Pubblicato il secondo Rapporto dedicato al tema. Passi avanti sull’energetico, ma la Città sarà chiamata a stringere la cinghia in ambito finanziario
“Orientare le decisioni future”. O ancora: “Mantenere un dialogo aperto con la popolazione”. Sono solo alcuni degli obiettivi che l’Esecutivo di Lugano intende perseguire attraverso la pubblicazione di numerosi dati relativi alla città. Dopo un’attesa che si protraeva dal 2017, lo scorso anno Lugano ha pubblicato il suo primo Rapporto di sostenibilità; a distanza di dodici mesi, è ora disponibile la seconda edizione. In un solo anno emergono già dati significativi, potenzialmente in grado di influenzare le decisioni future. Tra questi figurano la riduzione delle emissioni di CO₂ e il mantenimento del massimo rating possibile sul piano della governance. Tuttavia, non mancano criticità, come il fatto che il 76,6% degli edifici di proprietà comunale utilizzi ancora combustibili fossili e che il 51% delle lavoratrici abbia un contratto a tempo parziale. Questo lavoro si inserisce nel contesto delle Linee di sviluppo ‘Duemilatrenta’, aggiornate al termine della scorsa legislatura, e, come sottolinea la Città in un comunicato, “rispetta gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite”.
La giovane età del rapporto – redatto secondo gli standard della ‘Global Reporting Initiative’ – è evidente anche dai cambiamenti introdotti: rispetto al 2023, per la prima volta sono stati inseriti un confronto con altre città svizzere, l’inclusione delle emissioni indirette (come quelle generate dal pendolarismo) e un’indagine che ha coinvolto 600 cittadini volontari, i quali, tramite un questionario, hanno potuto esprimere le proprie opinioni sul futuro della Città. Come spiega il sindaco Michele Foletti: «Cercheremo di renderlo man mano più completo, ogni anno di pubblicazione. L’obiettivo è migliorare l’informazione sia per la cittadinanza, sia per noi stessi, così da monitorare gli indicatori e capire dove stiamo migliorando».
Tra i numerosi dati contenuti nel rapporto – che si articola attorno a quattro pilastri: ambiente, persone, governance e finanze – emergono progressi tangibili sul fronte ambientale. Nel confronto tra i rapporti 2023 e 2024, Lugano registra una riduzione delle emissioni di CO₂ pari all’11,8%, un incremento del 24,6% nella potenza fotovoltaica installata, e un lieve aumento della quota di elettricità da fonti rinnovabili (dal 95,1% al 95,7%). Restano però margini di miglioramento: solo il 5,8% della superficie potenzialmente adeguata a produrre energia solare è sfruttata, e l’impiego di fonti fossili per il riscaldamento rimane elevato (76,6%). «Il nostro obiettivo è ridurre progressivamente le emissioni di CO₂ – sottolinea Foletti –. Ciò comporterà anche interventi di risanamento sui nostri edifici».
Rispetto al rapporto precedente, si è registrato un aumento di circa il 30% nel consumo di olio combustibile. Un dato, questo, fortemente influenzato dal fatto che «nel conteggio sono stati inclusi anche edifici fuori dalla città, come le scuole montane di Nante e Breno (che da sole rappresentano il 60% del consumo totale, ndr)», precisa il sindaco. In merito alle emissioni indirette si segnalano le distanze percorse dai collaboratori pendolari: 1,16 milioni di chilometri percorsi in auto; 272mila in treno, 233mila in autobus, 145mila in autobus, 17mila in carpooling. Per quanto riguarda i viaggi di lavoro, in aereo sono stati percorsi 47mila chilometri e in auto 67mila.
In ambito sociale, parlando di parità di genere, si osserva una sostanziale stabilità nella rappresentanza femminile: il 45% del personale è composto da donne (contro il 44% nel 2023). Di queste, il 51% lavora a tempo parziale (era il 49% nel 2023), mentre il 92% degli uomini è impiegato a tempo pieno. «In questa statistica rientrano anche le docenti delle scuole comunali, che spesso, per scelta personale, lavorano a orario ridotto», evidenzia Foletti. Anche la presenza femminile nei ruoli dirigenziali si mantiene stabile: il 27% dei quadri superiori è occupato da donne (rispetto al 28% dell’anno precedente).
Per quanto riguarda la governance, la Città ha mantenuto il rating CIS-1 di Moody’s, il più alto possibile: “Il profilo di governance è stato valutato positivamente grazie alle pratiche di gestione trasparenti e solide, a una rigorosa supervisione finanziaria e a una prudente gestione del debito”, si legge nel Rapporto.
Infine, sul piano finanziario, aumentano i contributi erogati a enti e associazioni (da 23,5 a 24,2 milioni di franchi). Tuttavia, il grado di autofinanziamento subisce un netto calo, passando dal 519% del 2023 al 26% attuale. Una flessione che, come spiegato nel rapporto, “è direttamente influenzata dagli incassi derivanti dall’emissione dei contributi Lalia. Il valore attuale riflette una situazione più in linea con la gestione ordinaria, ma segnala una minore capacità dell’ente di finanziare i propri investimenti con risorse proprie”
Nonostante questa difficoltà, la Città punta al pareggio di bilancio entro il 2028, con un obiettivo di autofinanziamento minimo del 60%, destinato ad aumentare progressivamente. Per raggiungere questo risultato, “gli investimenti netti saranno limitati a 65 milioni di franchi annui fino al 2027 e, dal 2028, verranno adeguati in base all’autofinanziamento”. Tra gli obiettivi strategici vi è anche la “riduzione del debito di 100 milioni di franchi nei dieci anni successivi al 2027”. Attualmente, il debito ammonta a 655,5 milioni di franchi (erano 598,7 milioni a fine 2023).