L’investimento complessivo per la ristrutturazione ammonta a ben 200 milioni di franchi e comprende anche il Cardiocentro e il nosocomio di Viganello
Ammodernamento e potenziamento. Il polo sanitario luganese dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc) sarà completamente ristrutturato nei prossimi anni. La conferma, resa pubblica oggi tramite un comunicato dell’ente, è arrivata con la decisione del Municipio di Lugano di rilasciare la licenza edilizia per la ristrutturazione e l’ampliamento dell’Ospedale Civico. Il progetto si inserisce in un disegno più ampio che coinvolge anche l’Istituto Cardiocentro Ticino e l’Ospedale Italiano, per un investimento complessivo di circa 200 milioni di franchi e una durata prevista di circa dieci anni. Un piano ambizioso che punta non solo a rinnovare gli edifici, ma a riorganizzare in modo più efficiente l’intero polo sanitario.
Si tratta del risultato di un lungo percorso iniziato quasi vent’anni fa, con studi preliminari e richieste di varianti al piano regolatore. Dopo due proposte precedenti non andate in porto, ora si è pronti a costruire quello che sarà un tassello chiave nella modernizzazione dell’intero sistema ospedaliero cantonale.
L’investimento più consistente interesserà le strutture di via Tesserete. L’Ospedale Italiano e il Cardiocentro sono già sotto i ferri e questo, come spiega Emanuele Dati, direttore dell’Ospedale Regionale di Lugano, permetterà di lavorare con più agio anche nella torre: «All’Ospedale Italiano stiamo eseguendo da anni interventi significativi, che termineranno nel 2027. Al Cardiocentro, invece, il cantiere per l’innalzamento della struttura sarà presto completato. Questo permetterà non solo di sviluppare ulteriormente l’attività del Cardiocentro, ma anche di accogliere pazienti provenienti dal Civico». La complessità dell’intervento è accentuata dalla necessità di mantenere l’ospedale pienamente operativo durante i lavori, ma per Dati non rappresenta un ostacolo: «Sarà senza dubbio un cantiere impegnativo, che durerà circa dieci anni. Tuttavia, grazie alla suddivisione per fasi, potremo gestire i flussi dei pazienti ed evitare disagi rilevanti».
I primi interventi in programma riguarderanno le aree esterne del nosocomio. «Abbiamo già iniziato a ristrutturare l’autosilo (che passerà da 520 a 720 posti auto, mentre i posti per moto e biciclette resteranno pressoché invariati, ndr). Al termine procederemo con la realizzazione dell’ingresso pedonale, che sarà coperto e separato dal traffico automobilistico». In questo modo, chi raggiungerà l’ospedale in una giornata di pioggia non dovrà più utilizzare l’ombrello né rischierà di incrociare le auto nel breve tratto verso l’ingresso. «Attualmente i flussi si incrociano, ed è un problema strutturale di questo edificio. Per risolverlo, verrà scavata una parte della montagna per creare uno spazio più ampio e consentire un flusso pedonale più sicuro. In quell’area sorgerà anche una pensilina in vetro, e gli spazi verdi saranno rinnovati con giardinetti conformi agli standard attuali». Si interverrà anche sulla produzione energetica con una nuova centrale per il freddo e un sistema di cogenerazione, a conferma dell’attenzione per la sostenibilità ambientale e, in particolare, l’intera struttura sarà adeguata ai requisiti Minergie. Per migliorare l’esperienza di utenti e personale, saranno inoltre riqualificati anche gli spazi comuni, tra cui il ristorante e gli atri d’ingresso, che verranno ampliati e modernizzati. «Stiamo investendo anche nell’accoglienza, come se fosse una struttura alberghiera», sottolinea Dati.
Oltre agli interventi puramente architettonici, i 159 milioni di franchi destinati alla torre consentiranno di migliorare le aree di degenza, diagnosi e cura. Le camere saranno climatizzate, con un massimo di due letti e servizi igienici privati. Gli ambulatori verranno concentrati al piano terra, mentre le unità per pazienti con mobilità ridotta saranno collocate ai piani superiori. Il laboratorio sarà spostato al quattordicesimo piano e collegato a un sistema di posta pneumatica.
A livello tecnico, rispetto a 45 anni fa quando fu costruito l’ospedale, «stiamo facendo un vero salto di qualità», precisa Dati. «Nel reparto di terapia intensiva creeremo spazi più ampi, avvicinando l’area per l’endoscopia e lo Stroke Center (una struttura che offre una presa a carico multidisciplinare del paziente colpito da ictus, comprensiva di diagnosi, trattamento e riabilitazione neurologica precoce, ndr)». Le nuove strumentazioni mediche, sempre più efficaci ma anche più ingombranti, richiedono sale operatorie più grandi. «Inizialmente realizzeremo due nuove sale operatorie che ci permetteranno di ristrutturare le attuali. Le sale esistenti sono già ampie, ma macchinari come i robot chirurgici occupano molto spazio, ma per noi è importante rispondere alle mutate esigenze delle tecnologie mediche».
Ulteriori interventi riguarderanno quasi tutti i reparti. Tra questi: la completa riorganizzazione del centro ginecologico e ostetrico con nuove sale parto, un pronto soccorso ginecologico, camere rinnovate e family rooms; la modernizzazione degli spazi destinati alla radiologia; e l’ampliamento del pronto soccorso. Quest’ultimo «sarà un elemento centrale, anche per la sua visibilità. Ci saranno flussi separati per i pazienti con gravi urgenze, grazie al nuovo centro politrauma e di fatto, con questi flussi separati si attenderà di meno».
Questa riorganizzazione risponde non solo a esigenze logistiche, ma anche a una logica clinica: «Stiamo avvicinando le attività ambulatoriali in un unico luogo per garantire una presa a carico più moderna e multidisciplinare». Tutto il progetto, conclude Dati, è concepito con uno sguardo integrato sull’intero polo sanitario luganese: «A differenza dei progetti precedenti, questo è il primo che integra davvero tutta la visione sul polo luganese».