I Comuni della Valle Rovana in alta Vallemaggia prendono posizione sulla risposta del Consiglio di Stato alla loro sollecitazione

“Ai nostri contadini e pastori non servono tecnicismi ma fatti concreti e la volontà di affrontare il problema lupo; in caso contrario, a farne le spese non saranno solo le persone che ancora svolgono l’attività con caprini e altre bestie, ma la natura stessa con l’abbandono degli alpeggi e delle zone di pascolo”. È la presa di posizione dei Comuni della Val Rovana (Bosco Gurin, Campo Vallemaggia, Cerentino e Linescio) sui contenuti della risposta del Consiglio di Stato (attraverso una lettera datata 8 ottobre) alla richiesta di intervento formulata dagli stessi Municipi vallerani lo scorso 21 luglio, a cui ha fatto seguito, il 18 ottobre, una manifestazione a Bellinzona per sensibilizzare sulla questione lupo.
Come fanno notare i Comuni della Rovana, nella sua missiva il Consiglio di Stato indicava “le regole di ingaggio” per la regolazione dei branchi e dei singoli lupi, la cui presenza sul territorio ticinese “è cresciuta nell’ultimo anno”, arrivando a contare “sette branchi e quattro coppie stabili”. Norman Gobbi e colleghi sottolineavano come “la regolazione del lupo in Svizzera è ancorata al diritto federale”, che contempla “due tipologie di regolazione: quella reattiva e quella proattiva”, elencandone le condizioni di messa in pratica ed evidenziando come “solo la regolazione reattiva per un singolo lupo può essere decisa autonomamente dal Cantone”.
Cantone che ricordava poi la situazione in Vallemaggia, citando il branco Onsernone, il Madom (due cuccioli nati nel 2025, autorizzazione ad abbatterne uno) e il Lepontino (di base in Leventina ma con sconfinamenti in Lavizzara, cinque nuovi cuccioli di cui tre da abbattere). Senza dimenticare il lupo responsabile di diverse predazioni in Val Bavona abbattuto il 27 agosto in territorio di Cevio. “Ogni caso deve essere analizzato affinché si possa poi valutare se vi sono i presupposti per applicare una delle tre tipologie di regolazione previste dal diritto federale”, concludeva il governo assicurando di comprendere le preoccupazioni dei Comuni vallerani. Da notare come proprio ieri il Canton Ticino ha inoltrato all’Ufficio federale dell’ambiente due nuove richieste di intervento riguardanti proprio i branchi transfrontalieri Onsernone e Gridone, nei quali sono stati accertati almeno quattro rispettivamente due cuccioli nati nel 2025.
Passi concreti che sono proprio quelli auspicati dagli Esecutivi di Bosco Gurin, Campo Vallemaggia, Cerentino e Linescio, i quali chiedono “nuovamente alla politica di chinarsi sul problema e trovare delle soluzioni concrete e applicabili a sostegno del settore agricolo. Non vorremmo dover dire ai nostri contadini, i pochi rimasti, che devono rassegnarsi e accettare lo status quo poiché il governo non riesce a fare di più per loro e per le regioni periferiche”.