Verdi Liberali e Plr presentano un'interpellanza al Municipio di Lugano evidenziando il rischio di lentezze decisionali e responsabilità sfumate
Una squadra con tre piloti ma con un aereo che è ancora a terra. Così Sara Beretta Piccoli (Verdi Liberali) e cofirmatari del gruppo Plr descrivono in un'interpellanza al Municipio di Lugano l'aeroporto di Lugano-Agno il cui rilancio è “oggi affidato a una leadership competente ma frammentata, in bilico tra ambizione e precarietà”. Per arrivare al rilancio dell'aeroporto “sarà indispensabile garantire maggiore chiarezza nei ruoli, depoliticizzare la governance e passare da una logica emergenziale e una visione industriale solida e coerente”. Senza questo “il rischio è che l'aeroporto resti sospeso in un limbo operativo e finanziario, vittima più delle sue dinamiche interne”.
Dopo il fallimento, nel 2020, della Lugano Airport Sa (Lasa), “l'aeroporto di Lugano-Agno sta da molto tempo tentando un rilancio ambizioso, affidandosi a una nuova struttura tripolare che combina competenze gestionali, visione strategica e influenza politica”. I consiglieri comunali ricordano che al centro di questa fase ci sono “tre figure chiave”: Davide Pedrioli, direttore strategico e CEO de facto, Christian Castelli, da poco nominato COO con responsabilità operative, e Filippo Lombardi, ex consigliere agli Stati e attuale municipale luganese, coinvolto come coordinatore istituzionale del progetto. “Anime diverse dello sforzo di rilancio: la visione, la macchina operativa e la leva politica”. Nonostante il piano sia “condiviso e chiaro nei suoi intenti”, ovvero “trasformare l’aeroporto in un’infrastruttura regionale efficiente, redditizia e sostenibile”, dietro “la retorica dell’unità d’intenti si nascondono dinamiche più complesse”. Per i firmatari dell'interpellanza “la governance tripolare, se non adeguatamente coordinata, può generare lentezze decisionali e responsabilità sfumate”. A questo si aggiunge che “la comunicazione esterna è stata spesso poco trasparente, rendendo difficile per l’opinione pubblica comprendere chi effettivamente prende le decisioni e con quali criteri”. Attualmente paiono emergere “differenze significative” tra Pedrioli e Lombardi. Se quest'ultimo “lavora a livello istituzionale e politico per garantire sostegno e visibilità al progetto, Pedrioli si concentra sulla gestione tecnica e operativa”.
Al Municipio viene tra gli altri chiesto se “la Città può permettersi di stipendiare due direttori seppur con compiti apparentemente differenti”, quali sono questi compiti e con che percentuale di lavoro vengono svolti; cosa ne pensano gli operatori basati a Lugano Airport della doppia conduzione; se è vero che all'interno della struttura “regna un certo malcontento”; se le due figure dirigenziali non vanno in conflitto; quali sono gli obiettivi a medio termine e se si pensa di poter ripristinare i voli di linea, almeno su Zurigo e Ginevra, e “sviluppare rotte business magari con velivoli elettrici o droni”.