Loco

Tributo a Carlo Agostino Meletta, pittore e ritrattista ‘ritrovato’

All'artista sono dedicate una mostra al Museo Onsernonese e una monografia che ripercorre una sua veste inedita: affreschista di chiese e abitazioni

(Museo Onsernonese)
11 giugno 2025
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Domenica 15 giugno, alle 16, nella sede di Loco, il Museo Onsernonese inaugura la mostra e la pubblicazione dedicate a vita e opera del pittore onsernonese Carlo Agostino Meletta, ancora poco conosciuto dal grande pubblico benché considerato uno dei più validi artisti ticinesi dell'Ottocento. Nato a Loco nel 1800 e morto nel 1875 mentre affrescava una chiesa di Valfurva (Valtellina), è stato uno tra i più rinomati pittori popolari del nostro cantone. Conosciuto fino a oggi per la sua attività di ritrattista, attraverso un'esposizione e una monografia viene presentato sotto una veste inedita: affreschista di chiese, cappelle, abitazioni, nonché autore di tele d'arte sacra ed ex voto di pregevole fattura. La mostra e la pubblicazione svelano il ritratto di un uomo che come molti suoi conterranei percorse la via dell'emigrazione, ma mantenne vivo e profondo il legame con la realtà sociale e culturale della sua valle, affidandole preziose tracce della sua arte.
Nell’anno in cui si commemorano i 225 anni dalla nascita e i 150 anni dalla morte di Meletta, il Museo Onsernonese e la Pro Onsernone presentano, dunque, congiuntamente, una nuova monografia su colui che può essere considerato il più conosciuto e riconosciuto pittore della valle. La pubblicazione mette in luce, ricostruisce compiutamente e valorizza la personalità e l’opera di un artista importante non solo per la regione del Locarnese, ma anche per l’intera cultura figurativa del Canton Ticino.

La realtà vallerana di quei tempi

Parallelamente, attraverso Carlo Agostino Meletta, si è voluto portare uno sguardo sull’Onsernone dell’Ottocento, offrendo al lettore uno spaccato della vita della gente della valle e i suoi dintorni ai tempi in cui egli era attivo come pittore. Un’epoca di profonde trasformazioni che in pochi decenni lo vede testimone – inconsapevole – di un secolo cardine tra il Ticino dell’epoca dei baliaggi e il cantone che nel Novecento s’incammina sulla via della modernità. Aspetti che consentono di comprendere meglio la dimensione umana e artistica della personalità del pittore. Curato da Giulio Foletti e Mattia Dellagana, il volume edito da Salvioni Arti Grafiche è accompagnato da una mostra dedicata all’arte di Meletta. Al fine d’illustrare i diversi campi nei quali il pittore è stato attivo durante oltre mezzo secolo a metà dell’Ottocento, l’esposizione è composta da quattro sezioni. In una sala si trova una selezione di tele a carattere religioso della collezione del Museo e delle parrocchie della valle, gli ex voto a lui attribuiti, nonché numerosi disegni a matita e inchiostro utilizzati dal Meletta come modelli per i suoi lavori ad affresco in chiese, oratori e cappelle dell'Onsernone e di diversi altri luoghi in Ticino e oltre (Valtellina). L’ultima sezione, di gran lunga la più importante, riguarda i ritratti. Grazie a numerosi prestiti, la quasi totalità delle tele a lui attribuite ha potuto essere riunita ed esposta in una sorta di “galleria melettiana” che permette, all’interno di un solo spazio, di ammirare e apprezzare la sua produzione in questo campo. La mostra, che consente di restituirgli il giusto riconoscimento che merita nella storia della pittura ticinese, è visitabile fino a domenica 26 ottobre.