Il mondo culturale ticinese perde un grande personaggio. Amico e compagno musicale di Dimitri e Pietro Bianchi, fu direttore del Teatro fondato dal clown
Rimane senza note la chitarra di Roberto Maggini. Ma la sua musica, con il suo umorismo e la sua propensione naturale ai rapporti umani, non smette di scaldare i cuori di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo o anche solo di vederlo e ascoltarlo in duo con Pietro Bianchi o con un altro suo grande, inseparabile amico, Dimitri, del cui teatro a Verscio è stato anche direttore.
Maggini è morto all'età di 81 anni a San Vito Lo Capo, in quella Sicilia che tanto amava e dove si recava spesso. L'eco della sua dipartita si è rapidamente estesa a tutto il cantone, a cominciare dagli ambienti artistici e culturali che per una vita ha frequentato con il suo inconfondibile mix di talento, simpatia e voglia di condivisione.
Intragnese di nascita, figlio di Luigi, spazzacamino, e di Maria, che ha a lungo gestito l'Osteria Centovalli, Roberto era l'ultimo di due fratelli (fra cui Ermanno, noto musicista e compositore morto nel ’91) e una sorella. Artista per vocazione, si era formato come montatore elettricista diventando in età giovanile tecnico delle luci di Dimitri, che nel ’75 lo ebbe poi fra gli allievi della prima classe della sua Scuola di teatro a Verscio; un periodo ricordato da un altro allievo di allora, Miguel Àngel Cienfuegos, oggi direttore artistico della Compagnia Teatro Paravento: «Quando giunsi in Ticino dal Cile, nel marzo del ’74, Roberto fu tra le prime persone che conobbi e che frequentai unitamente a Dimitri, la cui famiglia, com’è noto, pure accolse dei cileni. Ricordo ancora la volta in cui in pizzeria, con me e altri miei compatrioti, c'erano Dimitri, Gunda e Roberto. Dimitri ci parlò della sua intenzione di aprire, l'anno dopo, una scuola di teatro. Roberto immediatamente si disse interessato e così feci anch'io, che già in Cile avevo studiato teatro. Dimitri ci guardò ed esclamò: “Bene, abbiamo già due allievi!”». Terminata la scuola, nel ’78, «proprio con quella prima classe Dimitri ci chiese di partecipare con una messinscena al Festival di Berlino, quell'anno dedicato al circo. Beh, già allora, e poi per tutta la sua vita, Roberto era nel gruppo un punto di riferimento, un trascinatore, un clown nato con quel suo straordinario umorismo e un'innata simpatia». Il che, conclude Cienfuegos, «gli ha sempre permesso di entrare facilmente in relazione con le persone e ricoprire incarichi che richiedevano contatti con il territorio: come direttore del Teatro Dimitri, vicedirettore del Teatro di Locarno, membro di comitato dell'Associazione piccoli teatri svizzeri e anche della commissione culturale cantonale».
Proprio dalla Compagnia Teatro Paravento è arrivato un pensiero per “l'amico e compagno di scena Roberto Maggini, uno tra i fondatori della nostra Compagnia. Il suo contributo alla nascita del nostro gruppo, nell’agosto del 1982, è stato fondamentale. Il suo carattere gioviale e la sua grande capacità di allacciare relazioni sociali gli permisero di aprire diverse porte che favorirono lo sviluppo della nostra iniziativa. Oltre che per le sue capacità musicali e attoriali, lo ricorderemo per i gioiosi momenti vissuti durante le nostre tournée, dove non mancava mai di divertirci con il suo umorismo o raccontandoci gustosi aneddoti e non di rado cantandoci una canzone. Benché da molti anni non fosse più membro della Compagnia, era molto spesso spettatore degli spettacoli del nostro cartellone e ogni volta che ha potuto ci ha dato una mano in diversi ambiti. A lui va il nostro grazie di cuore, e alla famiglia le nostre più sentite condoglianze”.
«Non era solo un partner musicale, ma il fratello maschio che non ho mai avuto. Per me è molto dura, perché si chiude un lungo ciclo. Ho fatto molte altre cose nella mia vita, ma avere un duo è qualcosa di particolare e un duo che dura così tanto è rarissimo, direi unico in musica». È il commosso ricordo di Pietro Bianchi, che per 50 anni ha condiviso con Maggini il piacere di suonare, cantare e condividere la musica popolare. «Se penso come ci siamo conosciuti: all'inizio degli anni 70 ero a Parigi a studiare e per strada ho visto un manifesto. Parlava di uno spettacolo del “clown di Ascona”: era Dimitri prima di diventare Dimitri. Sono andato a vederlo e poi ho chiesto di entrare in camerino per farmi conoscere. Con Dimitri c'era il suo tecnico: Roberto. Tempo dopo l'ho ritrovato a un “open air” sulla golena del Ticino. Io ero con il mio violino, lui con la sua chitarra. Suonammo insieme e fu bello. Il giorno dopo mi chiamò e mi chiese se potevo accompagnarlo al Kleintheater di Lucerna al posto di Dimitri, che doveva recarsi in Israele. Accettai e da lì è iniziata la nostra avventura: non abbiamo mai fatto una prova, ma migliaia di spettacoli nei 5 continenti. Erano i tempi in cui l'ente turistico ticinese di Marco Solari promuoveva in giro per il mondo la nostra “terra d'artisti”. Roberto, artista lo era a tutto tondo, anche grazie alla sua insaziabile curiosità verso le persone e le loro tradizioni».
Tornando alle origini del Maggini musicista, Bianchi ricorda che «Roberto fu il primo batterista dei Nightbirds. Quando arrivò Eliano Galbiati gli cedette lo sgabello e diventò tecnico di Dimitri per le sue “tournées” internazionali. Fu Dimitri (grande polistrumentista) ad insegnargli a suonare la chitarra: voleva che lo accompagnasse quando gli veniva chiesto di andare a suonare e cantare le canzoni popolari ticinesi. Insieme hanno pubblicato tre Lp. Fra i due c'era un grande legame: se si andava a casa di Roberto, a Intragna, era un... Museo Dimitri, con tutti i ricordi comuni e l'affetto che provava per un personaggio straordinario, che era capace (come gli dissi un giorno) di trasformare tutto in poesia».
«Per mio papà lui era “l'usignolo delle Centovalli“, “il mè soci”», ricorda Masha Dimitri. «Roberto Maggini è entrato a far parte della nostra famiglia quando io e i miei fratelli eravamo ancora piccoli ed è stato sicuramente uno dei più grandi amici e compagni di avventure di mio padre. Ricordo quando si trovavano a casa nostra per far le prove dei loro spettacoli. Abbiamo trascorso davvero tanti anni assieme. Era un uomo buono, molto interessato a tutto ciò che ruota attorno all'arte. Lo si trovava ovunque si parlasse di teatro, musica, cultura. Non c'era un evento in Ticino dove lui non fosse presente. Roberto è stato tra i primi studenti della Scuola teatro Dimitri e pure membro della prima compagnia teatrale (come cantastorie). Posso dire che aveva la commedia nel sangue ed è in questa forma d'arte che ha scoperto sé stesso e la sua vocazione. È stato vicino a mio padre fino alla fine, non hanno mai smesso di frequentarsi. Ricordo anche il suo impegno a favore dei giovani artisti, che voleva sostenere proprio perché conscio delle difficoltà finanziarie con cui spesso sono confrontati. Per noi tutti è un pilastro che viene a mancare. Potrà sembrare strano, ma proprio l'altroieri volevo telefonargli per avere sue notizie. Poi, complici degli impegni, non ho avuto modo di contattarlo. Si è fatto vivo lui, a modo suo... Mi rasserena saperlo in buona compagnia lassù, intento a cantare e divertirsi con mio padre».
I funerali si terranno dopo che saranno espletate le formalità per il rimpatrio della salma.