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A Lugano il ‘peggior Consuntivo da dieci anni’

Il 2024 si chiude con un deficit di circa 2 milioni, meno grave dei 9 milioni in rosso del Preventivo. Ma la tabella di marcia dei risparmi prosegue

Fotografia in chiaroscuro
(Ti-Press)
4 aprile 2025
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Mai così male dal 2014. Le casse comunali luganesi lo scorso anno hanno registrato un deficit di poco superiore ai 2 milioni di franchi. Un considerevole miglioramento, come generalmente accade, rispetto alle stime del Preventivo che pronosticavano un rosso di oltre 9 milioni. Ma pur sempre il «peggior Consuntivo da dieci anni», come l’ha definito il sindaco. «Nulla di drammatico» ha comunque tenuto a rassicurare Michele Foletti, sottolineando però che l’andazzo giustificherebbe il risanamento dei conti che il Municipio sta pianificando sull’arco delle prossime due legislature, confermandone dunque la strategia. Nel mirino, in particolare, il forte debito pubblico, che in termini lordi supera il miliardo di franchi e come cifre nette è leggermente inferiore.

Crollato l’autofinanziamento

«Le sfide non terminano con questo -2 milioni» gli ha fatto eco il capodicastero Finanze Marco Chiesa, aggiungendo che «a preoccupare sono i 55 milioni in rosso di risultato globale», ovvero la differenza tra i 75,5 milioni di onere netto per investimenti e i 19,6 milioni di autofinanziamento. E questo risultato appare in flessione rispetto al Preventivo di quasi 8 milioni. «Significa che riusciamo a finanziare solo circa 20 milioni degli investimenti che facciamo, per pagare i restanti si deve ricorrere a terzi, ovvero indebitarsi». In termini percentuali, l’autofinanziamento è stato quasi del 26%, meglio del 20,7% a Preventivo ma comunque nettamente peggio di tutti gli anni precedenti. Dal 2015 al 2022 ha oscillato tra il 64 e il 93%, con una punta del 115% nel 2019 e partendo da un 42% nel 2014. L’eccezione è data dal valore straordinario del 2023 (501,6%), dovuto alle diverse decine di milioni di franchi incassate con i contributi Lalia, chiesti ai cittadini per le opere di canalizzazione, con i quali sono stati quasi integralmente coperti gli investimenti di quell’anno. «È indispensabile migliorare la gestione corrente – ha rimarcato Chiesa –, solo un franco su quattro di quelli investiti arriva dalla gestione, tutto il resto è indebitamento».

Su il debito lordo, giù quello netto

E proprio il debito lordo è ulteriormente cresciuto l’anno scorso, passando dai 990,8 milioni di fine 2023 a 1’085,5 milioni, oltrepassando la soglia psicologica del miliardo. «In realtà l’indebitamento netto è diminuito leggermente però – la precisazione del municipale democentrista –, passando da 990,8 a 965,5 milioni. L’aumento lordo è da ricondursi all’anticipata emissione di rifinanziamento di 120 milioni emessa sotto forma di bond a novembre, sfruttando i favorevoli tassi d’interesse». A essere cresciuto è il passivo a medio e lungo termine, mentre quello a breve termine è diminuito di circa 25 milioni. In ogni caso, il debito pubblico pro capite è cresciuto di 739 franchi rispetto al 2023 e si attesta a 10’324 franchi per cittadino. E sebbene l’autofinanziamento sia diminuito, il valore degli investimenti netti è aumentato, toccando il secondo massimo decennale dopo quello del 2014. «Indice del fatto che la Città sia rimasta propositiva – secondo Chiesa –, Lugano non si è fermata e sta viaggiando su livelli estremamente importanti». In generale, nel corso della legislatura sono stimati 430-440 milioni di investimenti.

Circa 10 milioni di sopravvenienze d’imposta in più del previsto

Dal profilo di costi e ricavi, c’è stata una flessione sia dei primi (3,1 milioni circa) sia dei secondi (6,5 milioni circa). Una fotografia in chiaroscuro alleggerita dal buon risultato delle sopravvenienze d’imposta – 50,4 milioni in più, rispetto ai 40 preventivati –, ma che ha portato a mantenere una valutazione prudenziale del gettito: 257 milioni, ugualmente al Preventivo. Chiesa ha ribadito quanto emerso già negli scorsi mesi, ovvero che il Municipio ha già iniziato a risparmiare portando alla diminuzione dei costi soprattutto nel secondo semestre dell’anno: 5,6 milioni in meno di spese per il personale (minor carovita rispetto alle previsioni, sostituzioni di partenti mancate o dilazionate), 2,9 milioni in meno per beni, servizi e altre spese d’esercizio. Tuttavia, sono cresciute di 3,2 milioni le cosiddette spese di trasferimento, ovvero quei flussi tra Comune e Cantone o altri enti che da anni registrano aumenti e che per Lugano rappresentano un cruccio. Relativamente stabile (-1,1%) infine il capitale proprio, sceso da 188,1 a 186,1 milioni.

IL PIANO DI RIENTRO

Tra fine mese e luglio le proposte per il risanamento

«Questi dati confermano la necessità di procedere con il risanamento finanziario deciso l’anno scorso – l’osservazione di Foletti – e al momento stiamo pienamente rispettando la tabella di marcia». Tabella che prevede sostanzialmente tre importanti passi nei prossimi mesi. Entro la fine di aprile verrà presentato al Municipio un piano di revisione della spesa. Lo scorso anno è stato costituito un Comitato di risanamento finanziario e sarà proprio questo a fare le proposte all’Esecutivo. La cifra trapelata negli scorsi mesi è stata confermata: almeno 10 milioni di riduzione – soglia peraltro domandata anche dalla maggioranza del Consiglio comunale a dicembre, durante le discussioni per il Preventivo 2025 che vede rosso per quasi 24 milioni –, ai quali si aggiungeranno aumenti di ricavi per cercare di riequilibrare la gestione corrente.

In arrivo dismissioni da 250 milioni

Ma forse il grosso tema è legato alle dismissioni, la vendita dei gioielli di famiglia (dal casinò alla casa per anziani Castagneto, ma anche sostanza amministrativa e patrimoniale), che in totale dovrebbe portare, nelle intenzioni del Municipio, ad almeno 250 milioni di franchi di introiti. Una cifra molto importante, che dovrebbe permettere alla Città di ridurre circa di un quarto il miliardo di debito che si trascina, rendendola così più competitiva sui mercati e nelle trattative con gli istituti di credito. Il Comitato dovrebbe arrivare entro la fine di giugno in Municipio con una proposta su questo fronte. Una volta in mano questi documenti, l’Esecutivo dovrebbe dunque essere in grado già nel mese di luglio di licenziare un Piano finanziario 2026-33 revisionato. A quel punto, la palla passerà al Legislativo e, vista l’entità della manovra, c’è da scommettere che il tema polarizzerà senz’altro il dibattito nei mesi, se non anni, a venire.