Il capodicastero Finanze di Lugano: ‘Difendere aziende non in conflitto con obiettivi Città. Foletti, oltre dieci anni nelle partecipate, senza obiezioni’
Aziende industriali di Lugano (Ail) prima, Casinò poi. L’ipotesi che il capodicastero Finanze Marco Chiesa possa entrare a breve nei Consigli di amministrazione (Cda) di una o dell’altra tra le due più remunerative società partecipate cittadine ha suscitato discussioni. Preoccupazioni che Ail Sa ha messo nero su bianco in una lettera indirizzata al Municipio, nella quale – pur non facendo mai il nome del municipale democentrista – invoca continuità, mentre le perplessità interne alla casa da gioco sono riconducibili soprattutto all’eventuale rientro nel Cda di un municipale, dopo la loro estromissione fra le polemiche nel 2013. Adesso è il protagonista delle speculazioni a dire la sua.
In rappresentanza del Municipio, lo ricordiamo, nel Cda di Ail (detenuta al 100% dalla Città) siede dal 2021 il capodicastero Sviluppo territoriale Filippo Lombardi. Nel Casinò – circa al 70% di Lugano, mentre Casinò Austria è azionista di minoranza –, nessuno da dodici anni. Da noi interpellato, l’ex presidente nazionale dell’Unione democratica di centro preferisce non gettar benzina sul fuoco, lasciando comunque intendere la propria posizione. Ovvero: nei due Cda ci sarebbe qualcuno che non lo vorrebbe come collega, o forse come sostituto, perché farebbe troppo bene gli interessi del Comune. «Sì, ho letto le speculazioni che mi riguardano – ci dice –. Curiosamente, qualcuno sembra particolarmente preoccupato per la mia determinazione a fare gli interessi della Città. Eppure, in politica, questo dovrebbe essere un merito, non un ostacolo. Fatico a comprendere come non si riconosca il legame naturale che unisce le nostre società partecipate ai loro proprietari: i cittadini».
Quest’ultima considerazione sembra indirizzata in particolare alla lettera scritta da Ail, che ha espresso preoccupazione proprio per le richieste – sia quelle già formulate sia eventuali future – di maggiori flussi finanziari dalla società alla Città. Ed effettivamente, il Municipio sta preparando un programma di rientro finanziario che, fra risparmi e dismissioni – che nelle intenzioni dovrebbero superare i 200 milioni di franchi sull’arco di più anni, per rientrare col miliardo di debito pubblico –, dovrebbe ripercuotersi anche sulle partecipate. «Difendere le nostre aziende non è in conflitto con gli obiettivi della Città: al contrario, è un dovere che si assicura proprio attraverso il dialogo», osserva a tal proposito Chiesa, che si dice dunque aperto e costruttivo nei confronti di chi teme che il suo ruolo in Municipio possa spingerlo a guardare più alle finanze del Comune che a quelle delle aziende in questione. «D’altro canto il mio predecessore al Dicastero finanze e attuale sindaco Michele Foletti ha amministrato con competenza società partecipate per più di un decennio senza che nessuno abbia mai mosso obiezioni».
Ma come mai quindi le indiscrezioni che lo vorrebbero al tavolo degli amministratori a Muzzano o in via Stauffacher hanno suscitato dibattito? «Probabilmente, queste dinamiche sono anche il riflesso di un certo nervosismo che accompagna, com’è naturale, la fase delle rinomine – secondo il municipale –. Tutti questi temi saranno discussi, come è giusto che sia, in seno al Municipio, che è la sede appropriata per affrontarli. Come sempre, rispetterò le decisioni che prenderanno il Municipio e, successivamente, il Consiglio comunale (che dovrà ratificare le proposte dell’Esecutivo per il Cda di Ail il 12 maggio, mentre per il Casinò deciderà direttamente il Municipio le settimane seguenti, ndr)».
E se Chiesa ha preferito mantenere un basso profilo, in linea peraltro con Ail e Casinò che si sono sbilanciate poco la prima e ufficialmente per nulla la seconda, chi è intervenuto nel dibattito in maniera incisiva è Avanti con Ticino&Lavoro. Il gruppo, in un’interpellanza ha sollevato alcuni degli aspetti più rilevanti in tema di governance. Nel lungo atto parlamentare, quasi venti le domande, si chiede in primo luogo la garanzia che la scelta dei nuovi membri del Cda sia libera da condizionamenti, considerato che Ail ha fatto una richiesta specifica per iscritto. Citando poi le diverse problematiche con le quali la società ha dovuto confrontarsi negli scorsi mesi – legate prevalentemente alle risorse umane, ma anche ad aspetti immobiliari e finanziari e non solo di Ail, oltre che delle società affiliate come Ail Servizi –, i consiglieri comunali invocano una maggior trasparenza e anche l’eventualità di una revisione indipendente della gestione dell’azienda.
La metà delle domande poi si concentra su Lombardi. Sebbene la questione sia ancora aperta, una sua conferma pare nell’aria. Riallacciandosi alla lettera, Avanti con Ticino&Lavoro ritiene che ci sarebbe stata un’inversione di ruoli “inaccettabile”: “Un Cda di una società partecipata che si permette di indicare al proprio proprietario politico come deve comportarsi, invertendo di fatto i ruoli tra controllore e controllato”. Si sottolinea inoltre che il municipale del Centro nel 2025 compirà 70 anni e questo traguardo in base allo statuto di Ail “implica la decadenza automatica del mandato”. L’interpellanza intravede dunque una contraddittorietà tra la richiesta di perseguire continuità da un lato e l’eventualità di proporre un candidato destinato comunque a decadere a breve. “La gestione di una società partecipata come Ail Sa – chiosa il gruppo – deve rispettare standard elevati di trasparenza, correttezza e rispetto delle istituzioni. Non può esserci spazio per pressioni improprie, né per logiche di autoconservazione da parte degli organi amministrativi”.