Nell'udienza preliminare la pm Antonia Pavan ha formulato le richieste nei confronti dei sedici imputati. Per uno ha proposto il non luogo a procedere
Quindici richieste di rinvio a giudizio e un non luogo a procedere. Queste, in sintesi, le richieste formulate dal pm Antonia Pavan, in sede di udienza preliminare nei confronti dei sedici imputati coinvolti a vario titolo nella fallimentare (per l’accusa, ma non per la difesa) gestione del Casinò di Campione d’Italia, chiuso nell’estate 2018 (e riaperto nel gennaio 2022), sotto il peso di debiti per 133 milioni di euro (solo in parte pagati). Imputati che, ricordiamo (se ne parla da oltre due anni e la fine della vicenda giudiziaria è ancora lontana), sono accusati a vario titolo di diverse tipologie di bancarotta, dissipazione e distrazione di fondi. A processo ci sono due ex sindaci, in carica tra il 2013 e il 2018, i componenti del Cda e gli ultimi due ex Ad, due ex funzionari comunali ed esponenti di spicco della Banca Popolare di Sondrio (Bps).
Il non luogo a procedere è stato chiesto per un ex direttore della sede di Campione della Bps. I legali delle parti civili (Comune e Casinò) oltre a sollecitare la richiesta di condanna degli imputati, alla gup Cristiana Caruso, hanno chiesto il riconoscimento del danno, per diverse decine di milioni di euro. Risarcimento che, come anticipato dalla ‘Regione’, non è stato chiesto nei confronti della Bps, dopo che, tra le parti è stato raggiunto un accordo transitivo che alla banca costa 24 milioni di euro. Ingente somma servita per incrementare il patrimonio della società di gestione del Casinò. Si torna in aula il 16 e il 17 luglio: due udienze riservate alle difese, che sull’esito dell’udienza preliminare non si fanno illusioni. Sembra infatti scontato che ci sarà il rinvio a giudizio degli imputati. La complessità della causa sollecita un esame collegiale.