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Nuova circonvallazione: ‘Agno darà battaglia’

Secondo il sindaco Morotti, è il progetto peggiore che si poteva presentare. Sotterrata dalle critiche la soluzione del consigliere di Stato Claudio Zali

Passerebbe da qui il viadotto della variante illustrata oggi
(Ti-Press/Archivio)
4 giugno 2025
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«Agno darà battaglia»: quello presentato dal direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali è «il progetto peggiore che si poteva presentare». Non usa mezzi termini il sindaco di Agno Thierry Morotti nel commentare il messaggio governativo sulla Circonvallazione Agno-Bioggio. La concretizzazione di quella che per Morotti rappresenta una brutta notizia, «era nell’aria. Sono estremamente rammaricato e deluso perché sono mesi che scriviamo al Dipartimento del territorio come Municipio col sostegno del nostro Consiglio comunale e in collaborazione anche con la Conferenza dei sindaci che questo progetto non doveva essere portato in avanti così ma bisognava fermarsi. Di fatto, non siamo stati ascoltati. Oggi sul tavolo c’è la variante di un progetto che avrà un impatto devastante a livello paesaggistico per il nostro Comune, perché porterà uno sfregio indelebile in una delle zone a lago più belle e pregiate del Canton Ticino».

‘Avremmo potuto fermarci e cercare i soldi’

La precedente variante, però, comportava costi ritenuti insostenibili... Morotti ribadisce quanto dichiarato anni fa: «Mi è dispiaciuto che ci si è arresi subito perché i costi erano lievitati. È un peccato perché quella variante è stata approfondita per nove anni ed era fondata su un progetto che aveva trovato condivisione e aveva fatto l’unanimità dei Comuni. Ci tenevo a portare avanti quel progetto con determinazione e forza». Come finanziarla? «Avremmo potuto fermarci e, tutti assieme, a livello politico, avremmo potuto lavorare per individuare i finanziamenti mancanti». Come per il tram-treno? «Esatto, l’ho sempre detto al consigliere di Stato Claudio Zali di non rinunciare subito», risponde il sindaco di Agno. La soluzione presentata oggi, invece, «rappresenta uno sfregio nel paesaggio, con quel viadotto che dal vallone arriva alla riva del lago, in una zona bellissima. Ma di cosa stiamo parlando? Cosa lasciamo alle generazioni future?». Il progetto non soddisfa per niente gli altri Comuni del Malcantone, che condividono l’amarezza del sindaco Thierry Morotti.

I sindaci: ‘Profonda indignazione e sconcerto’

La variante presentata da Zali raccoglie “profonda indignazione e sconcerto” da parte del comitato della Conferenza dei sindaci del Malcantone, “malgrado il chiaro e unanime invito di sospendere l’iter e rivalutare la variante interrata del progetto”, si legge in una nota diramata nel pomeriggio. Il comitato aveva chiesto “con argomenti puntuali e di sostanza di non procedere al licenziamento del messaggio nella versione attuale, giudicata peggiorativa e non condivisibile. Non solo Zali non ha accolto la richiesta, ma non si è nemmeno degnato di rispondere ai sindaci, dimostrando ancora una volta una totale mancanza di ascolto e di rispetto istituzionale verso i rappresentanti dei Comuni interessati”. Secondo i sindaci del Malcantone, “non è più un segreto che il progetto attuale non è quello che il consigliere di Stato avrebbe voluto portare avanti, come lui stesso ha ammesso pubblicamente. E certamente non è quello che vogliono i Comuni e il territorio. A maggior ragione ci chiediamo perché si ostini a spingere un progetto che egli stesso sa essere privo del necessario consenso e destinato a essere osteggiato da Comuni e da ricorrenti”.

Si allarghi il sondaggio a tutta la regione

Il comitato “contesta con fermezza anche l’ipotesi di sottoporre il progetto a un sondaggio limitato ai soli cittadini di Agno, Bioggio e Magliaso. La circonvallazione è da sempre definita un progetto per l’intero Malcantone, territorio che ne subirà in pieno sia le conseguenze positive che quelle negative. È dunque inaccettabile e discriminatorio restringere l’espressione della popolazione a tre soli comuni. Se sondaggio deve essere, allora sia esteso all’intero Malcantone, così da rispettare il principio democratico e rappresentare correttamente la volontà dell’intera regione interessata”. Il comitato dei sindaci della regione vuole “attivarsi con determinazione per sensibilizzare le Commissioni competenti del Gran Consiglio, affinché il progetto venga fermato e rimandato al Dipartimento del territorio (Dt). È necessario che si approfondisca seriamente la variante interrata, l’unica soluzione tecnicamente e ambientalmente sostenibile, e che si obblighi finalmente il Dt a fare il proprio dovere chiedendo i contributi federali a Berna, cosa che sino a oggi si è sempre rifiutato di fare, nonostante l’apertura dimostrata dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec) in risposta alle nostre sollecitazioni”.

Il Malcantone rischia di attendere...

Secondo il comitato dei sindaci della Conferenza, “È ormai evidente che l’obiettivo politico di Zali è solo quello di ‘salvare la faccia’, potendo dire di aver fatto il proprio dovere con il licenziamento del messaggio, per poi scaricare la responsabilità di un probabile fallimento sui Comuni. Il risultato di questa testardaggine sarà che il Malcantone rischia di dover attendere altri 40 anni prima di vedere una soluzione concreta, anche solo parziale, ai noti e gravi problemi di traffico. Se il progetto presentato in data odierna venisse bocciato dal Gran Consiglio o dal popolo, non ci sarà altro progetto per decenni”. Ma il comitato dei sindaci non resterà a guardare: intende battersi “con forza per impedire che un progetto sbagliato, calato dall’alto e privo del consenso dei Comuni, venga imposto a un territorio che merita soluzioni migliori e all’altezza delle sfide della mobilità odierna e futura”.

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