All'artista sono dedicate una mostra al Museo Onsernonese e una monografia che ripercorre una sua veste inedita: affreschista di chiese e abitazioni
Domenica 15 giugno, alle 16, nella sede di Loco, il Museo Onsernonese inaugura la mostra e la pubblicazione dedicate a vita e opera del pittore onsernonese Carlo Agostino Meletta, ancora poco conosciuto dal grande pubblico benché considerato uno dei più validi artisti ticinesi dell'Ottocento. Nato a Loco nel 1800 e morto nel 1875 mentre affrescava una chiesa di Valfurva (Valtellina), è stato uno tra i più rinomati pittori popolari del nostro cantone. Conosciuto fino a oggi per la sua attività di ritrattista, attraverso un'esposizione e una monografia viene presentato sotto una veste inedita: affreschista di chiese, cappelle, abitazioni, nonché autore di tele d'arte sacra ed ex voto di pregevole fattura. La mostra e la pubblicazione svelano il ritratto di un uomo che come molti suoi conterranei percorse la via dell'emigrazione, ma mantenne vivo e profondo il legame con la realtà sociale e culturale della sua valle, affidandole preziose tracce della sua arte.
Nell’anno in cui si commemorano i 225 anni dalla nascita e i 150 anni dalla morte di Meletta, il Museo Onsernonese e la Pro Onsernone presentano, dunque, congiuntamente, una nuova monografia su colui che può essere considerato il più conosciuto e riconosciuto pittore della valle. La pubblicazione mette in luce, ricostruisce compiutamente e valorizza la personalità e l’opera di un artista importante non solo per la regione del Locarnese, ma anche per l’intera cultura figurativa del Canton Ticino.
Parallelamente, attraverso Carlo Agostino Meletta, si è voluto portare uno sguardo sull’Onsernone dell’Ottocento, offrendo al lettore uno spaccato della vita della gente della valle e i suoi dintorni ai tempi in cui egli era attivo come pittore. Un’epoca di profonde trasformazioni che in pochi decenni lo vede testimone – inconsapevole – di un secolo cardine tra il Ticino dell’epoca dei baliaggi e il cantone che nel Novecento s’incammina sulla via della modernità. Aspetti che consentono di comprendere meglio la dimensione umana e artistica della personalità del pittore. Curato da Giulio Foletti e Mattia Dellagana, il volume edito da Salvioni Arti Grafiche è accompagnato da una mostra dedicata all’arte di Meletta. Al fine d’illustrare i diversi campi nei quali il pittore è stato attivo durante oltre mezzo secolo a metà dell’Ottocento, l’esposizione è composta da quattro sezioni. In una sala si trova una selezione di tele a carattere religioso della collezione del Museo e delle parrocchie della valle, gli ex voto a lui attribuiti, nonché numerosi disegni a matita e inchiostro utilizzati dal Meletta come modelli per i suoi lavori ad affresco in chiese, oratori e cappelle dell'Onsernone e di diversi altri luoghi in Ticino e oltre (Valtellina). L’ultima sezione, di gran lunga la più importante, riguarda i ritratti. Grazie a numerosi prestiti, la quasi totalità delle tele a lui attribuite ha potuto essere riunita ed esposta in una sorta di “galleria melettiana” che permette, all’interno di un solo spazio, di ammirare e apprezzare la sua produzione in questo campo. La mostra, che consente di restituirgli il giusto riconoscimento che merita nella storia della pittura ticinese, è visitabile fino a domenica 26 ottobre.