Approvata dal governo la risoluzione per la realizzazione del manufatto che sostituirà quello distrutto dall'alluvione della scorsa estate
Prima pietra il 7 luglio prossimo, consegna nel novembre del ’26, costo circa 8,5 milioni di franchi (interamente a carico del Cantone). Sono i pilastri su cui idealmente poggia il ponte che a Visletto andrà a sostituire quello provvisorio costruito dall'Esercito e poi, sine die, il manufatto originario e storico distrutto dall'alluvione di fine giugno 2024. L'operazione, che sarà durata un anno e spiccioli dalla dismissione del vecchio ponte all'inizio della costruzione di quello nuovo, è stata presentata questa mattina a Palazzo delle Orsoline dal ministro del Territorio Claudio Zali e dal capo Area operativa della Divisione delle costruzioni, ingegner Fabiano Martini, a stretto giro di posta dopo la risoluzione governativa riguardante la realizzazione.
Vista la conclamata provvisorietà del ponte dell'Esercito (reso operativo un mese dopo la cancellazione dell'altro) il Dt aveva deciso di stringere, avviando un iter nella forma di “impresa totale”. L’iter di assegnazione dell’appalto si era svolto in tre fasi: la richiesta iniziale di offerta e la definizione dei team offerenti, l’allestimento di un progetto di massima e, infine, di un progetto definitivo. Considerata la rilevanza dell’opera e il suo impatto in termini paesaggistico e ambientale, erano state invitate sette ditte ed erano pervenute quattro candidature attraverso consorzi.
Il progetto selezionato è del Consorzio VISLÈ, “risultato migliore – è stato detto – per la solidità della proposta e il rispetto dei requisiti di gara. Il ponte si distingue per la qualità dell’integrazione paesaggistica e l’impatto ambientale contenuto, grazie a un tracciato più fluido e a una struttura snella, in armonia con la passerella ciclopedonale esistente”. Avrà una lunghezza complessiva di 146,4 metri e una larghezza totale di 8 metri, inclusi i cordoli. Sarà costituito da una trave continua a cinque campate con sezione mista, prevalentemente in acciaio corten, mentre le spalle, le pile e la piattabanda saranno in calcestruzzo armato.
Il nuovo manufatto garantirà il funzionamento in modo stabile delle condotte per l’evacuazione delle acque luride, l’approvvigionamento di acqua potabile, la fornitura di corrente elettrica e delle comunicazioni.
Dal punto di vista idraulico e morfologico, la struttura risulterà a monte rispetto al vecchio tracciato, si tratta di una scelta tecnica che migliora la sicurezza contro l’erosione. Le pile avranno sezione circolare con un diametro di 1,30 metri (quindi saranno particolarmente strette); ciò “ridurrà la formazione di fosse erosive, indipendentemente dall’angolo di attacco della corrente”.