Non ancora 20enne, avrebbe abbassato i pantaloni a un bambino di 9 anni, episodio riportato proprio alla Polcomunale dalla quale è poi stato assunto
L’agente di polizia alle dipendenze di una Comunale del Locarnese finito in manette la scorsa settimana con l’accusa di atti sessuali con fanciulli sarebbe già stato oggetto, quando ancora non era 20enne (quindi oltre 25 anni fa e ben prima di entrare nelle forze dell’ordine), di altre segnalazioni per comportamenti inopportuni ai danni di minorenni. Di queste, almeno una sarebbe stata effettuata proprio alla polizia di cui è in seguito diventato agente, quella del suo comune d’origine. In particolare, come raccontato a ‘laRegione’ da un testimone coinvolto in prima persona, l’allora 18enne avrebbe abbassato i pantaloni a un ragazzino di 9 anni, prima di “mollargli” due schiaffi e fuggire quando quest’ultimo gli aveva dato del porco. La madre della vittima, una volta appreso quanto capitato, aveva segnalato l’episodio alla Polcomunale.
Dettagli (si fa per dire) che starà ora agli inquirenti verificare ma che non fanno che gettare ulteriori ombre sull’uomo, oggi sulla quarantina, arrestato martedì scorso e per il quale il giudice dei provvedimenti coercitivi René Libotte ha stabilito una carcerazione preventiva di sei settimane. L’inchiesta, lo ricordiamo, era partita in seguito alla segnalazione, per presunti maltrattamenti, del personale medico che aveva preso in cura il figlioletto dell’agente. In relazione a quell’episodio l’uomo era stato interrogato dalla polizia, che gli aveva poi sequestrato il telefonino, sul quale erano stati rinvenuti messaggi compromettenti che hanno portato gli inquirenti ad arrestarlo con l’accusa di atti sessuali con fanciulli. Fatti che l’indagato avrebbe in parte ammesso e che sarebbero avvenuti al di fuori della sua cerchia familiare. Vittima un ragazzo oggi maggiorenne che avrebbe subìto le indecenti attenzioni (e anche del denaro) dell’uomo dall’età di circa 11 anni e per due, tre anni.
Ombre che si allungano però anche su un sistema che ha permesso a una persona segnalata in passato per comportamenti inappropriati nei confronti di minorenni di diventare, seppur diversi anni dopo, un agente di polizia e arrivare in un secondo momento a lavorare proprio per la Comunale alla quale era stato segnalato… «Da parte nostra, al momento dell’assunzione avvenuta una decina di anni or sono non avevamo in mano nessun elemento che potesse metterci sull’attenti, l’uomo non aveva precedenti e anche in seguito, fino a oggi, non era stato oggetto di segnalazioni di alcun tipo, per cui quanto capitato è stato un fulmine a ciel sereno», afferma il capodicastero Sicurezza (e quindi responsabile della polizia) del Comune per il quale il poliziotto arrestato lavora. O lavorava, visto che lo stesso Municipio nella sua seduta di martedì ha deciso, basandosi unicamente sulla comunicazione del Ministero pubblico dell’apertura di un procedimento penale a carico dell’uomo, di avviare una procedura amministrativa nei suoi confronti, attraverso la quale si potrà valutare, sulla scorta soprattutto degli esiti dell’inchiesta penale, quale misura disciplinare adottare, dall’ammonimento al licenziamento.
Quanto alla segnalazione, il municipale afferma che «bisognerebbe risalire a cosa è capitato oltre 20 anni fa, come sia stata trattata l’eventuale segnalazione, a cosa abbia portato, se sia finita in niente o se effettivamente sia stata registrata. L’unica cosa che posso ribadire è che a noi non è arrivata. Va anche detto che il nostro Comune ha assunto l’uomo in provenienza da un altro Corpo di polizia, mentre è quando gli aspiranti agenti vengono selezionati per la Scuola di polizia che viene allestito un dossier molto dettagliato, che va ben oltre il casellario giudiziale (una sorta di inchiesta sulla persona, ndr). Informazioni alle quali può avere accesso il Comune che assume l’apprendista poliziotto».
Detto ciò, non per forza l’episodio incriminato era presente in tale dossier, come ci fa notare anche Orio Galli, presidente dell’Associazione delle Polizie comunali ticinesi (Apct), che oltre a confermarci l’iter di assunzione e verifica descritto in precedenza, fa notare come «se fosse stato denunciato (da 18enne, ndr), difficilmente l’uomo sarebbe diventato un poliziotto, ma una “semplice” segnalazione è tutta un’altra cosa, dipende da come è stata trattata, ad esempio se formalizzata e quindi “documentata” o se sia invece rimasta a voce».
Galli, da noi raggiunto all’estero e quindi «non informato nel dettaglio sul caso specifico», sottolinea come «è necessario ricordare che vale la presunzione di innocenza e in questo senso abbiamo piena fiducia nel lavoro del Ministero pubblico, ma se provati, i fatti sarebbero evidentemente deplorevoli e come Associazione non potremmo che sottolineare l’importanza del fatto che siano emersi, in modo da punire secondo la legge colui che rappresenta, va detto, una pecora nera tra oltre 400 altri agenti che svolgono il loro lavoro in maniera esemplare. E poco importa se il poliziotto in questione appartiene a una Comunale, la selezione per accedere alla Scuola di polizia viene effettuata dalla Cantonale ed è uguale per tutti, sarebbe lo stesso in caso di Polizia unica (proprio negli scorsi giorni il tema è tornato d’attualità con la messa in consultazione del progetto, che ha subito attirato perplessità e critiche per tempistiche e contenuti, ndr). Se poi in questa procedura ci sia una falla o nel caso specifico sia stato commesso un errore, è un altro discorso, bisognerebbe valutare se l’informazione c’era e in caso se e come sia passata».
Situazione che non ci è stato possibile approfondire con il Ministero pubblico, in quanto oramai elemento dell’inchiesta in corso.