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Onsernone, il Municipio dichiara guerra alle aliene

Specie invasive, pronto un piano concordato con gli Uffici forestali di gestione e lotta nella bassa valle. Il credito al vaglio del Consiglio comunale

(Ti-Press)
11 giugno 2025
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Fermiamo le specie aliene invasive! La battaglia la dichiara il Municipio di Onsernone che allo scopo di difendere il prezioso patrimonio naturalistico della sua valle, minacciato dall’avanzamento di specie non autoctone quali le palme di Fortune, il poligono del Giappone, l’ailanto – per non citare che le più conosciute – ha elaborato, d’intesa con l’Ufficio della pianificazione forestale, della selvicoltura e della protezione del bosco (Ufficio forestale dell’8° circondario) un vero e proprio piano d’azione. Il progetto di gestione delle neofite dovrà ottenere l’avallo del Consiglio comunale, al quale in occasione dell’ormai prossima seduta viene sottoposto un credito di 100mila franchi, spalmati su un periodo di un lustro (dedotti i sussidi, sulle spalle del Comune rimarranno 41mila franchi) per finanziare questa azione mirata. Negli ultimi anni – si legge nella prefazione del documento elaborato dagli esperti forestali –, complici anche i cambiamenti climatici, le piante esotiche invasive si sono diffuse sempre di più anche in Valle Onsernone. Principalmente introdotte volontariamente a scopo ornamentale o in alcuni casi accidentalmente (per esempio con terra contaminata), queste specie hanno colonizzato le aree anche fuori dal luogo d’introduzione. Sono in grado di adattarsi al nuovo ambiente e soprattutto di riprodursi, dando vita a popolazioni che si autosostengono naturalmente, senza bisogno dell’intervento dell’uomo.

Principalmente interessate sono le zone a ridosso degli abitati della bassa valle, i boschi, i margini boschivi, le siepi, i prati e i terreni abbandonati oppure gli alvei dei riali. La loro rapida espansione riduce notevolmente la biodiversità negli ambienti invasi, ha un impatto negativo sulla funzione protettiva del bosco, impedisce lo sviluppo di una rinnovazione naturale con specie indigene (le infestanti modificano anche le proprietà fisico-chimiche e la struttura dell’habitat che le accoglie), causa dei problemi alla salute e non da ultimo crea dei costi di gestione elevati (che aumentano esponenzialmente con un aumento del grado di presenza delle neofite), sia degli ambienti naturali che delle infrastrutture (strade, muri di sostegno). Impedire l’espansione verso l’alta valle risulta quindi prioritario per preservare habitat ancora intatti o comunque poco contaminati.

Le strategie di contrasto alla diffusione

Preoccupata di questa avanzata, l’autorità municipale ha dunque ritenuto opportuno passare all’azione, prima che i danni al patrimonio boschivo indigeno e l’impatto sulla biodiversità risultino irreversibili. La strategia prevede di focalizzare l’attenzione inizialmente sulle frazioni di Auressio, Loco e Berzona, in pratica la ‘porta d’entrata’ delle neofite (8 le specie identificate dagli esperti presenti sulla ‘lista nera’) verso il resto della vallata. Si è dapprima proceduto a una sorta di censimento/mappatura, in modo da avere davanti agli occhi un quadro esaustivo della situazione. Gli interventi previsti, affidati a un’azienda forestale, con la collaborazione degli operai comunali e, non da ultimo, anche della popolazione, riguardano solo una gestione attiva delle specie più problematiche per il compartimento boschivo. A seconda della specie, in base alla sua diffusione, si procede con l’eradicazione (eliminazione completa dei focolai). Il contenimento intende sia una prevenzione di un’ulteriore diffusione sia una riduzione dell’area colonizzata. Non si farà capo a prodotti fitosanitari specifici.

Va da sé che per contrastare questa emergenza anomala, la popolazione onsernonese verrà informata (attraverso vari canali e una serata pubblica) su come procedere e aumentare, così, anche la conoscenza della problematica, prevenendo comportamenti o azioni scorrette che possano favorire l’ingresso di nuove specie sul territorio regionale o l’ulteriore diffusione di quelle già presenti.

Tutti gli interventi di eradicazione e/o controllo richiederanno una attività di monitoraggio ‘post-operam’ per diversi anni, in modo tale da controllare la presenza di eventuali individui sfuggiti all’intervento o rigeneratisi da frammenti di piante e/o semi rimasti nel terreno. L’attività di monitoraggio può servire anche a valutare il recupero della vegetazione autoctona in seguito agli interventi attuati. Ricordiamo che un’analoga battaglia è stata avviata anche in Valle Verzasca lo scorso anno. Gli sforzi si concentrarono nei territori di Brione Verzasca e Vogorno.