Le piogge previste non aiutano i lavori di messa in sicurezza dello scoscendimento che ha portato alla chiusura della cantonale tra Solduno e Ponte Brolla
Bisognerà attendere almeno fino a venerdì sera, forse sabato, per la riapertura della strada cantonale (e della ferrovia) tra Solduno e Ponte Brolla, danneggiata martedì da un grosso masso staccatosi dal pendio a sud del quartiere di Locarno Vattagne e che ha terminato la sua corsa nel greto del fiume Maggia dopo aver colpito un furgone, il cui autista ha riportato ferite leggere.
Un singolo blocco di roccia che «faceva parte di una frana di diverse centinaia di metri cubi di materiale staccatasi attorno alle 16.30 a un’altitudine di circa 480 metri», ha spiegato durante l'apposita conferenza stampa organizzata dalle autorità cantonali il geologo cantonale, nonché capo della Sezione forestale, Andrea Pedrazzini. Fortunatamente il blocco citato è stato l’unico ad arrivare a valle, altri due (più piccoli) si sono fermati sopra la linea ferroviaria, mentre il resto del materiale ha creato una zona di deposito più a monte.
Un unico ma imponente masso che è però bastato a danneggiare sia la strada cantonale sia i sovrastanti binari della Centovallina, causandone l’immediata chiusura con tutte le conseguenze del caso: dal caos viario creatosi in particolare durante le ore di punta mattutine nelle Terre di Pedemonte e Vallemaggia (sia in uscita sia in entrata) ai disagi al trasporto pubblico, essendo tutto il traffico costretto a passare per Losone-Golino-Intragna. Un percorso alternativo (l’unico) caratterizzato da «passaggi stretti e limitazioni per il traffico pesante», ragion per cui come hanno sottolineato il responsabile del Centro di manutenzione stradale di Locarno Fabio Piazzini e il capitano della Polizia cantonale Antonio Ciocco, l’invito alla popolazione è di «seguire le indicazioni degli addetti alla sicurezza (14 tra privati e della Protezione civile) presenti nei punti critici per cercare di facilitare il flusso di veicoli», o ancora meglio di evitare il transito o, «se proprio necessario, effettuare gli spostamenti condividendo il veicolo con altre persone».
Il capo Dipartimento esercizio delle Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi (Fart) Giangiorgio Helbling ha dal canto suo evidenziato i disagi per il trasporto pubblico, che oltre alla ferrovia Vigezzina-Centovalli toccano la linea di bus numero 315, quella che da Locarno percorre tutta la Vallemaggia fino a Cavergno. Per quel che riguarda il trasporto su rotaia, i treni internazionali circolano da Intragna a Domodossola, mentre a livello regionale il servizio è regolarmente in funzione tra Tegna e Camedo. Il collegamento tra Intragna e Locarno è invece garantito tramite bus sostitutivi via Golino, dove è pure deviata la linea 315, per la quale sono da prevedere ritardi o soppressioni (previsto il cambio di bus ad Avegno, più precisamente alla fermata Acèss).
Disagi – da segnalare anche l’evacuazione di un nucleo familiare di tre persone la cui abitazione primaria è situata troppo vicino alla traiettoria della frana, nonché la mancanza di acqua potabile nel quartiere Vattagne a causa della rottura di una tubatura – che proseguiranno fino alla completa messa in sicurezza della zona, per la quale come detto ci vorranno ancora dei giorni… «Nella zona del distacco c’è ancora del materiale “sciolto” (legname e massi) la cui stabilità va verificata e monitorata 24 ore su 24 – ha spiegato ancora Pedrazzini –, mentre il materiale depositatosi più in basso non dovrebbe destare particolare preoccupazioni in condizioni di tempo asciutto, ma in caso di forti piogge potrebbe a sua volta spostarsi. Per questo motivo procederemo con la posa di reti di protezione provvisorie a monte della strada cantonale».
Piogge che sono guarda caso attese in maniera importante per venerdì (e in parte sabato)... «Proprio questo fattore rende difficile fornire previsioni precise sulle tempistiche di messa in sicurezza e conseguente riapertura della strada, prevista come detto tra venerdì sera e sabato (per la ferrovia si parla nel migliore dei casi del pomeriggio di sabato, ndr)».
Da notare infine come la zona non è certo nuova a scoscendimenti ed eventi franosi, l’ultimo dei quali – di entità minore e fermatosi molto più a monte – verificatosi appena una settimana fa… «Effettivamente si tratta di un’area in cui il terreno risulta molto fratturato e non a caso è inserita nel progetto di cura dei boschi di protezione per il quale il Gran Consiglio ha già votato un credito importante. Sulla base anche degli interventi previsti in quest’ambito, non è escluso che in questa zona dovranno venir messe in atto ulteriori opere di prevenzione».