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Lugano, entro fine anno il rapporto sulle nomine nei Cda

Dopo la lotta per Ail, la presidente commissionale Ferrara spiega perché è stato ritirato il rapporto precedente, gli intoppi e il nuovo consenso sul tema

La capogruppo liberale-radicale
(Ti-Press)
6 giugno 2025
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Governance: entro fine anno il rapporto e il voto in Consiglio comunale (Cc), per arrivare a un’entrata in vigore parziale del regolamento già dal 2026. La Commissione speciale sul nuovo Regolamento per la gestione delle entità partecipate della Città di Lugano intende accelerare, dopo che il rapporto firmato dalla precedente commissione agli sgoccioli della scorsa legislatura è stato ritirato all’inizio della nuova. Non senza malumori: di regolamentare i rapporti fra ente pubblico e partecipate si parla da ormai tredici anni e le recenti polemiche sul rinnovo delle cariche in particolare della Aziende Industriali di Lugano (Ail) Sa sono un indicatore di quanto il tema sia caldo. A svelare la tabella di marcia auspicata è la presidente Natalia Ferrara (Plr), che ci spiega i motivi del ritiro e l’indirizzo che sta prendendo il nuovo rapporto.

La Commissione precedente, presieduta da Marco Bortolin (Lega), era riuscita a fatica a chiudere nel marzo del 2024 il rapporto sul messaggio che il Municipio ha presentato l’anno precedente, dopo anni di incubazione, con Fulvio Pelli (Plr) relatore. Seppur con diverse riserve (Centro, Lega e Udc) era stato firmato da tutti i commissari. Sembrava che finalmente ci fossimo, la mozione del Plr ricordiamo che è del 2012, eppure dopo il rinnovo dei poteri comunali siete ripartiti coi lavori. Come mai?

Condivido assolutamente l’intenzione politica di dotarsi di una governance, così come richiesto dalla mozione del 2012 (sottoscritta, fra gli altri, dall’attuale vicesindaco Roberto Badaracco e da quello precedente Michele Bertini, ndr), soprattutto per una città come Lugano, che può contare su un ampio bacino di profili. Non è possibile avere sempre le stesse persone in tutti i gremi. Ne risentono la trasversalità e il dinamismo. Dopo le elezioni è stata ricostituita la Commissione speciale, perché quella precedente voleva arrivare a un risultato politico, dando un segnale, ma quel rapporto non era di fatto utilizzabile.

Perché?

Per trovare il consenso, si è riempita la pentola ed è diventato un minestrone nel quale c’era di tutto di e di più, con questioni irrisolte. Ad esempio, il regolamento riguarda solo le società anonime nelle quali il Comune partecipa almeno per il 50% e che hanno una rilevanza strategica in ambito pubblico (Ail Sa, Ail Servizi Sa, Avilù Sa, Casinò Lugano Sa, Società Funicolare Cassarate-Monte Brè Sa, Tpl Sa, Verzasca Sa, ndr). Nel rapporto c’erano però anche dei passaggi sugli enti autonomi. Su quest’aspetto, come su altri, c’è anche un parere della Sezione enti locali (Sel) che la nuova commissione si è ritrovata sul tavolo. Il tema merita di essere affrontato bene. Se vogliamo negare a un cittadino eletto in Cc di entrare in un Consiglio d’amministrazione (Cda), questo va regolamentato in maniera corretta, entrando in vigore in maniera adeguata con delle norme transitorie, per capire – ad esempio – cosa succede con le persone già in carica. Questi aspetti non erano stati considerati nel precedente rapporto. Non è vero che abbiamo trovato tutto pronto, se così fosse stato non avremmo avuto in audizione il Municipio quest’anno, che prima non era stato sentito. Municipio che ha in effetti criticato il rapporto della precedente Commissione e teso una mano per il lavoro in svolgimento. Purtroppo, poi, non è seguito quel dialogo che avremmo voluto.

A cosa si riferisce?

Abbiamo chiarito che vorremmo una governance, la più completa, e quindi la più efficace possibile, disponendo di quelle informazioni e di quella trasparenza di cui tutti si riempiono la bocca. Penso ad esempio all’entità delle indennità: a più riprese abbiamo chiesto al Municipio di sapere quali sono le indennità fisse e a quanto ammontano i gettoni. Abbiamo ricevuto picche, per tutte quelle società che contano davvero. Come si può pensare di regolamentare quest’ambito, quando uno degli aspetti centrali è tenuto segreto?

Tra le critiche che vi sono state mosse, c’è chi dice che avreste potuto portare il rapporto firmato dalla commissione precedente in Cc e discuterlo lì, ricorrendo eventualmente allo strumento dell’emendamento, per non perdere altro tempo.

Non si può firmare un rapporto con riserva rimandando la decisione in aula, e iniziando poi lì una bagarre di emendamenti che andrebbero a stravolgere il regolamento, che tra l’altro prima deve essere approvato dalla Sel. Questi lavori vanno fatti in commissione. A parte quello, come detto c’erano dei problemi strutturali.

Perché ci si sta impiegando così tanto?

È un tema estremamente delicato. Ci sono più posizioni che partiti e ciascuno ha una propria visione. Prendiamo il tema delle doppie cariche. Il Plr ha una posizione chiara: o in Cc o nelle partecipate. Avanti con Ticino&Lavoro dice ‘fuori tutti’ dai Cda: consiglieri comunali, municipali e altre cariche di spicco dei partiti. Dalla parte opposta la Lega dice ‘tutti dentro’. In mezzo ci sono idee miste ed è così su tutti i temi principali.

Non fa un po’ pensare che sia proprio la Lega, nata negli anni Novanta anche per scardinare determinate dinamiche legate ai partiti storici, a difendere oggi le proprie ‘cadreghe’?

Il giudizio politico spetta all’elettorato. È un dato di fatto che a Lugano molti esponenti di spicco della Lega vantano un cumulo di cariche. Questo è un dato di fatto. Quantomeno, però, hanno una posizione chiara: loro ritengono che, se c’è qualcuno che si impegna politicamente per la Città, è anche giusto che possa mettersi a disposizione nelle partecipate svolgendo un lavoro per la collettività venendo retribuito per questo. È una posizione diversa da quella dei liberali, ma legittima. Il Plr ha deciso da anni di proporre di principio solo persone con profili adatti che non siano già attive politicamente. Anche senza bisogno di regole, ci si può autoregolare, se si vuole.

Quali sono gli altri punti critici?

Vi è tutto il discorso relativo ai municipali. Il Municipio ritiene che non debbano lasciare i Cda, mentre alcuni gruppi in Cc sì. Bisognerebbe inoltre essere eletti in questi Cda con un mandato chiaro e rendicontare in maniera altrettanto chiara quanto avviene in queste società. Poi le indennità: va devoluto qualcosa all’ente pubblico? Se sì, quanto? L’intero importo o solo il gettone? Ma non c’è solo il tema dei politici eletti, ma anche di altre cariche di rilievo nelle partecipate: direttori, presidenti etc. Devono essere regolamenti nella governance? Come? C’è poi il tema dell’età che divide molto: c’è chi non vorrebbe avere nessuna indicazione, chi un tetto massimo di 70 anni, chi dice meglio 65. In ogni caso, anche per questo tema ci vogliono delle norme transitorie, la discussione su Lombardi (che l’anno prossimo compirà 70 anni, ndr) insegna. Altro argomento: la necessità o meno di avere una commissione dedicata (come avviene in Gran Consiglio per Banca Stato e Aet, ndr), una volta che il regolamento sarà entrato in vigore, che con chiare competenze abbia il compito di supervisionare la governance.

C’è anche il tema della chiave di riparto. Seguire o meno il manuale Cencelli, ovvero la spartizione politica delle poltrone: nella precedente legislatura sembrava quasi superato.

Personalmente non sono contraria alle aree di pensiero, poi bisogna chiedersi se è opportuno che siano persone attive in politica o meno. Invece di fare finta che non ci siano delle prassi, si potrebbe piuttosto esplicitarle in maniera trasparente. Ma più di tutto, è importante guardare alle competenze, e che non ci siano reali conflitti d’interesse. L’individuazione e la selezione dei profili, altro aspetto assente nel rapporto precedente, è importante e stiamo lavorando affinché sia inserito. Le procedure vanno chiarite e codificate. Oggi a malapena si riceve un curriculum vitae, nessuno incontra i candidati, nessuno fa un colloquio di selezione. Ci si può candidare con una mail al sabato per il Cc di lunedì, si può essere eletti con una manciata di voti, non serve neanche la maggioranza. Non è normale, non è adeguato all’importanza delle partecipate. Ricordiamoci che Ail ha una cifra d’affari di oltre 500 milioni di franchi all’anno, più del costo della gestione corrente della Città!

Non c’è il rischio che, una volta presentato il rapporto, cambino le persone nella prossima legislatura e si debba ripartire da zero? Riusciremo a tirare in gol?

Mi sono impegnata a presentare un rapporto che va nella direzione del messaggio municipale e che lo rafforza. Se qualcuno ha un’opinione differente, presenti un rapporto di minoranza e se ne assuma la responsabilità. Con un gruppo di commissari di diversi partiti siamo pronti ad andare avanti.

Non è dunque vero che siete in alto mare? C’è chi storce il naso, soprattutto a sinistra, sul fatto che si agendino riunioni a cadenza quasi trimestrale...

In commissione si deve portare la posizione del gruppo, non quella personale, questo richiede del tempo. Poi il terremoto in Ail non ha aiutato: rivoluzionata la direzione, mandato via il direttore dalla sera alla mattina, il Municipio che ci dice che neanche lo sapevano... poi lo stesso Municipio litiga su chi debba entrare nel Cda. Ci sono dei gruppi che finché le cose non si sono assestate (ossia l’ultimo Cc con le nomine, ndr) non hanno portato chiara la propria posizione bloccando di fatto i lavori.

Possiamo dunque aspettarci un’entrata in vigore del regolamento con il 2028?

In realtà, l’obiettivo sarebbe partire già nel 2026 con un tempo transitorio per sistemare le pendenze. Un periodo di rodaggio, dando il tempo, ad esempio, a quei consiglieri eletti nel 2024 e nel frattempo nominati in qualche partecipata, di decidere cosa fare.

La polemica sul rinnovo delle cariche in Ail è stata pesante. Potrebbe avere delle ripercussioni e rallentare ulteriormente il rapporto o, addirittura, ostacolarlo?

È stato un momento molto basso. Ma allo stesso tempo per la governance è stato un passo avanti. Se Marco Chiesa non avesse imposto la propria candidatura, probabilmente le nomine sarebbero passate in sordina. Chiesa non ha capito che era il momento di aspettare. Ha già avuto grandi soddisfazioni a livello svizzero, se per una volta si presenta su un pedalò invece che su un transatlantico, non muore nessuno... Quanto accaduto ha permesso di capire che così non si può andare avanti. Prima tutti ne parlavano ma nessuno voleva davvero una soluzione. Credo che abbia rafforzato il consenso attorno al tema; anche il misero bottino di voti per Chiesa (in riferimento allo scarso appoggio ottenuto in Cc, ndr) induce a regolamentare non solo il ruolo dei consiglieri, ma anche dei municipali e il processo di selezione in generale. Ho lavorato molto in questi dieci mesi da presidente commissionale per smussare i personalismi, perché precedentemente era un tutti contro la Lega, che non era costruttivo. La governance deve portare soluzioni a favore della Città, non contro qualcuno. Mi sto impegnando per un rapporto unico, cercando anche compromessi. Vedremo, ci conteremo in Cc, io sono ottimista.