Luganese

Non sia la collettività a pagare per chi atterra all'aeroporto

Mentre la Città di Lugano piange, l'Ata si schiera a favore della Confederazione che intende rinunciare al sostegno dei costi del controllo del traffico

Il mancato sostegno di cinque milioni di franchi metterebbe a rischio l’esistenza dello scalo luganese
(Ti-Press)
29 aprile 2025
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Piace all’Associazione traffico e ambiente (Ata) una delle misure attualmente in consultazione al Dipartimento federale delle finanze, quella che prevede il taglio dei contributi a otto aeroporti regionali svizzeri, tra i quali c’è lo scalo di Lugano-Agno. Si tratta di contributi di circa 5 milioni di franchi, senza i quali l’aeroporto di Lugano registrerebbe un deficit e ne metterebbe a rischio il suo mantenimento, come riferito nell’edizione del 24 aprile scorso. Tuttavia, l’associazione sottolinea come la Confederazione copra “attualmente l’88% dei costi del controllo del traffico aereo negli aeroporti regionali. Nessun altro settore è sovvenzionato dalla mano pubblica in modo così massiccio. In realtà, non è la sicurezza del traffico aereo a essere garantita, ma in modo indiretto, sono le tariffe aeree a essere sovvenzionate. Anche a Lugano-Agno chi atterra non paga nemmeno i costi che causa, è la collettività a farlo”.

‘Soldi pubblici per aerei privati’

Quei più di 5 milioni all’anno, secondo l’Ata “vengono regalati agli utenti dell’aeroporto di Agno, facoltosi turisti o residenti. La rivoluzione epocale nel trasporto pubblico, avvenuta con l’apertura di AlpTransit ha avvicinato il Ticino al resto della Svizzera e all’aeroporto di Zurigo e reso del tutto superfluo lo scalo luganese, dove non esistono più voli di linea ma solo atterraggi e partenze di aerei privati”. L’associazione evidenzia che lo scalo di Agno, “come tutti gli altri in Svizzera, non è di importanza nazionale, come è esplicitamente indicato nella legge sull’aviazione. Già solo per questi due motivi l’Ata ritiene l’attuale sovvenzionamento inadeguato. Ma c’è di più, oltre all'erogazione di soldi pubblici a un settore privato non di interesse per la collettività: c'è la questione ambientale e la concorrenza sleale. L’Ata mette in evidenza che “l’aviazione è responsabile del 25% dell’impatto climatico della Svizzera e l’unico modo per fare che anche questo settore raggiunga l’obiettivo di zero emissioni nette che si è posta la Confederazione per il 2050, è di ridurre i chilometri percorsi in aereo al valore del 1985 (che rappresentano 1/7 di quelli attuali, prof. Sascha Nick, Epfl). I jet privati, in particolare, sono il mezzo più inquinante e iniquo del pianeta e come tutti gli aeroplani utilizzano carburanti che non soggiacciono a tasse sul CO2, ciò che rappresenta un ulteriore incentivo indiretto”.

Il cofinanziamento statale disincentiva

Per questa ragione, secondo l'Ata, “un cofinanziamento statale agli aeroporti regionali è probabilmente il più estremo di tutti i disincentivi ambientali. Invece di internalizzare i costi esterni che l’aviazione causa (dovuti all’inquinamento fonico e ai cambiamenti climatici) si fa il contrario, regalandole addirittura dei soldi pubblici. Questo distorce la concorrenza a favore dell'aviazione e a scapito di tutte le altre modalità di trasporto molto meno dannose per il clima. Appurato che per raggiungere le città svizzere la soluzione è data dai tunnel di base del Ceneri e del Gottardo”, l’Ata chiede“ alla Confederazione di aumentare i contributi per i treni notturni a lunga percorrenza, grazie ai quali è possibile raggiungere anche le città europee”.

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