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Rubava per pagarsi alcol e droga: condannato

Un 40enne ha commesso oltre venti piccoli furti in soli due mesi l’anno scorso nel Luganese. Da dicembre si trova in un centro di recupero

Alla base del problema, l’abuso di alcol (soprattutto)
(Ti-Press)
8 aprile 2025
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Oltre venti furti nel giro di due mesi. Un’attività delinquenziale intensa, tanto da giustificare un processo alle Assise criminali, ma tutto sommato con un bottino relativamente contenuto: poco più di 21’000 franchi. Non è un ladro professionista il 40enne angolano residente nel Luganese condannato oggi dalla Corte presieduta da Amos Pagnamenta, sebbene l’imputazione principale abbia l’aggravante del mestiere, ma una persona con un profondo problema legato all’abuso di alcol e stupefacenti che lo ha portato a rubare frequentemente ma importi contenuti, proprio per finanziare il consumo di sostanze.

‘L’abuso di sostanze mi ha portato a perdere il controllo’

«L’abuso di alcol e droga – ha ammesso lui stesso interrogato dal giudice – in passato mi ha portato a perdere il controllo e a commettere questi atti senza una logica di fondo, se non quella di cercare denaro per continuare il consumo». Si va da un minimo di 50 franchi a un massimo di 2’900 di denaro contante, ma nel computo va considerato anche il valore di una serie di oggetti (una bici e un monopattino, impianti elettronici, borsellini e zaini, diverse bottiglie di vino e altro ancora). I furti sono avvenuti l’anno scorso, nel Luganese. Circa 12’500 i franchi di danneggiamenti causati, ai quali si aggiungono diversi altri reati: ripetuta violazione di domicilio, guida in stato di inattitudine, ripetuto impedimento di atti dell’autorità, tentato abuso di un impianto per l’elaborazione dei dati (per aver cercato di prelevare soldi dal conto di un’altra persona), contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti per aver consumato cocaina, hashish e Ketalgin.

Espulsione, applicato il caso di rigore

L’imputato è reo confesso e questo ha semplificato il lavoro delle parti. La procuratrice pubblica Valentina Tuoni e l’avvocato difensore Samuele Scarpelli hanno infatti trovato un accordo arrivando a proporre in aula una pena condivisa. Ovvero: diciotto mesi di carcere da sospendere in favore di un trattamento stazionario. L’imputato è stato arrestato lo scorso agosto e ha trascorso quasi quattro mesi in prigione. Già da dicembre è stato trasferito in un centro specializzato per combattere le dipendenze. Una mossa all’apparenza vincente: «Mi sono reso conto di aver bisogno di aiuto, mi spiace essermene accorto solo ora, ma meglio tardi che mai. Da quando sono stato preso a carico non ho mai avuto non solo ricadute, ma neanche il pensiero di ricascarci». Considerazioni importanti, dato che qualora il 40enne ricadesse nel consumo, sarebbe tenuto anche a tornare in carcere e a terminare l’espiazione della pena. Malgrado la condanna e sebbene abbia precedenti specifici, le parti hanno chiesto l’applicazione del caso di rigore per evitare un’espulsione, dato che l’uomo è cresciuto in Ticino, tutta la sua famiglia più stretta si trova qui ed è ben integrata. Un’istanza accolta dalla Corte, come la richiesta di pena in generale. «La speranza è che grazie al percorso che sta seguendo trovi le risorse per un futuro che la tenga lontano dalle aule penali», ha sentenziato Pagnamenta.