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Per il sindaco di Lavertezzo la porta è aperta (in tutti i sensi)

Andrea Berri risponde alle critiche, apre al dialogo ma mette anche in dubbio la composizione del gruppo che sta lavorando all’aggregazione con Gordola

1 luglio 2025
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«Grazie per dare voce anche a chi non la pensa come me o come la maggioranza schiacciante della popolazione di Lavertezzo».

Andrea Berri, sindaco del piccolo Comune sul Piano di Magadino, si rivolge direttamente ai rappresentanti dell’opposizione Per Lavertezzo (due municipali contro i tre del “suo” Per il Paese), i quali nel criticare la – secondo loro – fretta con cui l’esecutivo ha deciso di abbandonare l’istanza aggregativa con Locarno e imboccare la strada verso Gordola, hanno chiesto maggior trasparenza e fatto notare come dall’unione sarebbe in sostanza solo quest’ultimo a guadagnarci. «Quella stessa maggioranza – prosegue Berri, da noi contattato – che, con una petizione, ha chiesto a gran voce l’interruzione del processo aggregativo con Locarno. E non dimentichiamo le urne: nel 2024, il popolo mi ha eletto sindaco (il suo partito ha ribaltato gli equilibri conquistando il 60% delle preferenze sia in Municipio sia in Consiglio comunale, ndr) non certo per il mio bel viso, ma perché ho dichiarato senza mezzi termini la mia intenzione di bloccare quella stessa aggregazione».

Una posizione chiara e portata avanti in prima persona… «A differenza di chi si nasconde dietro comunicati anonimi o firme altrui, io ho sempre messo la faccia. Ho sempre scritto sui giornali a viso aperto, senza nascondermi dietro la gonna di qualcun altro. Per questo, invito chiunque abbia qualcosa da ridire a farsi avanti, magari evitando di inventare storie e cercando un vero dialogo. Fin dall’inizio del mio mandato, ho cercato un approccio comunicativo aperto. Ricordo la serata con entrambi i partiti, un tentativo sincero di confronto. Il risultato? Nessuna apertura».

Berri risponde poi ad alcuni appunti precisi mossi dal gruppo di minoranza... «Riguardo all’approvvigionamento idrico del comune, sono stato io a cercare una soluzione concreta, chiedendo a Locarno di smettere di sprecare l’acqua in eccesso dei loro serbatoi nelle fontane di Gerra. Un’iniziativa non solo appoggiata dalla Legge sull’Edilizia e sull’Acqua (Lea), ma anche interamente finanziata dal nostro Comune. Quindi niente regali, solo buon senso e lavoro. Sul Piano regolatore e le presunte perdite di terreni (per compensare “gli eccessi di Gordola”, dove “la superficie edificabile scarseggia”, sempre secondo Per Lavertezzo, ndr), mi chiedo se qualcuno di voi si sia mai degnato di informarsi su come funziona realmente la pianificazione del territorio. Smettete di spaventare la gente con allarmismi infondati e studiate le carte».

Quanto all’accusa di mancanza di trasparenza, il sindaco rilancia ricordando come «il progetto aggregativo con Gordola era già iniziato nel 2018, poi interrotto a causa del Covid e bloccato dalla precedente amministrazione. Un’amministrazione che, con una maggioranza di tre municipali su cinque, si è affrettata ad avviare l’istanza con Locarno, illudendosi che non si potesse più tornare indietro».

E conclude invitando al dialogo («io la porta l’ho aperta da tempo»), ma anche chiedendosi, relativamente al gruppo di lavoro di cui oltre a lui fanno parte la municipale di Per Lavertezzo Tiziana Gerosa-Szpiro e per Gordola il sindaco Damiano Vignuta e il vicesindaco René Grossi (oltre ai rispettivi segretari comunali), se «tutti i suoi membri siano ancora al loro posto o se sia ora di fare scelte più adeguate agli interessi del Comune».

Per Vignuta il punto è ‘capire cosa possiamo fare meglio insieme’

A voler mettere i puntini sulle i è anche Vignuta, che sottolinea come «oggi Gordola ha un moltiplicatore dell’86% che lo rende uno dei Comuni più stabili e attrattivi del distretto a livello fiscale e questo dopo che nell’ultimo decennio sono state investite alcune decine di milioni in opere infrastrutturali. In prospettiva le prime analisi confermano che un Comune aggregato manterrebbe un tasso di moltiplicatore attrattivo, senza considerare le sinergie che potranno essere sviluppate. A livello pianificatorio avvieremo inoltre i passi necessari ad adeguarci alla scheda R6, in ogni caso questo sarà fatto prima dell’aggregazione. Nelle discussioni aggregative, che ricordo avviate con Lavertezzo già nella legislatura 2016-2022, non dobbiamo ragionare tenendo una contabilità analitica di chi guadagna o perde, ma dobbiamo mettere tutte le energie per capire cosa – assieme – possiamo fare meglio: quali servizi possiamo potenziare, quali investimenti possiamo razionalizzare, quali opportunità possiamo cogliere. Il mio invito agli oltre 6mila abitanti di Gordola (circa 5mila, ndr) e Lavertezzo (un migliaio, ndr) è di farci avere le proprie opinioni scrivendo a aggregazione@gordola.ch e aggregazione@lavertezzo.ch.

Un comitato per dire no

Proprio a Gordola intanto si starebbe formando (secondo nostre informazioni la riunione costitutiva è prevista venerdì) un comitato contrario all’aggregazione con Lavertezzo (ma anche con altri Comuni) e pronto, se necessario, a raccogliere le firme per far sentire la propria voce.

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