Il gruppo di minoranza critica l’abbandono dell’istanza con Locarno e la scelta del Municipio di ‘correre’ verso Gordola, chiedendo ‘onestà e trasparenza’
Il tema aggregazione torna a dividere Lavertezzo. A pochi giorni dalla chiusura, comunicata giovedì dal Consiglio di Stato, del progetto aggregativo tra Locarno e il piccolo comune del Piano di Magadino e con gli approfondimenti in corso ormai da mesi per un’unione tra quest’ultimo e Gordola (i due Municipi stanno per inoltrare a Bellinzona l’istanza aggregativa), a prendere posizione in maniera decisa è il gruppo politico Per Lavertezzo. Che, ricordiamo, era stato il principale promotore del tentativo di matrimonio con la Città avviato nel 2023, prima del ribaltone delle elezioni dell’aprile 2024 che ha portato la maggioranza, sia nell’Esecutivo (3 municipali su 5) sia nel Legislativo, in mano alla forza politica del neosindaco Andrea Berri, Per il Paese, la quale tenendo fede ai propositi della campagna elettorale ha interrotto il processo di avvicinamento a Locarno per poi virare su Gordola.
Un cambio di rotta su un “tema complesso ma fondamentale per il futuro dei nostri servizi, delle finanze e della qualità della vita che vogliamo garantire alle generazioni future” che non va giù al gruppo di minoranza, appunto Per Lavertezzo, che in una presa di posizione afferma come “oggi ci troviamo di fronte a un paradosso: proprio coloro che hanno accusato il passato Municipio di scarsa trasparenza, agiscono ora in modo ben più opaco. Durante la seduta del Consiglio comunale del 12 giugno, solo su sollecito è stato comunicato – senza possibilità di dibattito – il ritiro dell’istanza di aggregazione con Locarno. Oggetto di pertinenza del Municipio sì, ma nel silenzio più assoluto e con scarse analisi oggettive, si è così chiusa una porta senza nemmeno chiedere alla cittadinanza se volesse tenerla aperta”. Una porta oltretutto chiusa a “un partner forte, con un territorio adiacente al nostro, infrastrutture solide e una disponibilità già dimostrata concretamente, come nel recente supporto in momenti di crisi idrica. E, soprattutto, non ha bisogno di noi”.
Come invece, secondo gli scriventi, il nuovo spasimante... “Il Municipio ha avviato in modo unilaterale e accelerato i passi per una possibile aggregazione con il Comune di Gordola, il quale ha ben altri motivi per accogliere con favore tale unione. A partire dalla possibilità di aumentare la superficie edificabile realizzabile, che a Gordola scarseggia, fino alla necessità di rafforzare la propria posizione di fronte a richieste di sostegno finanziario cantonale, legate al numero di abitanti. In sostanza, è Gordola ad aver bisogno di Lavertezzo. E non il contrario”.
A supporto di questa tesi Per Lavertezzo – la cui municipale Tiziana Gerosa Szpiro, va sottolineato, fa parte del gruppo di lavoro che sta portando avanti l’aggregazione – fa notare come “Gordola presenta un bilancio comunale appesantito da investimenti futuri molto consistenti (nel piano finanziario 2025-2028 sono contenuti investimenti netti per poco più di 22 milioni di franchi, ndr) e da una richiesta d’indennizzo per espropriazione materiale che supera i 20 milioni di franchi, il che solleva legittimi dubbi sulla capacità di pianificare responsabilmente. In parallelo, la sua pianificazione urbanistica desta preoccupazione per il possibile impatto negativo sul nostro territorio e sul valore immobiliare dei nostri fondi. Ciò che oggi ha valore a Lavertezzo potrebbe essere ridimensionato per compensare gli eccessi di Gordola”.
Da qui le domande: “Quali sono oggi, dati alla mano, i vantaggi concreti per Lavertezzo in un’unione con Gordola? In cosa migliorerebbero i nostri servizi, le nostre finanze? E, soprattutto, perché si evita un confronto pubblico sul tema?”.
Nella lettera aperta si sottolinea la troppa fretta con cui si starebbe proseguendo, ignorando “l’urgenza di uno studio comparativo serio tra le due opzioni possibili (Locarno e Gordola)”, quando invece “il Comune ha il dovere di agire con visione. In un’aggregazione i vantaggi devono essere reciproci. Una collaborazione tra comuni è certamente necessaria per garantire continuità, professionalità e servizi di qualità. Tuttavia, ogni forma di unione intercomunale implica un sacrificio di autonomia. Questo è un prezzo che possiamo anche accettare, ma solo se il ritorno – in termini di efficienza, sviluppo e benessere – è evidente e condiviso. E oggi non lo è”.
In conclusione, i rappresentanti di Per Lavertezzo spiegano come “è nostra intenzione spingere alla riflessione, sollecitare una partecipazione consapevole” e invitano il Municipio “a rallentare, a ritrovare il senso del confronto democratico, a coinvolgere attivamente le cittadine e i cittadini (a tal proposito va ricordato che i Comuni di Lavertezzo e Gordola hanno messo a disposizione dei cittadini due indirizzi di posta elettronica per esprimere la loro opinione, ndr), anche attraverso una consultazione preliminare. Diamo voce alla nostra comunità prima di compiere scelte irreversibili. Chiediamo che vengano elaborate proiezioni finanziarie affidabili, analisi comparative tra i due scenari verosimili (Locarno e Gordola), valutazioni pianificatorie, studi sulla sostenibilità dei progetti futuri. Solo con questi elementi potremo decidere con serenità e responsabilità. Perché questa è casa nostra. Il nostro futuro merita ben più che un’aggregazione decisa frettolosamente, senza reale consenso né visione strategica. Facciamoci domande. Pretendiamo risposte”.