Un 23enne e una 53enne hanno messo a segno un raggiro in un hotel di lusso a Lugano. Entrambi sono stati espulsi dalla Svizzera, per sette e cinque anni
Tre imbrogli per un danno totale di 789’000 franchi. Le truffe sono state messe a segno nell’ambito della compravendita di orologi di lusso, ma gli inquirenti ticinesi hanno ricostruito l'attività criminale risalendo a due degli autori, un 23enne di nazionalità francese e una 53enne serba residente in Francia. Entrambi sono stati condannati oggi. Il giovane, che fungeva da esperto di orologi, è stato condannato dalla Corte delle Assise criminali di Lugano, presieduta dal giudice Paolo Bordoli (Marco Villa e Athos Pagnamenta giudici a latere) a 36 mesi di prigione, undici dei quali da scontare, e all’espulsione dalla Svizzera per sette anni. Invece, alla donna, che aveva il ruolo di compagna del 23enne, è stata inflitta una pena inferiore. La Corte delle Assise correzionali di Lugano, presieduta dal giudice Paolo Bordoli l’ha condannata a dodici mesi di carcere sospesi con la condizionale per due anni e all’espulsione dal Paese per cinque. Entrambi sono stati condannati anche a risarcire i danneggiati.
In estrema sintesi, per i raggiri, le vittime venivano contattate tramite social, telefono oppure e-mail. Il 23enne si fingeva interessato all’acquisto di orologi di valore e dopo aver conquistato la fiducia dei venditori fissava un appuntamento solitamente in hotel di lusso. La prima truffa è avvenuta nell’ottobre 2023 a Zurigo. Durante l’incontro, il giovane è riuscito a distrarre il venditore e a scambiare l’astuccio contenente gli orologi con un altro senza oggetti di valore ma con polvere bianca o zucchero. Dopodiché, il giovane fingeva di recarsi in banca per eseguire il bonifico del prezzo di acquisto a favore del venditore, ma lasciava il luogo facendo perdere le proprie tracce con il bottino (un orologio di marca Audemars Piguet, modello Royal Oak del valore denunciato di 30’300 franchi, e un altro di marca Rolex modello SkyDweller Blu Dial, del valore denunciato di 14’500 franchi). Più o meno il medesimo sistema è stato ripetuto per la seconda truffa, avvenuta a Lugano. In questo caso, i truffatori hanno consegnato ai venditori una busta contenente zucchero e sono riusciti a farsene dare un'altra, nella quale c’era un orologio Rolex Daytona Orange Shappire del valore denunciato di 232’000 franchi. Nel terzo imbroglio avvenuto a Neuchâtel nel gennaio 2024, invece, l’organizzazione ha ingannato una società ed è riuscita a sottrarre ben cinque oggetti: tre modelli di Patek Philippe Nautilus (due del valore denunciato di 112'000 franchi, il terzo di 103'000 franchi), un orologio di marca Audemars Piguet Royal Oak (del valore denunciato di 99'000 franchi) e un quinto di marca Vacheron Costantine Overseas Perpetual Calendar per un valore denunciato di 86'200 franchi. In tutto dunque, nel terzo colpo, i truffatori hanno provocato un danno economico di 512'000 franchi.
Entrambi gli imputati facevano parte di un’organizzazione criminale dedita alle truffe definite Rip-Deal. Il giovane è stato arrestato su mandato di cattura internazionale, poi è stato estradato l’estate scorsa dal carcere austriaco, dove stava scontando una pena per fatti analoghi ed è finito direttamente dietro le sbarre alla Stampa, dove resterà ancora per un mesetto. Invece, la donna era reclusa in una prigione polacca. Anche lei è stata estradata in Ticino su mandato di cattura internazionale. Tutti e due si trovano in stato di detenzione e in aula penale hanno riconosciuto le accuse. I processi si sono svolti tramite il rito abbreviato dopo l’accordo delle parti sulla pena. Nel procedimento a carico del giovane, l’intesa tra le parti è stata raggiunta all’inizio di questo mese. Tanto che la proposta di pena era stata indicata nell’atto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis. Il 23enne, difeso dall’avvocato Pascal Del Prete, aveva riconosciuto e ammesso i fatti da mesi. Invece, la donna ha riconosciuto le proprie responsabilità più recentemente. L’imputata, difesa dall’avvocata Sandra Xavier, è stata più reticente e di fronte al giudice ha confessato di aver partecipato a una delle tre truffe, quella perpetrata in un albergo di lusso a Lugano nel gennaio del 2024, precisando però di aver saputo dell’inganno solo dopo essere partita dalla Francia a bordo di un’auto e di aver accettato il coinvolgimento, perché è sola e si trova in difficoltà economiche.