La sezione ticinese dell'associazione nazionale ha querelato il consigliere comunale recentemente espulso da ‘Avanti con Ticino&Lavoro’
“Antisemitismo esplicito”. In questi termini vengono commentate le esternazioni via social del consigliere comunale di Locarno Filippo Beltrametti dall’Associazione Svizzera-Israele (Sezione Ticino). Che, contestualmente, confermando quanto anticipato martedì da “laRegione” ha deciso di sporgere denuncia penale al Ministero pubblico ticinese.
Dopo i post incriminati, ricordiamo, Beltrametti era stato espulso per direttissima da “Avanti con Ticino&Lavoro”, il partito di Amalia Mirante sbarcato a Locarno in occasione delle ultime elezioni comunali, nei cui ranghi Beltrametti – molto conosciuto nella regione – si era distinto, guadagnandosi un posto in Consiglio comunale quale unico esponente del movimento. Secondo il diretto interessato, per altro, la questione dei commenti offensivi era solo il pretesto che Mirante attendeva per “farlo fuori” in quanto inviso ai vertici del partito.
Comunque, il focus va messo oggi sullo scivolone del consigliere comunale (da adesso in poi Indipendente), autore, secondo l’Associazione Svizzera-Israele, di “gravissime affermazioni pubbliche” laddove “ha dichiarato di ‘capire’ le ragioni per cui Hitler volesse sterminare gli ebrei, oltre ad altri post che ripropongono retorica e propaganda di stampo nazista”. Insomma, un “antisemitismo esplicito che disumanizza un intero popolo e legittima la persecuzione su base etnica e religiosa”.
Su queste basi, l’Associazione Svizzera-Israele rivolge un appello al presidente della Federazione svizzera delle Comunità israelitiche “affinché vengano intraprese azioni concrete contro il crescente antisemitismo nel nostro cantone”. «In un momento in cui l’odio antiebraico sta aumentando in maniera preoccupante in Svizzera, riteniamo indispensabile un segnale forte da parte di tutte le istituzioni, del mondo politico e dei media, affinché simili derive non vengano tollerate», ha commentato il presidente della Sezione Ticino, dottor Adrian Weiss.
Parallelamente, al Municipio di Locarno, e in particolare al sindaco Nicola Pini, viene chiesto di “prendere i provvedimenti necessari” nei confronti di Beltrametti; quali, non viene specificato. Per altro, va ricordato che lo stesso consigliere comunale, contattato dal nostro giornale, aveva lamentato che molte delle sue affermazioni sarebbero state «estrapolate da un contesto più ampio, legato a una protesta politica contro lo Stato di Israele e le sue politiche, e non contro la popolazione israeliana. Nei miei post pubblicati o condivisi sui miei canali social non ho preso di mira una razza, un genere o un gruppo di persone. La mia critica è sempre stata rivolta a decisioni politiche e a comportamenti di leader di alcune nazioni, come nel caso della politica israeliana o delle scelte del presidente ucraino. È vero che ho utilizzato delle parole forti, ma di fronte alle fotografie di bambini palestinesi che chiedono una scodella di cibo, è difficile non prendersela con i leader politici e il loro esercito. Tacciarmi di antisemitismo per aver espresso posizioni politiche contro lo Stato di Israele è ingiusto e diffamatorio».
In una nota stampa, l’Associazione Svizzera-Israele (Sezione Ticino) parla di “dichiarazioni shock” da parte del consigliere comunale ed esprime “profonda indignazione” per le parole da lui pronunciate. “Tali affermazioni superano ogni limite: non si tratta di una critica politica o di un’opinione sull’operato dello Stato di Israele, ma di antisemitismo puro, ossia una giustificazione diretta di uno dei più grandi crimini della storia e una riproposizione della propaganda nazista che portò alla Shoah”. Simili parole “disumanizzano un intero popolo sulla base della religione e dell’origine etnica, incitando all’odio e alla violenza. Pronunciate da un rappresentante politico eletto, sono incompatibili con qualsiasi ruolo pubblico in una democrazia e rappresentano un pericolo reale per la sicurezza e la convivenza civile”.
È pertanto apprezzabile, per l’Associazione Svizzera-Israele, la reazione di “Avanti con Ticino&Lavoro”: “Un segnale importante che dimostra come certe posizioni non possono essere tollerate nella vita politica”.
Poi viene ricordato che l’antisemitismo è un problema attuale: “Solo pochi giorni fa, l’attivista per la pace Angelica Edna Calò Livnè, candidata al Premio Nobel per la pace e da decenni impegnata in progetti di dialogo tra israeliani e palestinesi, è stata duramente contestata e insultata a Lugano”. L’Associazione contesta anche il fatto che le autorità non sarebbero intervenute quando, durante la Giornata della Memoria, “un gruppo di manifestanti pro-palestinesi ha aggredito verbalmente, e in modo violento, circa mille persone, tra cui anziani, donne e bambini”. L’appello è che “la lotta contro l’antisemitismo deve essere una priorità per le istituzioni, i partiti politici e la società civile. Se si continuerà a essere indulgenti verso simili derive, l’odio e la violenza lasciati crescere senza risposta possono portare a tragedie con vittime, come già avvenuto in certi Paesi europei”.