La Commissione di quartiere ha proposto al Municipio di Tresa di approfondire per le Elementari la classe inclusiva, in uso nell'asilo di Castelrotto
Esiste(va) una soluzione diversa e migliore rispetto alla riorganizzazione scolastica decisa lo scorso mese di marzo dal Municipio di Tresa. Ne è convinta la Commissione di quartiere di Sessa che, nell’ambito della breve consultazione, ha preparato e presentato una proposta di suddivisione degli allievi su due sedi (Sessa e Croglio), basata sulla conformazione del territorio. Una proposta che avrebbe meritato un approfondimento ma avrebbe evitato le contestazioni e i ricorsi presentati contro la decisione dell’Esecutivo di Tresa. La Commissione di quartiere di Sessa vuole diffonderla perché, invece della chiusura della scuola elementare di Sessa, prevede l’inserimento dei bambini di Termine, Castello di Monteggio e Cassinone nella sede di Sessa. La soluzione avrebbe anche altri pregi: permetterebbe di mantenere le due sedi, limitare i tempi di percorrenza (del tragitto casa-scuola per gli allievi) e garantirebbe l’attrattività di tutto il comune di Tresa per le famiglie.
Nella sua presa di posizione, la Commissione di quartiere di Sessa mette in evidenza come la scuola di prossimità sia un valore per tutto il comune. Oltre a considerare il territorio, la proposta è quella di lavorare per le Elementari con la classe inclusiva, che il Comune di Tresa offre alla Scuola dell’infanzia di Castelrotto. Questa impostazione potrebbe portare allievi di altri comuni anche alla Scuola elementare, mantenendo i numeri più stabili. Inoltre, anche gli allievi del comune, con particolari bisogni, non dovrebbero spostarsi altrove per frequentare la primaria. La soluzione consentirebbe alle famiglie di supportare meglio i propri figli senza i disagi legati ai trasporti, alle distanze e ai pranzi fuori casa. Queste scuole sono certamente da preferire per i bambini con qualche difficoltà in più (cognitive, relazionali, sociali, psicofisiche o semplicemente distacco dai genitori). La proposta avrebbe anche le virtù di essere sostenibile a livello ambientale, di creare una comunità solida e prevenire i fenomeni di isolamento e marginalizzazione più frequenti nelle scuole centralizzate, visto che i maestri e i genitori avrebbero la possibilità di incontrarsi ogni giorno, facilitando eventuali segnalazioni tempestive di disagi. Avere una scuola vicino a casa è una maniera efficace per attirare nuove famiglie a Tresa e risolvere il problema della diminuzione dei numeri di allievi.
La Commissione di quartiere di Sessa critica l’urgenza con la quale il Municipio di Tresa ha deciso la riorganizzazione e ritiene che debbano essere valutati diversi scenari futuri possibili considerando la tendenza demografica in calo degli allievi. Un calo che però è meno evidente nel quartiere. In sostanza, la Commissione di quartiere di Sessa ha pure chiesto lo status quo. Un altro argomento riguarda gli edifici scolastici di Sessa e di Croglio. Entrambi funzionali, il primo rinnovato poco prima dell’aggregazione, con un riscaldamento di nuova generazione e pannelli solari sul tetto. Questa struttura, secondo la Commissione di quartiere di Sessa, è una risorsa importante per Tresa ed è da valorizzare. Rinunciarvi sarebbe poco rispettoso nei confronti di chi lo ha mantenuto nelle condizioni attuali e poco sensato in ottica di risorsa del Comune. L’edificio scolastico di Croglio è una struttura di più recente costruzione, con una palestra ben organizzata, ma che occorrerà ristrutturare. La Commissione di quartiere di Sessa non vorrebbe che, per i prevedibili problemi logistici a causa dei lavori, l’Esecutivo pensi di introdurre container temporanei. Per questo, nella sua presa di posizione, ha suggerito al Municipio di rinunciare alla chiusura della sede di Sessa. Sì, perché usare dei prefabbricati per alcune classi di allievi, avendo a disposizione una scuola funzionante, sarebbe una sconfitta politica e umana.
Insomma, la decisione del Municipio di Tresa continua a far discutere e non piace a buona parte dei residenti a Sessa, la cui scuola potrebbe chiudere dal prossimo anno scolastico, quando tutti gli allievi di Tresa dovrebbero frequentare la sede scolastica Lüsc nel quartiere di Croglio. Usiamo il condizionale perché la decisione è contestata da un paio di ricorsi presentati al Consiglio di Stato da genitori, dagli ex municipali di Sessa ed è questione di giorni per sapere se verrà concesso l’effetto sospensivo. Il sindaco Piero Marchesi ha difeso la scelta del Municipio che ha, tra l’altro, dovuto affrontare il previsto calo del 30% degli allievi in sette anni (dal 2018 al 2025). Una scelta fortemente criticata dal Gruppo Sos Scuole Comunali che ha consegnato una petizione sottoscritta da 708 firme (oltre il 30% dei cittadini di Tresa, che hanno chiesto di mantenere l’attuale organizzazione scolastica del Comune). Il sindaco ha pure criticato l’opinione della Sezione delle scuole comunali e dell’Ispettorato scolastico del Luganese sulla richiesta principale dei due ricorsi inoltrati, quella dell’effetto sospensivo, contro la decisione del Municipio di chiudere con il corrente anno scolastico la storica sede di Sessa.