Locarno, sull'annoso problema della raggiungibilità del nucleo arriva una soluzione firmata ‘Mandi’ Good: ‘Non per me, ma per il futuro del quartiere’
Osare e agire, finalmente, per lasciare un segno tangibile ai posteri. Che risolverebbe in un solo colpo due problemi: il dislivello esistente fra la parte bassa e quella alta della città, e la mancanza della terza uscita d’emergenza al Palacinema.
Armando “Mandi” Good, orafo, artista e memoria storica di Locarno, culla il suo progetto con l’attenzione che è dovuta alle pietre miliari. Il titolo: “Dare accesso alla bellezza”; il contenuto, una passerella di collegamento pedonale fra il Palacinema e via al Castello, ovvero la stradina che costeggia Casorella (il museo adiacente al Castello Visconteo) e si immette su via Bartolomeo Rusca, all’entrata del nucleo storico. Proprio lungo via Rusca è situato l’atelier di Good, dove all’esterno lo stesso proprietario ha piazzato una panchina su cui il Mandi è solito sostare per accompagnare con un sorriso e due parole amici e conoscenti in transito: un punto di osservazione perfetto per rendersi conto di quanto poco considerato sia ancora, a Locarno, l’aspetto della raggiungibilità di Città Vecchia. «Vedo la fatica di invalidi, anziani o mamme che spingono la carrozzella mentre si arrampicano verso il cuore di Locarno. Per alcuni è semplicemente troppo e per moltissimi altri un problema, nel senso che la salita (anzi, tutte le salite che collegano Piazza Grande a Città Vecchia) è una discriminante seria per recarsi o meno nel nucleo. E quando parlo del perimetro di Città Vecchia mi riferisco a un territorio che ospita qualcosa come circa 350 fra negozi ed esercizi pubblici, l’Ospedale regionale e la Biblioteca cantonale. Per chi ha pochi anni sulle spalle e gambe buone il problema non esiste o è molto relativo, ma è necessario pensare a tutti, anche al potenziale di visitatori che Città Vecchia, con tutto ciò che rappresenta, si sta perdendo. È il quartiere più bello e suggestivo di Locarno, ma continua a pagare lo scotto della sua ubicazione sopraelevata. Tutti sappiamo che in molte città europee dove la situazione è paragonabile sono state trovate da tempo delle soluzioni, spesso tramite pratiche scale mobili». Ecco dunque che a pochi mesi dal suo ottantesimo compleanno, con l’amico Roberto Barra, Good ha elaborato una soluzione tecnicamente semplice: «Tra via Franchino Rusca (che fiancheggia il Palacinema, ndr) e via al Castello il dislivello è di 18 metri. La mia idea è realizzare una torre-lift dal marciapiede fino alla terrazza dello stabile, da cui partirebbe una passerella che sorvolerebbe un terreno di mia proprietà, per “approdare” su via al Castello. Il mio terreno è ampio 128 metri quadrati, non è edificabile e sostanzialmente mi genera soltanto costi di manutenzione. Sono pronto a metterlo a disposizione del Comune, che deciderebbe poi se e quanto eventualmente riconoscermi anche solo per il mantenimento della superficie».
In più, come detto, una passerella simile potrebbe risolvere il problema originario del Palacinema: l’assenza di una terza uscita d’emergenza nel caso si volesse finalmente utilizzare la struttura al massimo della sua capienza.
«Questi – conclude Good – sono dunque gli estremi. La proposta affonda nella mia stessa storia personale di commerciante del nucleo e di cofondatore, nel ’75, della Pro Città Vecchia. Vorrei che venisse costituito un gruppo di lavoro con personalità come Bruno Cereghetti (l’ex municipale costretto in carrozzina, ndr) e Manuele Bertoli (non vedente, ndr) e ricordo anche che a Locarno abbiamo la Schindler, fabbrica di ascensori. L’invito è lanciato: attendo che la Città lo afferri e trasformi questa opportunità in qualcosa di reale a favore non mio, ma di chi vivrà o visiterà Locarno fra 10 o 20 anni».
«Pieno sostegno» all’iniziativa giunge immediatamente dall’attuale presidente della Pro, Franca Antognini (anch’essa commerciante nel nucleo), secondo la quale «è prioritario, per la Città Vecchia, dare un’immagine di coesione attorno a proposte simili che vanno a favore del nostro tessuto commerciale; un altro esempio sono le aperture serali che abbiamo promosso durante il Festival. La raggiungibilità del quartiere è un grosso tema da decenni, così come lo è la sistemazione di tutta l’area del castello. Credo che le due cose possano viaggiare sullo stesso binario. Salite e discese sono oggettivamente impegnative e il rischio è sempre quello di nuclei storici che finiscano in naftalina. A Locarno dobbiamo assolutamente evitarlo. Il progetto di collegamento va secondo me debitamente approfondito perché è fondamentale che almeno in un punto il dislivello fra la parte bassa e quella alta di Locarno venga eliminato. La proposta di Good va comunque inquadrata anche a livello economico, visti i prossimi ingenti investimenti del Comune. Non escluderei, parallelamente, di esplorare la possibilità di utilizzare mezzi elettrici che raggiungano i luoghi del nucleo inaccessibili al bus di linea».
Da diversi anni a questa parte le meningi che più si spremono a Palazzo Marcacci attorno al tema del collegamento Piazza Grande-Città Vecchia sono quelle del municipale Bruno Buzzini. Il capodicastero Opere pubbliche aveva esplorato diverse possibilità, non concretizzandone finora alcuna a causa di impedimenti di vario genere: s’era parlato di una scala mobile dall’apice di Piazzetta de’ Capitani fino a via Cittadella, e prima ancora di un impianto lungo la ripida via Bossi (che porta al GranRex), oppure, sempre in quella zona, di un passaggio interno – di proprietà privata – sfruttando un androne dell’edificio immediatamente più a ovest. «Ne abbiamo pensate diverse, poi è arrivata la pandemia e il tema non è più stato ripreso, né, devo dire, è attualmente sul tavolo del Municipio. Certamente – commenta Buzzini – la proposta Good, che ben conosco avendone discusso con lui più volte, può rinfocolare il discorso perché presenta diversi punti di interesse, non ultimo la messa a disposizione del terreno privato, che è strategicamente molto importante, trovandosi in pratica sopra la terrazza del Bar Castello. Non per niente avevo chiesto ai progettisti di inserire la particella nello studio di riqualifica del Castello Visconteo, in relazione alla possibilità di realizzare una scala mobile diretta su via al Castello, mantenendo i terrazzamenti esistenti a favore del museo. Se vi sono disponibilità e apertura da parte di Good, credo sia doveroso per il Municipio tornare ad affrontare il discorso».
Un discorso tra l’altro simile quello aperto nell’agosto del 2018 fra la stessa Città, il proprietario del terreno confinante (e comproprietario del Rivellino leonardesco) Arminio Sciolli e l’architetto Mario Botta: «La suggestione era nata dopo un contatto con Botta – ricorda Sciolli – che alla presenza di diverse persone (fra cui l’ex sindaca Carla Speziali) aveva abbozzato un suggestivo disegno di passerella pedonale con pilastro centrale che sarebbe transitata sul mio terreno, che avrei messo a disposizione gratuitamente. L’idea dell’architetto prevedeva due ali d’angelo dispiegate in volo. Beh, sulle prime c’era stato grande entusiasmo da parte di tutti, poi semplicemente non se n’è più parlato». Il timore di Good è che a lui succeda lo stesso.