Luganese

Parziale dietrofront sulle facciate del Pse

In seguito alle critiche, e per evitare lungaggini con il Cantone, Città e Hrs hanno aumentato le vetrate su arena sportiva e palazzetto dello sport

Più trasparenza
6 giugno 2025
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Si apre uno spiraglio di luce nel ‘sarcofago’. Seconda modifica di spessore all’aspetto dell’arena sportiva e del palazzetto dello sport del Polo sportivo e degli eventi (Pse) di Lugano. Stavolta, a comunicarla è direttamente la Città, in nome di quella trasparenza chiesta a gran voce dopo che le prime modifiche non erano state né discusse pubblicamente, né tanto gradite. L’anno scorso, ricordiamo, è stato deciso dapprima il totale oscuramento delle facciate del palazzetto – pannelli metallici invece delle vetrate, previste nel progetto approvato alle urne – e poi anche quello parziale dello stadio. Ad alcuni mesi di distanza, Città e gruppo Hrs – committente dei lavori – fanno un parziale dietrofront.

‘Compromesso tra funzionalità ed estetica’

«Il progetto iniziale prevedeva vetrate su quasi tutti i lati di arena sportiva e palazzetto dello sport – ricorda il capodicastero Immobili Raoul Ghisletta –, poi in corso d’opera è stata fatta una virata abbastanza netta, andando verso chiusure importanti soprattutto per la seconda struttura, con pannelli metallici. Coperture legate a esigenze funzionali, motivi di sicurezza e anche di risparmio (visto il forte aumento dei costi delle materie prime, ndr). Sono poi seguite numerose critiche, legittime. Da lì sono seguite diverse riflessioni e si è arrivati a questa variante di progetto migliorata, che è un compromesso interessante fra funzionalità ed estetica, risultato del dialogo tra autorità, addetti ai lavori e uffici cantonali competenti». E dunque, avremo ora uno studio con facciata est (lato fiume) interamente vetrata e parzialmente sui lati sud e nord. Quest’ultimo, diviso da un passaggio dal lato sud del palazzetto, che a sua volta diventerà di vetro «ma con la possibilità di oscurarlo durante le competizioni». Quest’ultima struttura subirà comunque i cambiamenti minori, in quanto le restanti tre facciate resteranno coperte.

Consegna stadio il... 28 novembre

Più sulla difensiva, parlando di critiche, il capodicastero Sport Roberto Badaracco, secondo il quale «le modifiche in fase di cantiere hanno uno scopo ben preciso, ossia migliorare la funzionalità della struttura, quindi bisognerebbe essere felici che ci siano state ed è possibile che ce ne siano ancora». Poche, si presume, dato che i lavori procedono secondo la tabella di marcia e, per quanto riguarda lo stadio almeno, mancano ormai pochi mesi alla conclusione. «La consegna è prevista per il 28 novembre, che è una data simbolica – ancora il vicesindaco –, in quanto il 28 novembre del 2021 si è tenuto il referendum che (con quasi il 57% di sì, ndr) ha dato il via libera al progetto. L’inaugurazione vera e propria avverrà invece a maggio del 2026. Sempre nel 2026 è in programma la consegna del palazzetto. Spesso i cantieri pubblici hanno ritardi, qui invece si sta seguendo in maniera chirurgica la tabella di marcia, perché abbiamo un partner affidabile. Per fare un confronto, il cantiere del Lac era durato cinque anni». E anche per rispettare queste tempistiche, ha ammesso Badaracco, si è deciso di fare il parziale passo indietro, con particolare riferimento alla facciata sud del palazzetto, che integralmente coperta sarebbe stata bocciata dal Cantone.

Impianto fotovoltaico su tutto il tetto

Un’ulteriore novità, ha aggiunto il municipale socialista, riguarda invece la posa di un impianto fotovoltaico esteso a tutto il tetto dell’arena sportiva e non solo sul lato ovest come previsto inizialmente. «L’obiettivo è aumentare la sostenibilità globale dell’opera. Questo comporterà costi maggiori per 400’000 franchi, recuperati dall’indennizzo versato una tantum da Ail (promotrice dell’impianto, ndr) per l’utilizzo della superficie, accordato in 790’000 franchi». Globalmente parlando, le due novità comporteranno 1,2 milioni di spesa in più in totale, arrivando a 185,9 milioni in totale. Un aumento contenuto, soprattutto se paragonato al boom annunciato nel 2023, quando si era passati dai 167 previsti nell’accordo di partenariato pubblico privato a 183 circa. Poco più di 22 milioni, tra fondi cantonali e federali, sono già stati garantiti. Nulla si muove invece purtroppo sul fronte dei Comuni della cintura, che utilizzeranno le strutture del Pse ma che al momento non hanno messo mano al borsello. «Deludente», il laconico commento di Ghisletta.

Ancora pendente Cornaredo Sud

Nessuna novità neanche sui restanti fronti. Sul côté dumping salariale/sostenibilità sociale, a fine maggio si è tenuto un terzo incontro tra Città, Hrs, Commissione paritetica edilizia, Ocst e Unia «ed è andato bene, la collaborazione è ottimale e non sono emersi sin qui casi di subappalti o prestiti di manodopera non autorizzati» precisa Ghisletta. E gli appalti sono stati assegnati tutti ad aziende ticinesi o svizzere, tranne tre, aggiunge Badaracco: «Per le sedute, per i campi da gioco e per le facciate. Ma solo per questioni tecniche, perché qui non ci sono queste competenze». A dare ancora qualche grattacapo è per contro il comparto il Cornaredo Sud: l’Associazione traffico e ambiente ha ricorso contro la domanda di costruzione, a causa del numero di posteggi secondo loro troppo elevato (poco meno di 60) che il Municipio ha immaginato. «Siamo aperti a compromessi, ma solo per le necessità sportive almeno 20-25 ce ne vogliono – aggiunge Badaracco –. Speriamo di arrivare in tempi brevi a una soluzione, in caso di ritardi la società di atletica dovrà continuare ad allenarsi in altri posti (prima Tesserete, poi Cadro, ndr) a spese della Città».

Caso Ghisletta

Lega: ‘Municipale adatto?’

Se sul fronte operativo le cose procedono tutto sommato bene, a tener banco in questi giorni è una polemica che ha acceso gli animi in Municipio, tra Ghisletta da una parte e il resto della compagine – sindaco e vice in prima fila – dall’altra. Il municipale socialista ha proposto di offrire a Joe Mansueto, patron del Football Club Lugano (Fcl), l’acquisto dello stadio come strumento per ridurre l’entità delle misure di risparmio allo studio. Una proposta portata pubblicamente senza essere discussa preventivamente in seduta municipale e che ha fatto arrabbiare in particolare la Lega, che ha presentato infatti un’interpellanza: “Comunicazioni pubbliche improvvisate, decisioni estemporanee, iniziative individuali: uno stile tutto suo, certo, ma che rischia di minare il principio non secondario della collegialità, pilastro alla base del sistema politico svizzero”, scrive il movimento. Cinque domande, tra le quali la più rilevante è se si ritenga Ghisletta adatto o meno a proseguire nel suo ruolo.

Né Badaracco né Ghisletta hanno in ogni caso proferito parola sul caso, «ne discuteremo in sede opportuna» ha solo dichiarato il vicesindaco riferendo alle sedute municipali. Chi ha smentito categoricamente l’ipotesi è invece direttamente l’Fcl. Citando il vicepresidente e delegato del Consiglio d’amministrazione Martin Blaser, la società ha ribadito che non c’è alcun interesse all’acquisto, sottolineando di averlo precisato più volte e anche pubblicamente dal 2021 in poi.