Iniziati i lavori di costruzione del campo fotovoltaico in quota che renderà quasi autosufficiente la località turistica dal punto di vista energetico
Bosco Gurin diventa la prima stazione sciistica ticinese energeticamente quasi autosufficiente. Questo grazie al nuovo parco solare che alimenterà gli impianti di risalita e le strutture ricettive a essi collegate. Si sfrutterà il sole per produrre energia pulita e, parallelamente, grazie al laghetto artificiale di prossima realizzazione, sarà possibile procedere con l’innevamento artificiale dei pendii grazie al pompaggio dell’acqua necessaria al funzionamento dei cannoni direttamente da questa fonte (senza, dunque, ricorrere al trasporto tramite condotte già esistenti dal paese di Bosco). Il tutto, in pratica, a costo zero. Il progetto portato avanti dall’ingegner Giovanni Frapolli, proprietario degli impianti di risalita e gestore della stazione turistica, è una chiara prova di ‘adattamento’. Consente, cioè, di adeguare la pratica degli sport di montagna (invernali ma non solo) al cambiamento climatico che sta rendendo sempre più scarse le precipitazioni nevose. I lavori, iniziati in questi giorni, se non vi saranno intoppi dovrebbero concludersi entro Natale, mentre per il laghetto artificiale (capacità circa 15mila metri cubi di acqua) bisognerà attendere l’inverno 2026/2027.
«Con questi due progetti – spiega l’interessato – darò ulteriore valore aggiunto al territorio sia in inverno, sia in estate. Perché l’acqua del bacino artificiale, in accordo con la Sezione forestale, servirà oltre che alla lotta agli incendi boschivi anche al fabbisogno del vicino alpeggio». Più piccioni con una fava, dunque. Ma procediamo con ordine: «il parco solare costruito sul pendio sottostante il ristorante Rossboda, nella zona denominata Sassaia di scarsa valenza naturalistica, a 2’000 metri di quota, accoglie 1’870 pannelli fotovoltaici su una superficie di grossomodo 3mila metri quadrati. Le installazioni che sorgeranno su un versante già antropizzato e poco impattante dal punto di vista visivo, saranno sospese da terra, in modo da consentire agli animali il pascolo e il libero passaggio. Il parco avrà una potenza di circa 1.0 Megawatt (MW) e in grado di produrre 1’700’000 Kw/h di energia, vale a dire l’equivalente del fabbisogno di energia annuo di 250 economie domestiche. La resa dei pannelli (bifacciali) a questa altitudine, grazie alla maggior insolazione è nettamente superiore rispetto alle zone di pianura (parliamo di un 20% in più). Collegato all’impianto di alimentazione esistente presso la stazione intermedia del Rossboda, permetterà di far fronte all’importante consumo di energia di seggiovie e skilift in movimento costante, come pure dei cannoni della neve (con una riduzione dei costi stimata attorno al 60%). La manutenzione del parco solare è semplice e l’investimento complessivo dell’opera si aggira sui 2 milioni di franchi (con un sussidio della Confederazione pari al 25% del costo)».
Un progetto ambizioso che, però, come qualcuno ricorderà, non ha avuto un inizio facile. Anzi...«Trattandosi di uno dei primi impianti solari di queste dimensioni in quota – prosegue Frapolli – ha dovuto superare parecchie resistenze e opposizioni. Il Dipartimento del territorio, inizialmente scettico, alla fine mi ha rilasciato la licenza, cambiando completamente il suo approccio. L’iter ha però subito un notevole ritardo, dal momento che ho perso 3 anni...Una cosa inconcepibile. Anche perché questo progetto è la chiave che apre le porte ad altri investimenti che consentiranno alla stazione di rafforzare l’offerta estiva e garantire l’apertura invernale prima delle festività di natale (che, ricordiamoci apportano il 40% dei ricavi lordi della destinazione). Durante la bella stagione Bosco Gurin è infatti sempre più in grado di richiamare turisti. Eccezione fatta per la scorsa estate, funestata dal maltempo che ha colpito l’alta Vallemaggia. La slittovia (già in funzione), la rete escursionistica, presto la nuova zipline, il nuovo parco giochi, i futuri nuovi tracciati per le mountain bike sono tutte cose che andranno ad arricchire le possibilità di svago dei turisti. Grazie al parco solare e ai risparmi sulla bolletta della corrente, tutto questo risulterà fattibile. Tramite la SES, proprietaria della rete di distribuzione, col surplus energetico potremo inoltre alimentare alcune strutture in paese (Ostello, Albergo Walser e altri stabili all’interno dell’abitato). A dipendenza della meteo, saremo in grado di monitorare i consumi e gestire gli impianti per ottimizzare l’uso dell’energia. Lo scopo finale di questa operazione è quello di rilanciare Bosco Gurin, creando una valida alternativa in un momento in cui è importante destagionalizzare e diversificare. I Comuni valmaggesi e la Regione locarnese hanno confermato il loro sostegno a questi progetti innovativi e sostenibili che consentono di aumentare la capacità delle economie di montagna adattandosi alle mutate condizioni climatiche».