la passata edizione il prossimo weekend oltre mille bambini torneranno a calcare i campi della Morettina
Hanno tentennato, ma alla fine la passione e la voglia di regalare nuovamente quel sogno che loro stessi hanno vissuto da piccoli hanno prevalso negli organizzatori del Torneo scolari, che anche quest’anno accoglierà, nel prossimo weekend, oltre mille bambini sui campi della Morettina di Solduno. «Dopo quanto capitato durante la passata edizione, ci aspettavamo meno iscritti, circa 600, per cui siamo piacevolmente sorpresi, si tratta di un attestato di fiducia che però allo stesso tempo rappresenta una grande responsabilità».
A parlare per il comitato della manifestazione calcistica che ormai dal 1983 vede sfidarsi le classi dalla prima alla quinta elementare della regione è David Conti e il riferimento è ai gravi episodi verificatisi durante l’edizione 2024 del torneo, con almeno tre casi di violenza e minacce di cui uno, accaduto durante le finali di domenica pomeriggio, che ha persino portato a una denuncia penale da parte dei genitori di un giovane arbitro aggredito da un accompagnatore di una squadra… «Non dico che in passato di problemi non ce n’erano mai stati, ma negli ultimi anni si è verificata un’escalation e in un certo senso sentivamo arrivare il patatrac – spiega ancora Conti –. Non a caso, avevamo provato a reintrodurre la presenza obbligatoria del docente titolare a bordo campo, senza tuttavia trovare i favori di alcuni istituti scolastici. Peccato che ci sia voluto il casino dello scorso anno per far capire a questi ultimi che qualcosa andava fatto, perché da nostre informazioni in vista di questa edizione le scuole hanno cercato di sensibilizzare maggiormente i genitori degli allievi».
Un “casino” che ha portato gli organizzatori, ritrovatisi «un po’ tra l’incudine e il martello», a riflettere sul futuro dell’evento… «All’inizio la frustrazione per quanto capitato era davvero tanta e ci siamo chiesti “ma chi ce lo fa fare di andare avanti”. Poi però è prevalsa la passione che in sostanza ci ha spinto a organizzare la manifestazione in tutti questi anni. Il Torneo scolari fa parte della tradizione del Locarnese, molti di noi genitori lo ricordano con affetto, correvamo su quei campi con entusiasmo, passione e spirito di squadra ed è importante che anche i nostri figli possano vivere la stessa esperienza, beninteso in un ambiente accogliente, sicuro e rispettoso. Ci siamo quindi rimessi al lavoro e gli ultimi mesi sono stati decisamente impegnativi, ma grazie anche alla collaborazione con le autorità e gli enti scolastici, pensiamo di aver trovato una soluzione condivisa che ci consente di continuare questa manifestazione tanto sentita».
Molte le opzioni vagliate in svariati ambiti, a cominciare da quello della sicurezza… «Abbiamo ipotizzato di “blindare” il torneo escludendo il pubblico (quindi genitori e parenti), ma sarebbe venuto meno un po’ il senso di quelle che in fondo sono due giornate di festa per le famiglie e inoltre non ci sembrava giusto penalizzare 3mila persone per colpa di dieci deficienti. Abbiamo quindi optato per limitare l’accesso a determinate aree della Morettina – su tutti i rettangoli da gioco – a poche persone autorizzate quali ad esempio i responsabili delle squadre, che saranno dotati di un apposito braccialetto. In caso di violazione, le partite saranno interrotte. A far rispettare le regole ci saranno due agenti di sicurezza ufficiali e anche la collaborazione con la polizia è stata intensificata».
Uno dei temi più delicati è sicuramente quello della vendita e del conseguente consumo eccessivo di alcol, spesso e volentieri un fattore in caso di alterchi… «Non vendere alcolici e in particolare birra (una delle principali entrate della manifestazione, ndr), avrebbe voluto dire introdurre una tassa di partecipazione per ogni bambino. E in ogni caso non avrebbe risolto il problema, visto che molte persone si portano da casa l’alcol o arrivano già “bevute”. Però un passo in questa direzione lo abbiamo fatto abbassando la gradazione della birra della nostra buvette».
Tra le possibilità messe sul piatto proprio dal presidente del comitato organizzatore per abbassare il livello di tensione dentro e fuori dal campo, anche quella di «togliere risultati e classifiche e giocare solo per divertirsi, un po’ come avviene nell’hockey, ma il mondo del calcio non ha ancora questa mentalità (a tal proposito va comunque sottolineato che i tornei Playmore, introdotti dall’Associazione svizzera e proposti anche dalla Federazione ticinese di calcio per i più piccoli, prevede proprio lo svolgimento di partite senza risultati e classifiche, ndr)».
Fatto sta che l’edizione alle porte «rappresenta per tutti noi una nuova partenza. Alcuni comportamenti del passato non possono essere più tollerati: il campo da calcio deve tornare a essere un luogo di sport, di festa e soprattutto di crescita. Vogliamo dimostrare che abbiamo fatto bene a credere in questo torneo, e che è possibile andare avanti con maggiore consapevolezza. Tutti – bambini, docenti, responsabili, genitori, parenti e volontari – possono contribuire a creare qualcosa di bello e significativo. È solo con l’impegno e la partecipazione di tutti che potremo garantire ai nostri giovani un’occasione di sport, amicizia e crescita che resterà nei loro ricordi».
E se anche stavolta dovessero verificarsi episodi disdicevoli? «Abbiamo scelto di dare una seconda possibilità, e questa è la seconda possibilità. La nostra speranza è che la gente e in particolare i genitori abbiano capito che comportandosi male danneggerebbero solo i bambini».