Stufe di scrivere lettere ad autorità e media, le Amministrazioni degli enti della Lavizzara hanno deciso di riporre in un noto brano la loro speranza
‘Immaginate le valli ticinesi infestate di lupi, perché ben protetti, hanno i loro diritti, quelli degli abitanti vengono dopo. Immaginate la felicità dei protezionisti di turno – che del lupo ne hanno fatto una bandiera... un’assurda bandiera! – che potranno felicemente dire che il lupo si è ripreso il suo habitat, ma lo diranno stando in città, perché le valli non saranno più da frequentare, saranno ambiente selvaggio e inselvatichito per pochi temerari e avventurosi. Immaginate (...)”. Si sono ispirati, in maniera sicuramente originale, al famoso brano ‘Imagine’, pubblicato l’11 ottobre 1971 da John Lennon, i Patriziati della Lavizzara (Brontallo, Menzonio, Broglio, Prato, Sornico, Peccia, Fusio) per comunicare, all’opinione pubblica, tutta la drammaticità di una situazione – quella legata alla gestione del lupo – ormai sempre più insostenibile. Le recenti predazioni avvenute sugli alpeggi valmaggesi hanno spinto gli allevatori a riportare anzitempo il bestiame da reddito al piano, al sicuro. Ultimo a gettare la spugna l’alpigiano dell’Alpe Vacarisc (di proprietà dei Patriziati di Broglio e Fusio), che ha ricondotto in stalla le sue capre per timore di ulteriori attacchi del predatore. «La canzone di John Lennon che ha ispirato, nel caso specifico, le Amministrazioni patriziali, è un accostamento piuttosto casuale – spiegano gli interessati –. Si cercava qualcosa di originale che potesse ancora attirare l’attenzione su un tema che, per i più, è ormai superato. Ma la situazione in loco è difficilissima per alpigiani e alpi, come per gli allevatori. È dunque urgente intervenire e, siccome la canzone immagina scenari di pace, abbiamo voluto immaginare il futuro delle nostre valli se il lupo ne prendesse pieno possesso». Sarebbe un futuro decisamente problematico, d’abbandono. Il brano diventa dunque la voce della disperazione, della protesta, lo specchio dei tempi, il grido di chi auspica un drastico cambiamento di rotta.
Maurizio (Meury) Dazio, presidente del Patriziato di Fusio, a nome delle citate Amministrazioni spiega le ragioni di questa insolita scelta comunicativa: «La situazione per gli allevatori di bestiame è purtroppo tragica. Prova ne è che buona parte degli alpeggi dell’alta Vallemaggia (come pure del resto del Canton Ticino) ha visto i pastori partire col bestiame. L’eco delle continue predazioni sta convincendo un po’ tutti ad abbandonare queste aree di pascolo, diventate troppo pericolose per caprini e ovini. E anche le misure di protezione si stanno dimostrando poco efficaci e, nel caso del ricorso ai cani da guardia delle greggi, addirittura dannose per l’escursionismo. Sappiamo di episodi di gente che, impaurita dalla presenza di questi cani grossi e potenti, addirittura preferisce rinunciare alle passeggiate per evitare rischi. Ricordiamoci che chi abbandona l’attività della pastorizia e della cura del nostro territorio, poi non torna più quassù. In altri cantoni, come il Vallese e i Grigioni, le autorità preposte si sono mosse con fermezza e decisione. Qui in Ticino, si aspetta per poi... non intervenire. Ci sono dei politici che si battono in difesa del settore primario, ma manca un’unità d’intenti. Chi deve prendere delle decisioni, latita».
Quanto al ricorso al brano dell’ex Beatles, conferma che «siamo stufi di scrivere le solite lettere al Consiglio di Stato, dei soliti articoli sui media che, purtroppo, rischiano anche di stancare i lettori. Abbiamo dunque pensato a qualcosa di originale per testimoniare il nostro attaccamento alla causa degli allevatori e dei contadini e richiamare l’attenzione della popolazione. E chissà che le parole di speranza e la melodia di questa canzone non risuonino nelle orecchie di chi deve intervenire... ».
Brano che nel tempo è diventato proprio inno di speranza in un mondo migliore, ‘Imagine’ viene utilizzata in situazioni difficili, come quando si ha a che fare con tragedie umane. Per evitare di scomparire come un tappeto arrotolato sotto il tavolo della storia, il mondo contadino (e chi ha a cuore la salvaguardia del nostro territorio) si aggrappa anche a questo capolavoro immortale di John Lennon. Frasi semplici, dirette, quasi innocenti, ma anche tremendamente provocatorie, in entrambe le ‘versioni’ del brano.
«Magari – conclude Meury Dazio – questa ‘partitura’ amaramente ironica un giorno ispirerà qualche cantautore (o band) ticinese e darà spunto per una nuova canzone su come erano belle le nostre valli quando erano curate dai contadini che perpetravano una secolare tradizione».